Search for content, post, videos

Wi-Fi e 5G: la chiave per il futuro degli smart building

Una connettività robusta è ormai cruciale per produttività, sostenibilità e innovazione: il mercato globale degli smart building punta a 570 miliardi di dollari entro il 2032, ma il 5G indoor resta una sfida


La possibilità di connettersi in banda ultralarga in modalità “wireless” ossia attraverso il wi-fi (alle reti fisse) oppure in modalità mobile, e quindi in 4G e ancor più in 5G, è balzata al top delle priorità delle aziende nella scelta di nuove location. È quanto emerge dallo studio Location. Location. Connectivity, commissionato da Boldyn Networks che ha coinvolto oltre 2mila leader aziendali. Wi-fi e mobile si piazzano rispettivamente al secondo e al quarto posto della classifica, al primo c’è la “posizione”, ossia la localizzazione geografica della sede.

La connettività wi-fi è considerata addirittura più importante rispetto ai costi per la location e non a caso. Secondo gli intervistati c’è un impatto diretto proprio sui costi complessivi: una scadente connettività si traduce infatti in inefficienze operative, perdita di tempo e di produttività e, nel caso di esercizi commerciali, nell’impossibilità di poter offrire ai propri clienti servizi a valore con un effetto domino negativo in termini di reputation e customer satisfaction. Non solo: la mancanza di infrastrutture di rete di qualità è strettamente correlata agli obiettivi di sostenibilità.

@Boldyn network


Una connettività robusta è la base per strategie di sostenibilità come gli smart building e l’efficienza energetica


Senza reti performanti è impossibile attuare strategie di smart building, ossia dotare gli edifici di impianti all’avanguardia che possano essere gestiti grazie a piattaforme digitali in grado di rendere pianificabili i consumi energetici, effettuare attività di manutenzione predittiva, attivare funzionalità legate all’uso di sensori IoT e persino abilitare l’uso di app per i parcheggi e la ricarica di veicoli elettrici. Nello studio si evidenzia che il mercato globale degli smart building raggiungerà un valore di quasi 570 miliardi di dollari entro il 2032. Il settore immobiliare è responsabile del 40% delle emissioni globali di carbonio e l’adozione di tecnologie “smart” – che dipende quindi da una connettività robusta – giocherà un ruolo cruciale nella roadmap green. Per non parlare delle potenzialità che si aprono con l’intelligenza artificiale: secondo MarketsandMarkets con l’AI generativa e l’avvento delle tecnologie AR/VR (augmented e virtual reality) negli edifici sarà possibile aumentare l’efficienza energetica e gestionale. E prospettive interessanti si rilevano anche sul fronte delle esperienze d’acquisto “immersive” che offriranno opportunità di crescita redditizie nei prossimi anni per il settore del property management.

@Boldyn network

E ancora: la direttiva per la prestazione energetica degli edifici (EPBD III) introduce lo Smart Readiness Indicator, uno schema per valutare la predisposizione all’intelligenza degli edifici. «Questo indicatore fornisce informazioni sulla predisposizione tecnologica degli edifici a interagire con gli occupanti e le reti energetiche, nonché sulla loro capacità di operare in modo più efficiente e migliorare le prestazioni attraverso l’uso delle tecnologie Ict e IoT», si legge nel paper Smart Building: la digitalizzazione per il Net Zero del Green Building Council Italia. Lo scopo principale dello Smart Readiness Indicator è aumentare la consapevolezza dei vantaggi derivanti dall’utilizzo di tecnologie e funzionalità di edifici più intelligenti e rendere il loro valore aggiunto più tangibile per gli utenti, i proprietari, gli inquilini e i fornitori di servizi di gestione e automazione dell’edificio.

@Boldyn network


Lo Smart Readiness Indicator valuta la predisposizione tecnologica degli edifici per un futuro più intelligente e sostenibile


@Boldyn network

Sul cammino però non mancano gli ostacoli e quello numero uno è legato alla disponibilità del segnale mobile 5G negli edifici di ultima generazione, quelli in cui la presenza di materiali altamente isolanti, inclusi i cappotti termici, di vetrate schermanti ed altre soluzioni messe in campo per aumentare l’efficienza energetica, fanno da vero e proprio “scudo” proprio al segnale mobile. Una situazione che si rende ancor più complessa in edifici dotati di spazi interrati, dai centri commerciali agli aeroporti fino alle strutture ospedaliere. I riflettori sono puntati sulle tecnologie 5G indoor ossia sull’adozione di piccole celle in grado di amplificare il segnale, in testa la tecnologia Das (Distributed antenna system). Secondo Abi Research il giro d’affari delle soluzioni basate sulla tecnologia Das supererà i 36 miliardi di dollari entro il 2028 pari a un tasso annuo di crescita del 20%. Una crescita che sarà trainata proprio dalla domanda di prestazioni wireless affidabili all’interno degli edifici.

In copertina: @Adobe stock

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Accedendo a questo sito, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi