Il progetto “City Escape” trasforma le città in “arene” di gioco open air in cui il turismo diventa scoperta
Avvicinare cittadini e turisti alle bellezze architettoniche e artistiche attraverso fatti salienti della storia italiana e vere e proprie cacce al tesoro urbane. In cui gli indizi per arrivare alla meta si nascondono fra strade e monumenti, palazzi storici e oggetti “misteriosi”. Nasce con questo obiettivo il progetto “City Escape” che sull’onda del fenomeno di successo delle escape room sfonda i confini trasformando le città in “arene” di gioco open air in cui il turismo diventa scoperta. L’idea è venuta a Luca De Bellis, fondatore e ceo di Garipalli, startup italiana che crea esperienze di gioco “phygital”, ossia in cui turismo reale e digitale si fondono per dare vita a esperienze immersive e interattive da vivere in gruppo: lo smartphone si trasforma in bussola a mappa e guida i giocatori nelle missioni a tema. Il nome della startup simboleggia di per sé l’indizio numero uno dell’esperienza che si andrà a vivere: Garipalli è l’unione fra Gari (in omaggio a Garibaldi) e Palli (termine coreano che significa veloce, immediato).
«Dal 2021, attraverso Garipalli, i miei sforzi sono dedicati a raccontare le storie che ci circondano offrendo esperienze non convenzionali», racconta De Bellis a Pantografo Magazine.
«Ma soprattutto l’obiettivo è stato quello di colmare un vuoto nell’offerta turistico-culturale, ossia di dare vita una proposta allettante per i più giovani».
Dagli appunti di Leonardo alle lettere segrete di Dante, dall’assassinio del duca Galeazzo Maria Sforza a Milano alla Congiura dei Pazzi di Firenze fino all’amore contrastato di Romeo e Giulietta a Verona: si parte da un personaggio o da un evento per condurre i partecipanti nei luoghi che ne sono stati protagonisti. E ad appena tre anni dal debutto il “catalogo” delle esperienze si è già fatto ricco e variegato: 16 le città servite ma si punta ad arrivare a una cinquantina e soprattutto a varcare i confini nazionali. E l’orizzonte si sta allargando a esperienze che dalla dimensione urbana vengono pensate e progettate ad hoc per la valorizzazione di siti e località specifiche: «Stiamo lavorando nell’ambito di progetti mirati a dare rilievo ad esempio a singoli palazzi o sedi storiche anche in collaborazione con amministrazioni comunali di piccoli borghi che vogliono conquistare i neet nonché anche con aziende che hanno progetti di riqualificazione territoriale in chiave ecosostenibile o che vogliono trasformare il team building un’esperienza esclusiva e inedita», spiega ancora De Bellis.
A cavalcare l’onda delle escape city in Italia anche Sato Code, che si autodefinisce come un collettivo di appassionati di enigmi e i misteri. Organizza “missioni” nelle principali città della Lombardia e anche in Svizzera. Anche in questo caso il nome – Sato Code – è figlio di un omaggio: quello a Satoshi Nakamoto, il fondatore del bitcoin la cui vera identità non è mai stata scoperta.
In copertina: City Escape Provincia di Bergamo ©City Escape
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