In pillole le potenzialità di un nuovo media che punta tutto sullo storytelling
In un mondo sempre più interconnesso siamo continuamente circondati da informazioni che ci arrivano da ogni parte. Dai social ai giornali, sia digitali che cartacei, restiamo informati h24. Stessa cosa possiamo dire della formazione, che grazie ai video e alle app riesce a seguirci nella vita quotidiana adattandosi alle esigenze di ognuno. Se c’è un limite a questo tipo di connessione è la necessità costante di un supporto visivo, sia esso un video o un testo.
Un nuovo media però ha cominciato ad affacciarsi da qualche anno nel mondo della comunicazione ed è il podcast. Grazie alla sua natura squisitamente audio, il podcast è riuscito nel giro di poco più di 10 anni negli Stati Uniti e da qualche anno anche in Italia, a ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto. Grande spinta in questo senso lo hanno dato sia per il panorama americano che per quello europeo lo storytelling e il giornalismo d’inchiesta. Non a caso il boom sul mercato è avvenuto negli Stati Uniti grazie a Serial e in Italia con Veleno, enorme successo di un caso di cronaca italiano di trent’anni fa raccontato da Pablo Trincia e rilasciato su Repubblica nel 2017.
Veleno è uno di quei podcast che vanno assolutamente recuperati in questi giorni di quarantena forzata. Se invece si preferisce rimanere informati sulla situazione attuale senza però farsi spaventare dai titoli strillati dei tg, si segnala l’ottima Radio List costola del progetto giornalistico List del giornalista Mario Sechi, ex direttore de Il Tempo e attuale direttore di Agi. Radio List in questi giorni porta avanti una lucida quanto ben documentata analisi sull’attuale emergenza del Covid-19.
Si parla di podcast per la prima volta negli Stati Uniti nel 2004 sul Guardian, grazie al giornalista Ben Hammersley che per primo si interroga su questo nuovo media.
Attenzione però a non confondere il podcast con la radio, di cui non è una mera costola. Il prodotto podcast è un prodotto originale, ideato e creato solo per una fruizione audio. La stessa etimologia del nome ci aiuta a capirlo meglio.
“Cast” dall’inglese “distribuire, diffondere”, o broadcast “trasmissione” inteso nel senso giornalistico del termine e quindi di diffusione d’informazioni nel contesto giornalistico, e “pod” non può che richiamare alla mente l’Ipod Apple, che è stato tra i primi supporti in assoluto per questi file. La forza del podcast sta proprio nel suo essere maneggevole, adatto per la vita frenetica di ogni giorno. Basta uno smartphone e ho in mano l’attualità, le informazioni, la cultura, lo storytelling. Non devo necessariamente ritagliarmi un momento della giornata per dedicarmi all’ascolto, posso imparare una nuova lingua o rimanere aggiornato sulle ultime novità mentre prendo la metropolitana o svolgo le faccende domestiche.
Il rapporto con la notizia è sicuramente uno dei punti di forza del podcast. È un rapporto più complesso, continuativo, che dà l’opportunità di seguire e approfondire i temi anche a considerevole distanza di tempo.
Se c’è una parola d’ordine quella è accessibilità, all’ascolto ma anche alla produzione. Ci si può dotare di una strumentazione più complessa e sofisticata, fatta di microfoni e programmi ad hoc, ma anche affidarsi al proprio smartphone, senza dimenticare che alla base ci deve essere sempre un’ottima qualità del suono.
Uno strumento dunque assolutamente democratico, sia nella fruizione che nella realizzazione. Stando alle ultime stime rilasciate dalla piattaforma Nielsen riferita al 2019 inoltre, gli ascoltatori “forti” si collocano nella fascia 18-24, con grande consumo anche in lingua inglese, e 55-65.
Per chi è rimasto incuriosito si suggerisce di dare un’occhiata alle piattaforme che si occupano di podcast, alcune nate proprio sulla scia del fenomeno e genitrici di prodotti originali, altre che funzionano da aggregatori. Audibile e Storytel, che partiti dagli audiolibri sono arrivati ai podcast puntando i loro business quasi esclusivamente su questo nuovo mercato, offrono la possibilità di un periodo di prova prima dell’abbonamento. In ambito giornalistico ci si può affidare a PianoP, la più grande piattaforma di podcast giornalistici italiana.
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