Fino al 22 novembre alla galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura gli acquerelli della serie “Always Something There”
Grande rigore su tela, ma con un approccio indisciplinato al mestiere di architetto. Il tratto di Marco Palmieri, dal 21 ottobre al 22 novembre alla galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura in corso Garibaldi 125 a Milano con la sua personale Always Something There, mantiene un atteggiamento aperto e non specialistico. La sua cifra, l’indagine sullo spazio, è declinata in tutte le sue sfaccettature: arte, architettura, fotografia, pittura e installazioni.
Sensazioni, pause, riflessioni, attimi di sospensione e momenti di straniamento: le opere di Marco Palmieri sono progetti, teorie capaci di creare architettura, spazio, grazie al suo sguardo sulla realtà.
La sua ultima serie di acquerelli, che prosegue una ricerca artistica che delinea i tratti salienti dell’immaginario spaziale, è nutrita dalle Annunciazioni rinascimentali, dalla Metafisica del Novecento fino alle visioni fotografiche di Luigi Ghirri e coglie la composizione alla base dei suoi lavori. La mostra guida il visitatore in un percorso a ritroso che rende evidente la profonda affinità dell’artista con i suoi modelli, in un lavoro poetico, ma senza fronzoli.
«Scriveva Carlo Carrà che la pittura italiana è sempre un’arte di architetture e di architetti. Lo chiamava “principio italiano” – commenta Elena Pontiggia in merito alla nuova mostra di Palmieri – di quel principio anche Marco Palmieri è un esempio. Nelle sue opere, che in questo ciclo recente si ispirano anche alle fotografie di Ghirri, procede per prismi e poliedri platonici, riportando luoghi e oggetti a solidi essenziali».
Marco Palmieri, napoletano doc, si laurea in architettura all’Università partenopea per poi lavorare a Parigi, insegnare a Dublino, per poi tornare a Milano per diventare uno degli ultimi collaboratori di Ettore Sottsass. La serialità nelle sue opere permette di sottolineare le variazioni dei singoli elementi come portatrici di significati precisi e di svilupparli attraverso il fattore tempo, come nello svolgersi di uno scritto. I temi ritornano ciclicamente, il tempo diventa parte dell’esperienza artistica.
L’artista applica ai diversi lavori il suo consueto modus operandi, che è quello di partire da un’idea spaziale che lo intriga e di approfondirla fino a vederne angolazioni diverse, scoprirne nuove sfaccettature. Oggi le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.
In copertina: Marco Palmieri, Always Something There II, 2024 acquerello su carta Arches
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