Un team al femminile per un progetto dedicato al turismo di prossimità
Entrati oramai nella Fase 3, ci si chiede come sarà la prossima stagione turistica nel nostro paese, che effetti avrà avuto l’epidemia – soprattutto se si guarda agli afflussi dall’estero – e se ci si indirizzerà più verso un “turismo di prossimità”. Secondo alcuni studi, tra i quali quello di Confindustria Alberghi, a causa della pandemia di Covid 19 al momento si stimano mancati introiti per 25 miliardi di euro e perdite di fatturato del settore alberghiero tra -38% e il -73% rispetto all’anno scorso. Tuttavia, la speranza è che la crescita del turismo interno possa controbilanciare le eventuali perdite dovute all’assenza dei visitatori stranieri. Inoltre, anche dalle 16 slide del Piano Colao, presentato nei giorni scorsi dalla task force del Governo Conte, è emerso quanto il settore turismo, arte e cultura sia strategico per la ripartenza del Paese.
Ed è in questo contesto che si inserisce Stendhapp, una web app – presto anche app nativa scaricabile da Google Play e Apple Store – nata per scoprire la “Bellezza” intorno a noi. Ispirato alla celebre Sindrome di Stendhal, il progetto si configura come uno strumento per coloro che vogliono scoprire le bellezze meno conosciute del made in Italy, non soltanto quelle legate al patrimonio artistico, ma anche culturale, storico, paesaggistico, enogastronomico.
«La filosofia su cui si basa il progetto è quella di incoraggiare le persone ad andare a visitare i posti, a vedere con i loro occhi ciò che c’è di interessante – spiega Francesca De Finis, consulente ed esperta di marketing e storytelling strategico, tra le fondatrici di Stendhapp, –. Per questo abbiamo deciso di non affidarci alla realtà aumentata, perché in qualche modo si sostituisce al bene culturale. Noi invece vogliamo che gli utenti siano attivamente coinvolti».
Un approccio radicalmente diverso da quello di Trip Advisor, Google Maps o di altre applicazioni concorrenti, perché «noi non creiamo percorsi predefiniti – puntualizza ancora De Finis –. Quando si viaggia, tutti vanno a vedere le stesse 10 cose. Invece il punto è quello di avere uno strumento che, anche se tu non hai preparato il tuo viaggio oppure sei semplicemente in giro per la tua città, ti permetta di trovare la bellezza in quei luoghi». E questo è stato possibile sia caricando gli open data, tra gli altri, del Ministero dei Beni Culturali (circa 7000), sia caricando manualmente tutti gli altri “punti” di interesse, arrivando ad oggi a popolare l’applicazione con quasi 50mila siti.
Infatti, una volta che ci si è registrati sul sito e si avvia la geolocalizzazione, sulla mappa appaiono i vari luoghi, corredati però solo di una foto in bianco e nero e una breve descrizione. «Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere una community che conosce i luoghi che frequenta – continua De Finis –. Per esempio, se una persona sa che lì vicino ha abitato Giuseppe Verdi, lo può segnalare a Stendhapp e noi, dopo un controllo qualitativo, lo metteremo online».
«Vogliamo movimentare questa community affinché le persone abbiano voglia di mettersi a raccontare quello che vedono, invece di guardarle sul cellulare».
I target sono sia le generazioni Y e Z, abituate ad un turismo poco programmato e basato sul “qui e ora”, sia gli over-35, più orientati a preparare i loro itinerari di viaggio nei dettagli con l’aiuto di guide cartacee e siti web, ma che forse non hanno così dimestichezza con il “turismo di quartiere”. «Al momento abbiamo in corso anche un cantiere dedicato ad un terzo tipo di visitatori, i disabili motori – aggiunge –. E in futuro sarà necessario segnalare se un luogo sarà veramente accessibile oppure no». Un’attenzione alla disabilità che nasce come parte costitutiva dell’impresa stessa, fondata nel 2018 come una vera startup innovativa a vocazione sociale (SIAVS) dall’unione delle competenze di due esperte di marketing, Francesca De Finis e Barbara Pinna, e dell’architetta Elena Dicorato. Da lì «abbiamo lavorato per tutto il 2019 con l’obiettivo di lanciare un prototipo minimo di virtual product che avrebbe dovuto focalizzarsi solo sulla Lombardia – racconta –. Ma l’emergenza Covid 19 e l’attenzione al turismo di prossimità ci hanno fatto accelerare alcuni processi e così abbiamo deciso di estendere il perimetro a tutta l’Italia».
L’altra mission fondamentale che ha spinto le tre socie ad investire su questo progetto è il motto «la bellezza è ovunque». Non solo i grandi monumenti come il Colosseo, quindi, ma anche piccoli produttori enogastronomici («ma non saranno segnalati hotel, negozi o luoghi di commercio – ci tiene a precisare De Finis –, solo i produttori»), presidi Slow Food, targhe dedicate a protagonisti del mondo della cultura e della storia, luoghi resi celebri da citazioni letterarie, persino eventi. E la collaborazione con Urban Genoma sta portando anche alla geolocalizzazione degli eventi storici, che al momento arrivano a 215 punti.
E il modello di business? Finora l’impresa ha potuto godere dei fondi dei tre bandi vinti, ma in futuro dovrà diventare sostenibile grazie al coinvolgimento diretto della community. E se al momento è già prevista una versione in inglese della app, De Finis non esclude che potranno esserci anche traduzioni in altre lingue, come cinese, russo e spagnolo.
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