Piazze e spazi collettivi, le analisi di Aim e Sigest raccolte in una pubblicazione
Da luogo funzionale ai bisogni dell’uomo nell’era moderna, la città cerca ora di riconquistare un ruolo culturale, puntando ad elevare la qualità della vita e incidere sui comportamenti delle persone. In un momento storico in cui il digitale la fa da padrone anche nel mondo delle relazioni interpersonali, lo spazio pubblico collettivo continua a mantenere una sua importanza come luogo di incontro e si trasforma. Questo tema è al centro delle analisi di AIM (Associazione Interessi Metropolitani), e Sigest, raccolte nel libro “Piazze e spazi collettivi. Nuovi luoghi per la città contemporanea” di Carlo Berizzi, presidente dell’associazione milanese e docente alla facoltà di ingegneria dell’Università di Pavia. Partendo da Milano, “una città che anticipa i trend nel nostro Paese incubatore per la sperimentazione e l’innovazione” fanno sapere da Sigest, la pubblicazione prosegue studiando alcuni casi internazionali, a partire da quello scelto per la copertina del volume, Norreport Station di COBE, Gottlieb Paludan Architects a Copenaghen realizzata nel 2015.
Un progetto che ha previsto la costruzione, sopra la più importante stazione dei treni danese, di una piazza pedonale e di un parcheggio per le biciclette, con una serie di pensiline che ospitano diverse attività e funzioni
“Gli spazi aperti nei nodi di interscambio in paesi come Olanda e Danimarca – ha dichiarato Berizzi – rappresentano uno dei casi più interessanti di riappropriazione degli spazi della mobilità come luoghi di incontro”.
Zone recuperate e attrezzate come nuove piazze di quartiere. Tra gli esempi si cita l’area giochi Superkilen firmata da BIG, Topotek e Superlex a Copenaghen; il parco “Un abbraccio verde” di Cino Zucchi a San Donà di Piave; ma anche il complesso di edifici a basso impatto ambientale Plaza Ecopolis di Ecosistema Urbano a Madrid. “In un momento storico che ci trova quotidianamente immersi nella rete – ha dichiarato Vincenzo Albanese, ceo di Sigest, che ha firmato l’introduzione del volume – i luoghi pubblici di fatto cambiano nella forma, ma preservano l’originaria funzione e sostanza, per vedersi e di relazionarsi fisicamente”.
Il volume si propone di analizzare piazze e spazi collettivi, le funzioni che li contraddistinguono, il modo in cui sono vissuti dagli abitanti. “Il libro – ha continuato Albanese – indaga questi antichi quanto inediti luoghi riconsegnati alla città e ai suoi abitanti, partendo dall’osservazione di Milano, i cui spazi pubblici negli ultimi anni sono diventati sempre più strategici, rivitalizzando aree vecchie e nuove, centrali e periferiche”.
Lo spazio aperto rappresenta ancora secondo l’autore “una leva importante per lo sviluppo della città – come si legge nel libro – promuovendo sistemi alternativi alla mobilità, favorendo il rinnovo urbano, valorizzando ambiti storici, turistici e culturali, stimolando l’attività economica, promuovendo il benessere fisico e psicologico delle persone, facilitando l’inclusione sociale, oltre a svolgere un ruolo fondamentale per la mitigazione ambientale”.
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