Focus su interior design e infrastrutture
A San Pietroburgo è quasi terminato il Lakhta Ceter, l’edificio più alto d’europa firmato da RMJM. Zaha Hadid Architects ha da poco ultimato una residenza-astronave unica nel suo genere per Oko Group. Gli svizzeri Herzog e De Meuron hanno recentemente svelato un maxi-progetto residenziale per Mosca, definito un grattacielo orizzontale, sollevato a 35 metri da terra.
C’è fermento nel mercato e sono sempre più numerosi anche i professionisti e le società italiane impegnate in Russia, basti ricordare l’opportunità offerta dalle grandi opere infrastrutturali e sportive per i recenti mondiali, che hanno dato ulteriore sprint ad un mercato edilizio già in crescita. Diverse le imprese nostrane in campo, fra queste Cimolai e Isopan hanno contribuito al nuovo stadio di Volgograd (45mila posti), la cui facciata e struttura sono state sviluppate dalla Maffeis Engineering. Oggi a Mosca è al lavoro anche Politecnica per la progettazione della copertura del nuovo centro sportivo di ginnastica ritmica Luzhniki, insieme alla veronese Iscom Spa.
Ad alimentare la buona fama di cui godono i professionisti italiani nel Paese, risalente alla nascita dell’impero e alla costruzione di numerose roccaforti militari (vedi il Cremlino di Novgorod), anche il recente successo dei giovani di Ta.R.I-Architects nel concorso promosso dal Ministero delle Infrastrutture per ottenere un nuovo modello di housing su cui basare la stesura di una nuova legge sul tema. Fra i nostri connazionali che si sono distinti sul suolo russo, anche Giovanna Carnevali, direttrice del Department of Architecture Competition dello Strelka, istituto di architettura e design fra i più rinomati in Europa. Anche Renzo Piano ha realizzato un intervento non lontano dal Cremlino, dove all’interno di un più ampio progetto di Teresa Iarocci Mavica per la creazione del centro di arte contemporanea Ges2, ha rigenerato una vecchia centrale elettrica. Tanti i casi che vedono l’Italia protagonista, all’interno di un quadro economico generale di ripresa dopo la crisi economica che ha portato ad una inflazione galoppante e al relativo crollo del valore del rublo rispetto al dollaro. Dal 2016, infatti, è in corso un’inversione di tendenza, anche grazie alla risalita del prezzo di gas e petrolio che restano la principale fonte di introiti per le casse statali.
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