In campo una squadra di lavoratrici con esperienza nel no profit, nella ristorazione e nell’hotellerie
Takeve, alias il delivery al femminile. Parte da Roma la nuova piattaforma che consegna prodotti dal food all’elettronica, dai toys alle idee regalo, dai generi di prima necessità fino al personal care. Insomma, per il take everything.
Fondata dal Evelyn Pereira, di origine peruviana ma dal 2015 residente a Roma – prima di arrivare in Italia ha gestito un suo ristorante in Perù – Takeve è composta da una squadra proveniente dal settore del non profit, della ristorazione e dell’hotellerie. E la flotta di rider – si parte con una ventina di lavoratrici tutte regolarmente assunte – è tutta al femminile. Perché questa scelta? “Perché le donne e il sostegno delle donne rappresentano il dna di Takeve e la nostra colonna portante è l’inclusione sociale: non esiste disuguaglianza ma solo tanta voglia di sfidarsi e mettersi in gioco”, spiega Pereira.
Equità lavorativa fa inoltre il paio con scelte ecosostenibili e solidali: i mezzi per le consegne sono completamente ecologici e tra i ristoranti partner vengono promosse campagne no waste, per non sprecare il cibo invenduto a fine giornata.
Con ogni ordine effettuato gli utenti hanno inoltre la possibilità di scegliere una onlus no profit a cui fare una donazione, a totale carico di Takeve e senza costi aggiuntivi. Messo a punto anche un piano di fidelity card che consente di usufruire di una serie di sconti e promozioni. Già oltre una cinquantina i brand che hanno aderito al progetto: sul sito basta sfogliare la categoria e scegliere fra i prodotti disponibili. Ci si può anche “localizzare” per una ricerca più rapida. L’avventura è stata battezzata a Roma ma in primavera approderà a Milano, Torino e Novara per poi espandersi ulteriormente, auspica la fondatrice.
L’iniziativa Takeve assume ancor più valore se si pensa che su 6 milioni di imprese in Italia, solo 1,3 milioni sono guidate da donne. Secondo Unioncamere “la nascita di imprese femminili mostra segnali di ripresa, ma la pandemia continua a pesare sulla voglia di mettersi in proprio delle donne”. Le iscrizioni di nuove attività femminili nei primi nove mesi del 2021 sono più numerose di quelle registrate nello stesso periodo del 2020 (+7mila) ma sono circa 9.200 in meno dello stesso periodo del 2019. “Malgrado l’incremento delle iscrizioni tra 2020 e 2021, il peso delle nuove imprese femminili sul totale delle iscrizioni si è ridotto di quasi due punti percentuali, passando dal 27,1% di due anni fa, al 25,4% di settembre scorso. Quasi il 24% di queste nuove imprese guidate da donne, però, nasce come società di capitali, tipologia di azienda più strutturata e “robusta” sotto il profilo organizzativo e gestionale”. Il Mezzogiorno è l’area del Paese che registra il maggior numero di nuove imprese femminili (22.500) nei primi 9 mesi del 2021.
Le startup innovative con una prevalenza femminile – ossia, in cui le quote di possesso e le cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne – sono 1.810, il 12,9% del totale. E le startup innovative in cui almeno una donna è presente nella compagine sociale sono 5.989, il 42,7% del totale.
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