L’idea della start up Re-cig, cresciuta a Rovereto, che cerca alleanze con altre Pa
Dare una seconda vita ai mozziconi di sigarette. Una vita green nel nome del rispetto e dell’ecosostenibilità aziendale. E in Italia che è nato un progetto altamente innovativo. A firmarlo è la startup Re-cig, nata e cresciuta a Rovereto nell’hub di Trentino Sviluppo – l’Agenzia della Provincia Autonoma di Trento dedicata a favorire lo sviluppo sostenibile del sistema trentino ossia creato ad hoc per iniziative nel campo della green economy.
La startup fondata da Marco Fimognari e Nicola Bonetti e coinvolta nel Progetto Manifattura dell’hub trentino (sorto dalle “ceneri” della storica Manifattura Tabacchi di Rovereto), ha brevettato un sistema che attraverso appositi smokers points – 500 quelli installati in centri commerciali, imprese e comuni in tutta Italia – tiene traccia delle cicche di sigaretta per poi procedere alla raccolta e alla successiva lavorazione di carta, tabacco e filtro. Sono i filtri, in particolare, ad essere trattati per essere ritrasformati in acetato di cellulosa, componente plastico adatto a diverse attività produttive. Nel primo anno di attività del progetto sono già 2 milioni i mozziconi trattati e riconvertiti da cui sono stati ricavati 600 kg di plastica.
L’iniziativa si sta progressivamente diffondendo sul territorio nazionale e manifestazioni di interesse sono arrivate anche dall’estero, in particolare da Polonia, Germania e Spagna.
Ambiziosi gli obiettivi considerato che in Italia finiscono nei posaceneri, e ancor peggio sulle strade cittadine, circa 13mila tonnellate di mozziconi. Intanto la startup si appresta a chiudere il 2021 con un volume d’affari di 200mila euro e si prepara per nuove assunzioni.
«Sono un fumatore, perciò mi son sempre chiesto che fine facessero i mozziconi che buttavo via. Un giorno mi son detto: perché non provare a riciclarli?» racconta Marco Fimognari, che nella vita è anche imprenditore in una realtà di carpenteria metallica. Da qui il coinvolgimento, nel 2016, dell’amico Nicola Bonetti, anch’egli imprenditore nel settore delle vendite al dettaglio, la partecipazione alla business competition per startup “120 secondi” di Trentino Sviluppo, la ricerca di uno spazio di progettazione in co-working, l’avvio del dialogo con l’Università di Trento per studiare la fattibilità dell’idea e la registrazione, nel 2019, del brevetto per l’intero processo di riciclo. «Un processo molto semplice» spiega ancora Fimognari: «installiamo i nostri posaceneri e forniamo contestualmente all’impresa o al centro commerciale unità di stoccaggio capaci di contenere oltre 100mila mozziconi dove gli smokers point andranno svuotati una volta pieni. Poi, con cadenza regolare, ritiriamo i maxi-contenitori e li portiamo nel nostro capannone a Cirè di Pergine Valsugana».
I mozziconi vengono lavati, setacciati, si separano i residui di tabacco e le cartine dai filtri e questi ultimi – che non essendo biodegradabili rischierebbero di diventare microplastiche inquinanti – vengono ritrasformati in acetato di cellulosa. Il polimero, dopo aver superato gli opportuni controlli di conformità nel rispetto delle autorizzazioni ottenute, può essere reimmesso sul mercato. E sono svariati gli impieghi possibili, tra i più comuni nel mondo dell’occhialeria, della stampa 3D e della produzione di manici per gli ombrelli passando per le cover dei cellulari e le penne. «Riusciamo a recuperare solo lo 0,005% dei mozziconi in giro per il Paese, il lavoro da fare è ancora tanto. Per questo – auspica Fimognari – motivo ci piacerebbe riuscire a coinvolgere nel nostro progetto di riciclo, quante più amministrazioni locali possibili».
© RIPRODUZIONE RISERVATA