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Quando l’arte interpreta i dati climatici

Progetto promosso da Google Arts & Culture con la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici


Google Arts & Culture e la Unfcc (la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici) hanno scelto la Giornata Mondiale dell’Ambiente che si è celebrata lo scorso 5 giugno per svelare al grande pubblico le creazioni a firma di cinque artisti, l’italiana Cristina Tarquini, Fabian Oefner, Laurie Frick e il duo Pekka Niittyvirta & Timo Aho. Heartbeat of the Earth (https://experiments.withgoogle.com/collection/arts-culture#heartbeatoftheearth), questo il nome della prima “collezione” ispirata ai dati climatici è stata realizzata sulla base sia delle informazioni contenute nel report delle Nazioni Unite sia di altre istituzioni scientifiche, tra cui la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) e l’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Acidificazione dell’oceano, What we eat, Coastline Paradox e Timelines i titoli delle quattro opere.


Una raccolta interattiva di opere d’arte sul clima, prodotte da alcuni artisti sulla base dei principali risultati del rapporto dell’Onu Intergovernmental panel on climate change 2018.


Acidificazione dell’oceano, a firma della digital visual artist italiana Cristina Tarquini affronta il fenomeno, come si evince dal titolo stesso dell’opera, dell’acidificazione e punta a rappresentare una testimonianza degli effetti causati dall’aumento di CO2 sugli oceani. Dall’erosione allo sbiancamento dei coralli, dalla scomparsa di specie di pesci allo scioglimento delle conchiglie, dall’aumento incontrollato delle meduse all’invasione di rifiuti nei nostri mari.

In What we eat (Ciò che mangiamo) la data artist Laurie Frick analizza l’impatto dei singoli alimenti sull’ambiente, utilizzando rappresentazioni grafiche dei dati, codificati per colore e dimensionati in base alla produzione di CO2, tenendo conto che il 25% del cambiamento climatico è causato dalla produzione di cibo, in aumento a un tasso maggiore di quello provocato dal mondo dei trasporti.

 

 

Pekka Niittyvirta & Timo Aho sono gli autori di Coastline Paradox (Paradosso costiero), un “esperimento” che attraverso una mappa interattiva elaborata con le immagini di Google Street View consente di confrontare l’attuale livello del mare e proiettarlo nei prossimi 300 anni, fino al 2300, tenendo conto delle previsioni scientifiche. Il tutto accompagnato da un’elaborazione su quante persone saranno costrette a emigrare a causa dell’erosione costiera.

 

 

Timelines (Linee del Tempo) è l’opera del fotografo Fabio Oefner che raffigura l’impressionante ritiro dei ghiacciai del Trift e del Rodano in Svizzera negli ultimi 140 anni. Tutti i movimenti sono tracciati anno per anno utilizzando dettagliate coordinate digitali, fornite da un dataset di Glamos, in Svizzera, un drone equipaggiato con potenti luci Led e immagini a lunga esposizione del percorso di volo del drone.

Google Arts & Culture ha inoltre celebrato la Giornata Mondiale dell’Ambiente con la campagna “Into the Deep” che esplora i misteri dell’oceano antartico, realizzata in collaborazione con il Ministero Federale dell’istruzione e della ricerca tedesco. Presentata anche una raccolta di video sulla natura nell’arte, ispirata alla “Pastorale” di Beethoven e realizzata in collaborazione con Bthvn2020, la Beethoven Jubiläums Gmbh fondata il 1° luglio 2016 come filiale della fondazione Beethoven-Haus.

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