Poesia urbana. Le incisioni dell’artista veneziano del ‘700 a confronto con le fotografie di Gabriele Basilico
«Non era facile riprodurre le vedute di Piranesi rispettando alla lettera la visuale, ma arricchendola col tocco della propria visione personale» descrive così Pasquale Gagliardi, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini, il processo creativo che portò l’istituzione culturale veneziana ad organizzare una prima mostra su Giambattista Piranesi (Venezia, 1720 – Roma, 1778) nel 2010. Le Arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer, – questo il titolo della mostra itinerante dedicata al celebre artista, incisore, nonché architetto lagunare –, era stata curata dalla Fondazione in collaborazione con un architetto contemporaneo, Michele De Lucchi, al tempo impegnato nel progetto per la nuova grande biblioteca della Manica Lunga della Fondazione. De Lucchi decise di commissionare a Gabriele Basilico,
celebre fotografo del paesaggio urbano (e anch’egli architetto di formazione), una serie di scatti che riprendessero le stesse vedute ritratte nelle incisioni del Piranesi, alcune delle quali furono stampate rigorosamente in bianco e nero e affiancate alle opere settecentesche in un originale percorso museale. Un allestimento che, nelle parole di Gagliardi, da una parte fu in grado di mostrare l’attualità delle incisioni di Piranesi e dall’altra «bilanciava l’attenzione alla singola incisione e l’utilizzo di diverse incisioni come tessere di un mosaico».
In realtà furono più di 300 le immagini scattate dal fotografo milanese, 70 delle quali trovarono spazio in un successivo catalogo pubblicato da Contrasto nel 2019, un omaggio alla creatività di Basilico che era scomparso nel 2013. Ma ecco che oggi, nel terzo centenario della nascita di Piranesi,
Palazzo Cini a San Vio torna ad omaggiare l’opera dell’artista settecentesco e quella del fotografo del ‘900, riprendendo il percorso museale originale e arricchendolo di 12 scatti inediti.
La nuova selezione, intitolata Piranesi Roma Basilico è curata da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione, in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico. Nell’esposizione allestita nella casa-museo, che riprende in realtà l’itinerario artistico del volume del 2019, la poesia urbana di Roma è protagonista di un dialogo tra le opere dei due artisti: 26 stampe originali affiancate alle 26 vedute di Roma del fotografo milanese. Il visitatore potrà quindi ammirare le opere suddivise tematicamente per nuclei e percorsi, dalle antichità, alle piazze e ai luoghi simbolici della Roma pontificia, e del genere vedutistico romano, con chiese e basiliche, nonché il Tevere. Un omaggio alla Città Eterna in mostra fino al 23 novembre, reso possibile anche dal fatto che l’ampio corpus Piranesi è di proprietà della Fondazione Cini sin dagli anni Sessanta, quando il suo fondatore e noto collezionista d’arte Vittorio Cini la acquisì e successivamente la donò all’Istituto di Storia dell’Arte della stessa fondazione.
A Gabriele Basilico è intitolato anche l’omonimo premio biennale rivolto a fotografi internazionali under 40 che abbiano saputo coniugare nella loro produzione artistica architettura e paesaggio.
Nato nel 2015 per iniziativa dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano, dell’Archivio Gabriele Basilico e della Fondazione Studio Marangoni, quest’anno per la prima volta il premio è stato vinto da un italiano, Michele Borzoni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA