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L’insegnamento dello sport: non scoraggiarsi mai

La storia di Francesca Porcellato, atleta paralimpica in perenne sfida con la velocità


«Lo sport paralimpico è testimonianza positiva del progresso del Paese». Ad affermarlo è stato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a chiusura del primo Festival della Cultura Paralimpica che per quattro giorni (dal 20 al 23 novembre 2019) ha riunito alla Stazione Tiburtina di Roma atleti, studenti e rappresentanti delle istituzioni attorno al tema dello sport e della disabilità con dibattiti, mostre, film, libri, storytelling, spettacoli.

La rassegna è stata inaugurata dal presidente del Cip, Luca Pancalli, a cui è seguito nei giorni seguenti un carosello di storie e anche le note del prodigioso deejay con la mano bionica, Michele Specchiale, fino alla cerimonia di chiusura cui ha partecipato il Capo dello Stato. Tra “Storia di un ragazzo in gamba” (la biografia di Roberto La Barbera, argento alle Paralimpiadi di Atene nel salto in lungo) e “Nessuno rimane indietro” (il docufilm sul Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa), il messaggio della manifestazione ricalca quanto ha raccontato Francesca Porcellato: lo sport è una palestra di vita e insegna a sfidare i propri limiti.

Michele Specchiale, deejay con la mano bionica, al Festival della cultura paralimpica © Augusto Bizzi

La storia della campionessa di paraciclismo – con un palmares di 13 vittorie fra tappe del Giro d’Italia, campionati mondiali e italiani tra cui la medaglia d’oro ai Campionati Mondiali e alla Coppa del Mondo, l’argento alla Coppa del Mondo crono – inizia quando, a due anni, è stata involontariamente investita da un’autocisterna entrata nel cortile di casa. L’incidente le toglie l’uso delle gambe: «All’età di sei anni mi hanno dato la mia prima carrozzina – racconta Francesca – che per me ha significato conquistare la libertà. Quando ci  sono salita per la prima volta ho desiderato farla volare, ho desiderato il vento fra i capelli».

Negli anni dell’adolescenza Francesca, il destino affianca al suo carattere una serie di incontri fortuiti. Dal suo paesino in provincia di Treviso si trova infatti a passare per puro caso la nazionale italiana paralimpica di tennis tavolo: per Francesca è l’incontro con un mondo solo vagamente immaginato fino ad allora, quello dello sport. Francesca però non ne vuole sapere di giocare a tennis tavolo.

Il giorno dopo ci sono le qualificazioni per i campionati italiani di atletica, ma il primo incontro con le carrozzine da corsa è traumatico: sono sgraziate, bruttissime rispetto alla sua. A bordo pista, Francesca resta perplessa e indecisa, non vuole salirci. Ancora una volta è il destino a dare una svolta alla sua vita: questa volta sotto forma di un acquazzone improvviso che la lascia fradicia e infreddolita. Per riscaldarsi qualcuno le consiglia di fare movimento: sale sulla carrozzina da corsa e prova qualche giro. È un colpo di fulmine. Da quel momento la sua vita è tutta una corsa.

Vince quella prima gara e si qualifica per gli italiani: dopo quindici giorni diventa campionessa italiana nei 100 metri. Sembra già un lieto fine, ma nessuno sa che in realtà per Francesca è solo l’inizio. Viene convocata agli Internazionali di Londra dove vince l’oro nei 100 metri e l’argento nei 200. L’obiettivo di Francesca è quello di partecipare ad almeno una Olimpiade: riesce a qualificarsi a Seoul 1988 dove vince l’oro nei 100 metri, e dopo l’Olimpiade asiatica partecipa ad altre cinque edizioni estive dei Giochi.

Il tecnico della nazionale le propone di provare anche lo sci. All’inizio Francesca rifiuta ma poi cede e riesce a conquistare l’oro nella gara di sprint del 2010 a Vancouver, alle Olimpiadi Invernali. Al rientro da Vancouver l’Associazione Ristoratori di Valeggio sul Mincio, dove vive, le regala una handbike. Francesca scopre una nuova disciplina paralimpica, l’ennesima declinazione della velocità. Arriva a vincere nel 2013 i campionati italiani, a conquistare il bronzo ai Giochi Olimpici di Rio e a partecipare al Giro d’Italia nel 2018.

Lo sport è una palestra di vita che fa conoscere se stessi e quando conosci te stesso puoi fare qualsiasi cosa, basta provare più volte senza scoraggiarsi

Francesca Porcellato

Lei stessa ne è l’esempio: oltre alle medaglie olimpiche in 4 diverse discipline, Francesca Porcellato è una donna che, pur avendo perso l’uso delle gambe, riesce ogni giorno a far avverare ugualmente il suo sogno.

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