Sculture di carta, micro-installazioni e anche sperimentazioni per la medicina
Dai bonsai ai samurai, fino a oggetti infinitesimali creati grazie alle nanotecnologie: l’arte degli origami continua ad affascinare e a fare proseliti. E sono soprattutto le nuove generazioni – giovani artisti emergenti – a dare prova di estro e soprattutto di grande maestria. Classe 1991, Naoki Onogawa è al momento l’artista più “quotato”: nonostante la giovane età, pratica l’origami (dalle due parole giapponesi “oru”, piegare e “kami”, carta) sin da bambino ed è diventato talmente abile da balzare agli onori della cronaca come lo scultore della carta. Già numerosi i lavori che vanta all’attivo e gli ultimi, in ordine temporale, sono quelli della collezione bonsai: Onogawa crea centinaia di mini “orizuri” (le tradizionali gru di carta, un classico dell’arte degli origami) dall’apertura alare di 1 cm per poi comporli insieme fino a creare alberi bonsai in cui gli orizuri sembrano tante foglioline.
Per Onogawa gli orizuri hanno un significato molto profondo: non solo sono simboli di pace – come vuole la tradizione giapponese. Dopo aver visitato la zona di Rikuzentakada, l’anno successivo allo tsunami dell’11 marzo 2011 che ha devastato le coste nipponiche – il giovane artista ha iniziato a realizzare gru di carta in miniatura come simboli di preghiera
Già nel processo creativo risiede la preghiera: realizzare oggetti tanto piccoli quanto complessi, richiede concentrazione, ripetitività, meditazione quasi.
Sembazuru Orikata, nel suo libro “Piegatura delle mille gru”, risalente al 1797, scriveva che “chiunque riesca a piegare mille gru, vedrà esauditi i desideri del proprio cuore”. E Onogawa ne ha piegate ben più di mille di gru – lui stesso dice di realizzarne mille in mille minuti – per dare vita alle sue sculture di pace e di preghiera, di cui alcune esposte nella mostra “Folklore” al Museo d’arte della città di Setouchi, fino al prossimo 5 maggio 2021. Ma è possibile ammirarle anche sul profilo Instagram dell’artista.
Dai natali finlandesi il 23enne Juho Könkkölä che crea origami ispirandosi a personaggi tradizionali dell’arte giapponese ma anche alla mitologia, ai libri, ai film. Il tutto con un unico foglio di carta quadrato. Un procedimento molto complesso che comporta la realizzazione di un layout preciso per incastrare i singoli elementi, un labirinto di linee e coordinate – un libretto di istruzioni incomprensibile ai più – che guidano l’artista piegatura dopo piegatura, fino a ottenere la forma finale. E a volte con una piccola spazzola intrisa d’acqua la scultura viene “compattata” per rimanere intatta e inalterata. Ma nessun pezzo di carta viene mai strappato o tagliato, ed è questa la sorprendente maestria.
È a firma di un team guidato dai ricercatori della Cornell University quel che è stato annunciato come il più piccolo uccello origami auto-piegante del mondo, con tanto di pubblicazione sulla rivista Science Robotics.
Il nano-origami, figlio delle nano-tecnologie e della nano-robotica, è composto di strati dallo spessore di soli 30 atomi, rispetto a un foglio di carta, il cui spessore è di circa 100mila atomi.
Per capirci siamo nell’ordine di “grandezza” delle cellule. E l’esperimento è stato effettuato con l’obiettivo di realizzare nanobot intelligenti da usare per trattamenti medici
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In copertina: Ph. © Carolina Garcia Tavizon via Unsplash