Il Mozzarella Bar punta al dialogo tra contemporaneità e memoria dell’edificio storico grazie al progetto di Labics
Nel cuore di Firenze, lungo la sua via più elegante, si trova “Obicà Mozzarella Bar”, il ristorante che pone al centro della propria proposta la Mozzarella di Bufala Campana Dop nelle sue diverse declinazioni. Rientrato rispetto alla strada, bisogna scovarlo, come un tesoro nascosto. E in effetti, situato nel chiostro di Palazzo Larderel, si presenta proprio come uno scrigno che si apre a chi è in cerca di una sosta rilassante, di un luogo intimo e riparato rispetto al brulichio della città. Ciò che colpisce appena arrivati è la straordinaria convivenza fra la memoria dell’edificio storico e il linguaggio contemporaneo attraverso il quale si esprime locale. Qui food e design interagiscono costantemente restituendo un’atmosfera appagante sia per il palato sia per gli occhi.
La storia di “Obicà” risale ai primi anni 2000, quando il suo fondatore Silvio Ursini (vicepresidente esecutivo di Bulgari Group), durante un viaggio in Giappone assiste al rituale della preparazione a vista del sushi: una cultura culinaria diversa da quella italiana, che tuttavia ha in comune con quest’ultima l’attenta selezione delle materie prime e la cura nel modo di servire le pietanze. Da allora l’idea della preparazione a vista sotto gli occhi dei consumatori è diventata centrale per “Obicà”. Nel 2004 nasce così il primo locale a Roma: il successo sarà tale che negli anni ne apriranno tanti altri, in Italia e nel mondo (oggi sono 24 fra Roma, Firenze, Milano, Palermo, Serravalle, Londra, Los Angeles, New York, Tokyo).
I piatti sono concepiti nel rispetto della stagionalità degli ingredienti e con grande attenzione alla qualità delle materie prime. Il menu, che cambia di stagione in stagione, per quest’estate prevede come piatti di punta la Ventricina del Vastese e la Bresaola di tonno e roastbeef di bufala. Fra le possibilità di scelta ci sono poi i Piattini Food to Share che consentono di condividere e scoprire tutte le nuove proposte. E ancora il Perino ripieno con legumi e tonno, la Millefoglie di verdure con casatica di bufala, la Millefoglie di bresaola di tonno, le Mozzarelle in panatura di couscous e le Crocchette di tonno e ricotta. Anche le pizze guardano alla bella stagione con la Pesto e stracciatella e la Salmone affumicato con limone e finocchietto.
«Il modello di Obicà si basa sulla ricerca di ingredienti premium da poter assaporare in location esclusive con un design ricercato» spiega Davide Di Lorenzo, Ceo del Gruppo.
Il segreto del successo è la semplicità, la freschezza delle materie prime, la nostra anima cosmopolita e la voglia di volersi mettere in gioco rinnovandosi continuamente pur rimanendo fedeli alla filosofia del brand.
Per il locale di Firenze – così come per numerosi altri – Ursini si è rivolto allo studio di architettura Labics (Maria Claudia Clemente, Francesco Isidori) che ha concepito un progetto dalle linee pulite, essenziali, contemporanee e perfettamente in equilibrio con il linguaggio tardo rinascimentale del palazzo storico nel quale si inserisce. Un equilibrio non comune nella città del Brunelleschi, dove i segni dell’innovazione sono troppo spesso mortificati da un malinteso senso del rispetto e della salvaguardia del patrimonio storico architettonico. Il progetto suggerisce un’attenzione precisa nella calibrazione delle luci e delle componenti cromatiche (mai eccessive, anzi in sintonia con i toni della pietra serena), nell’organizzazione degli spazi – da quelli più animati a quelli più intimi e riservati -, nella scelta degli arredi – molti dei quali realizzati su misura.
«Il progetto lascia inalterato lo spazio e la sua percezione: una vetrata a giorno garantisce la continuità visiva e spaziale tra il chiostro rinascimentale e la loggia; i due banconi sono collocati parallelamente ai lati corti in modo da non sovrapporsi ai partiti architettonici esistenti – spiegano gli architetti. Coerentemente con il concept Obicà l’intervento si sovrappone all’involucro rinascimentale dichiarando il suo carattere reversibile e contemporaneo (…)»
Da Obicà a Firenze con il suo chiostro quattrocentesco a Obicà Campo dei Fiori a Roma o Obicà Brera a Milano, passando per le terrazze di Obicà Palermo e di Obicà Duomo a Milano, grazie all’equilibrio tra tradizione e innovazione, ogni ristorante diventa il posto ideale per un viaggio contemporaneo fra cibo e architettura.
«I due elementi si completano – racconta Di Lorenzo -. Al giorno d’oggi le persone cercano nella ristorazione molto più che la semplice soddisfazione del palato. Si tratta infatti di vere e proprie esperienze a 360 gradi che coinvolgono il cibo, l’ambiente, il design ma anche la cordialità e l’ospitalità del team».
Attenta al sociale, dal 2010 “Obicà” sostiene la Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus -che aiuta l’infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo- con un progetto a favore dei bambini di Haiti.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
1 kg di pomodori biologici San Marzano
150 gr di cetrioli
80 gr di peperoni rossi
100 ml di olio extravergine di oliva
8 gr di sale fino
(Obicà utilizza il Pomodoro Biologico La Motticella e l’Olio Biologico Pugliese Cinzia Ceci)
PER LA FINITURA DEL PIATTO
100 g di stracciatella pugliese
40 g di crostini di pane artigianale
60 ml di olio extravergine di oliva
foglie di basilico
PROCEDIMENTO
Tuffare i pomodori in acqua bollente per circa 30 secondi, quindi lasciarli raffreddare e togliere la pelle. Rimuovere i semi dai pomodori e frullarli con i cetrioli e i peperoni, aggiungendo olio e sale. Servire in una zuppiera, ultimando il piatto con la stracciatella pugliese e i crostini di pane. Guarnire con un filo di olio e foglie di basilico. La temperatura di servizio ideale del piatto è di circa 12/15 gradi.
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