Una mostra al Vitra Design Museum (Weil am Rhein). Tra le soluzioni quelle di Snøhetta, Carlo Ratti e Rem Koolhaas
La forza invisibile in gran parte delle funzioni del quotidiano: l’energia appare come il motore dinamico della società attuale. Una potenza percepibile solo attraverso gli oggetti, gli edifici e le infrastrutture da cui viene generata, distribuita e impiegata, oggi è protagonista di un attivo processo di trasformazione legato ai principi della sostenibilità e ai cambiamenti climatici.
Nell’ampio scenario della transizione energetica, è ormai noto come in un mondo sempre più avido d’energia, la ricerca si focalizzi verso l’uso e lo sviluppo di cariche rinnovabili insieme a tecnologie all’avanguardia.
Processi dove l’innovazione nata dall’analisi scientifica viene coadiuvata da nuovi studi per lo sviluppo del disegno degli oggetti e dei sistemi a riguardo. Dove il progetto si afferma nella sua centralità, dove la cultura del design e dell’architettura, sono attive nel plasmare forme contemporanee per prodotti, impianti e territori per le generazioni future. Tema di rilievo, motivo conduttore del percorso espositivo dal titolo: Transform! Designing the Future of Energy.
Una mostra che dimostra che l’energia è una delle più grandi sfide del nostro tempo, ma anche una delle più grandi opportunità per rimodellare il nostro mondo.
Allestita nelle gallerie del Vitra Design Museum dal 23 marzo al 1° settembre 2024, si organizza in quattro sezioni principali anticipate da Human Power, dove la forza dell’uomo è protagonista. Qui, un momento partecipativo in cui i visitatori vengono invitati a scoprire quanto tempo si dovrebbe pedalare su una cyclette, per produrre carica per semplici attività odierne, anche solo per navigare sul web o fare una doccia calda.
Energy Tools è il termine che innalza in primo piano prototipi di settore, insieme ad articoli reali o visionari “off grid”, intesi come elementi privi di connessione con la convenzionale rete di infrastrutture energetiche. Tra gli esempi del passato la Solar Do-Nothing Machine inventata da Charles e Ray Eames nel 1957 per dar vita a sculture cinetiche in azione impiegando la tecnologia del fotovoltaico. Recenti le sperimentazioni di cellule fotovoltaiche integrate a tessuti firmate da Pauline van Dongen, che includono la Solar Shirt del 2015 e il Suntek del 2022. «Design, che mira a portare la moda solare dalla passerella alla strada – come anticipato dalla designer – dove la camicia incorpora 120 celle solari a film sottile, combinate in moduli standardizzati e funzionali, utilizzando la tecnologia di interconnessione elastica del Centro Holst per l’integrazione dell’elettronica nei tessuti. Un capo d’abbigliamento quotidiano, in grado di ricaricare uno smartphone o qualsiasi altro dispositivo portatile compatibile con l’usb».
E tra gli Energy Tools in mostra anche il prototipo dell’Hydrogen Cooker di Stefan Troendle, la lampada a sospensione Sunne di Marjan van Aubel e la street lamp Papilio di Tobias Trübenbacher, capace di soddisfare il proprio fabbisogno energetico mediante un rotore eolico incorporato.
«Trasform! Designing the Future of Energy – spiegano il curatore Jochen Eisenbrand dei Vitra Design Museum – sottolinea che la trasformazione dei sistemi energetici non deve limitarsi all’espansione delle fonti rinnovabili. È qui fondamentale la progettazione intelligente degli oggetti di uso quotidiano insieme all’implementazione di visionari interventi urbanistici e infrastrutture. Designer e architetti di tutto il mondo stanno già contribuendo con soluzioni e idee innovative per ridurre il nostro consumo di energia, mutando il nostro stile di vita ad alto fabbisogno energetico e prendendo parte al processo per conseguire un futuro sostenibile».
Transformers è il termine che introduce realizzazioni del mondo dei trasporti e dell’architettura qualificate da un alto livello di innovazione e finalizzate a un attenta limitazione dell’utilizzo energetico. In prima fila The Powerhouse Brattørkaia di Trondheim (Norvegia), firmata dagli architetti di Snøhetta, presentata come un complesso capace di produrre il doppio del quantitativo di energia necessario al proprio occorrente e cedere il surplus in eccesso alla micro-rete locale. Sistema climatico autosufficiente, il punto positivo per il quartiere urbano sostenibile di The Plus Energy Quarter P18 di Bad Cannstatt (Germania) studiato dai professionisti di Werner Sobek in collaborazione con AktivHaus. Il merito grazie a un impianto di riscaldamento che combina collettori termici fotovoltaici con pompe di calore, insieme alla ventilazione controllata degli spazi interni occupati.
Tra i progressi nel mondo della mobilità le vetture sperimentali solar-powered di Covestro Sonnenwagen, in grado di percorrere fino a 500 km con un impianto solare di soli 2,5 mq, e gli interventi di startup quali Sono Motors per l’integrazione di sistemi fotovoltaici in autovetture di serie.
Future Energyscapes è la sezione che ci proietta in una visione quasi avveniristica del futuro dove appaiono nuove tipologie per l’immagazzinaggio di forza. Adaptive reuse invece per il progetto dell’Energiebunker di Amburgo, dove un bunker in cemento armato della seconda guerra mondiale fu rinnovato e ampliato per accogliere una struttura in grado di generare calore ed elettricità alle zone circostanti. Hot Heart è il nome della pionieristica proposta di Carlo Ratti, caratterizzata da un arcipelago di bacini, con la duplice funzione di fungere da punti di stoccaggio per l’energia termica e centri ricreativi per la comunità, vincitrice dell’ Helsinki Energy Challenge. Quest’ultimo è promosso dalla municipalità della capitale per accelerare la sua transizione verso la neutralità del carbonio nel riscaldamento entro il 2030. Tra le molteplici visioni per il futuro del settore non manca l’ipotetica Eneropa di Rem Koolhaas con AMO.
In copertina: Marjan van Aubel, Sunne, solarbetriebene Lampe, 2022 ©Marjan van Aubel Studio
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