Dagli abiti “viventi” in grado di consumare e digerire biomassa, alla sedia fonoassorbente assemblata con 44 materiali differenti, fino alle facciate di edifici che convertono il carbonio in biocarburante
Neri Oxman, architetto di origine israeliana a capo del gruppo di ricerca Mediated Matter Group al Mit di Boston, è l’autrice delle futuristiche creazioni realizzate secondo un nuovo approccio al design, definito “Material Ecology”: partendo da materiale organico si costruiscono, attraverso processi di biologia sintetica, altri prodotti in grado di funzionare e reagire al mondo esterno in autonomia, proprio come gli esseri viventi.
Progetti che per ora sono ancora solo dei prototipi e che trovano spazio principalmente in musei e rassegne come opere d’arte. Tra le ultime creazioni, la linea di maschere funerarie Vespers, in mostra fino al 15 aprile a Melbourne alla triennale della National Gallery of Victoria, realizzata in collaborazione con Stratasys, società leader nella stampa 3d, che produce oggetti caratterizzati da diverse tipologie di rigidità, opacità e colore. Quindici coloratissime maschere stampate in 3d e pensate per essere delle “air urne”, ovvero dei contenitori in grado di trattenere l’ultimo respiro del defunto.
Sul fronte della moda, Oxman insieme al suo team ha realizzato la linea di abiti per i viaggi interstellari Wanderers. Quattro pezzi che si ispirano ai corpi celesti di Giove, Saturno, Mercurio e Luna. Ciascuno di questi presenta una particolare caratteristica che consente, a seconda della struttura, di convertire idrocarburi, calcificare batteri e immagazzinare ossigeno. Come funzionano nel dettaglio? Mushtari per esempio, il pezzo realizzato pensando alle condizioni climatiche presenti su Giove, si presenta come una sorta di protesi, che si ispira alla forma del tratto gastrointestinale umano, e contiene al suo interno batteri che si attivano con la luce solare e sono in grado di consumare e digerire biomassa, assorbire nutrienti, generare energia ed espellere gli scarti.
L’approccio progettuale che seguiamo ci consente di affrontare problemi diversi. Siamo giunti a una nuova era della creatività, che ci porta da un design ispirato alla natura ad una natura ispirata al progetto.
Neri Oxman
Nel campo del design d’interni, troviamo invece la sedia fonoassorbente Gemini, assemblata utilizzando 44 materiali con diverse combinazioni meccaniche che variano colore e forma a seconda delle condizioni ambientali in cui si trova l’oggetto.
E ancora, per la hall del MIT di Boston nel 2013 è stato creato il Silk Pavilion. Dopo aver realizzato una struttura primaria in acciaio e seta, sono stati posizionati alla base di questa circa 6.500 bachi, che giorno dopo giorno si sono riprodotti e hanno creato, sullo scheletro di base, una copertura in seta. “Nel giro di due-tre settimane – ha raccontato Oxman – i bachi hanno filato 6.500 chilometri di fibre tessili. In un curioso parallelismo, questa è anche la lunghezza della via della seta”.
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