L’economia circolare riesce ad attrarre un numero sempre maggiore di investitori ed innovatori
Trasformare i rifiuti in prodotti “green” a uso delle città e dei territori italiani. In nome dell’economia circolare e della tutela dell’ambiente. Sono sempre più numerose le start-up italiane votate alla sfida ecologica. E l’ondata di fondi pubblici europei e nazionali (dal Green Deal al Pnrr), nonché di quelli messi in campo dalle grandi banche e soprattutto dal venture capital, ha attivato la macchina degli investimenti e dei progetti come mai prima d’ora.
Molte le iniziative che facendo leva sulla mole crescente dei rifiuti urbani puntano a offrire un modo alternativo, spesso ingegnoso, per tracciarli, smaltirli e recuperarli fornendo alle pubbliche amministrazioni soluzioni di nuova generazione che permettono anche di sensibilizzare la popolazione.
È questo il caso del cestino Hooly messo a punto da Ganiga Innovation: brevettato insieme con Ingegneria Italia, si tratta di un contenitore che facendo leva sull’intelligenza artificiale punta a semplificare la raccolta differenziata e a invogliare i cittadini attraverso un sistema di raccolta punti che si traduce in buoni per lo shopping. Funziona così: ciascun cestino è visualizzabile su una mappa interattiva – alla stregua di quanto avviene per il car e bike sharing – attraverso una app su smartphone che consente quindi di individuare il contenitore più vicino alla propria abitazione. Ogni volta che si utilizza il cestino Hooly si ottengono punti e grazie a un meccanismo analogo a quello del cashback, i punti si tramutano in buoni da utilizzare presso i punti vendita convenzionati. E le pubbliche amministrazioni possono anche prevedere sistemi premianti attraverso sconti sulle tasse comunali – a partire da quella proprio dei rifiuti – per i cittadini che accumulano più punti. Non solo: i cestini sono dotati di sensori “intelligenti” che inviano messaggi di “alert” alla piattaforma informatica centrale in uso ai Comuni quando i contenitori sono quasi pieni, consentendo dunque di pianificare al meglio lo svuotamento di ciascun cestino, accelerando il processo di raccolta ed evitando l’accumulo di spazzatura nei quartieri e nelle aree più densamente popolate.
È in grado di raccogliere e smaltire la spazzatura urbana e di ricaricarsi attraverso l’energia solare il robot messo a punto dalla start-up Pixies: grazie a un sistema di deep learning, il robot, interamente in plastica riciclata, riconosce la presenza di rifiuti in strada – dalle carte alle cicche di sigaretta – e li raccoglie autonomamente. Una volta compiuto il lavoro si dirige presso la stazione di ricarica – una panchina dotata di pannelli solari – e si ricarica per la prossima “missione” (il robot può essere utilizzato sia all’aperto sia in spazi indoor). Pixies è stata selezionata dall’acceleratore “Zero” della rete nazionale di Cassa depositi e prestiti e a gennaio ha chiuso un aumento di capitale di 180mila euro con Cdp Venture Capital, LVenture Group e Key Capital. In corso trattative con alcuni comuni italiani per portare i primi robot pulitori nelle strade.
Riutilizza i rifiuti inerti prodotti dalle attività di costruzione e demolizione in edilizia trasformandoli in arredi urbani la start-up Ricoeso. Dalle panchine alle pavimentazioni, dagli elementi per l’illuminazione a fioriere, vasi, fontanelle, cestini e staccionate: le realizzazioni per l’arredo urbano, anche di aree verdi, sono disponibili in vari modelli e finiture per adattarsi a qualsiasi contesto urbano. Questa vede in campo un gruppo di imprenditori e professionisti che hanno messo a fattor comune competenze e know how: EcoloLogica 2000, fra i principali operatori del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione del centro Italia, SolPreA, produttore di articoli in cemento armato vibrato e precompresso per l’edilizia civile e industriale e per impianti agricoli, la società di ingegneria Interprogetti-Itp e lo studio di architettura Francesco Andreani.
Inizia a farsi strada anche in Italia il fishing for litter alias la pesca dei rifiuti marini grazie alla start-up Ogyre che punta a raccogliere 1,5 milioni di chili di plastica dal mare entro il 2024. Il fishing for litter è una modalità di recupero di rifiuti dal mare che vede protagonisti i pescatori: i rifiuti raccolti durante la normale attività di pesca vengono conservati e portati a terra. E ciascun cittadino può partecipare al raggiungimento di una o più missioni attraverso un contributo economico.
In copertina: © Ogyre
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