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Milano omaggia Gabriele Basilico con una mostra di 500 opere

L’allestimento tra Palazzo Reale e Triennale ripercorre lo sguardo del fotografo capace di raccontare le città sotto la lente dell’architettura


Una panoramica organica e completa sulle trasformazioni di Milano e della sua area metropolitana, grazie a un lavoro di documentazione realizzato sulla Città nel corso di quasi 40 anni, attraverso il racconto dell’architettura, del tessuto edilizio e dello sviluppo urbano. A dieci anni dalla scomparsa, Milano dedica a Gabriele Basilico una grande mostra che si articola in due sedi espositive, Palazzo Reale e Triennale Milano, e rappresenta il primo grande omaggio che la città in cui l’artista è nato gli rivolge, considerato un indiscusso maestro della fotografia contemporanea.

 La mostra Gabriele Basilico. Le mie città, che chiuderà il 7 gennaio in Triennale e l’11 febbraio a Palazzo Reale, propone complessivamente circa 500 opere ed è promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Triennale Milano, insieme a Electa e realizzata con la collaborazione scientifica dell’Archivio Gabriele Basilico. A Palazzo Reale la mostra è curata da Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia e presenta una selezione dei lavori sulle grandi committenze internazionali del fotografo, mentre in Triennale, dove la curatela è affidata a Giovanna Calvenzi e Matteo Balduzzi, viene esposta un’ampia selezione di immagini di Milano e delle sue periferie.


Più di ogni altra città, Milano ha offerto a Basilico la possibilità di sperimentare, di intraprendere ricerche con ampiezza di temi, tempo a disposizione, capacità di movimento.


La mostra in Triennale Milano

«Negli anni Milano è diventata per me come un porto di mare, un luogo privato dal quale partire per altri mari, per altre città, per poi ritornare e quindi ripartire», così Basilico raccontava il rapporto con la sua città. Legame approfondito negli spazi espositivi di Triennale Milano attraverso 13 serie fotografiche e centinaia di opere, di cui 180 fotografie a parete e un’ampia selezione di immagini d’archivio in teca. Un percorso che include il racconto delle periferie milanesi degli anni Settanta, la celebre inchiesta dedicata alle fabbriche (“Milano Ritratti di Fabbriche”, 1978-1980), l’indagine sulle architetture del modernismo milanese (1985), il progetto sulla città di notte realizzato per l’Aem (1989), i lavori per la costruzione del quartiere Porta Nuova (dal 2004 al 2012), il restauro del tetto del Duomo (2012). Vengono inoltre esposti tre nuclei di opere conservate presso il Museo di Fotografia Contemporanea, che provengono dai progetti “Archivio dello spazio” (Sesto San Giovanni, 1992-1993), “Milano senza confini” (1998) e “Paesaggio prossimo” (2006-2007).

«Avrei voluto seguire Gabriele e guardare con lui – dichiara Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano – attraverso i suoi occhi insieme delicati e implacabili. Le sue foto appartengono a un tempo diverso. Per quarant’anni ha magicamente raccontato, nei fili perfetti che solcano i suoi cieli in bianco e nero e soprattutto nei vuoti, nell’assenza dei corpi e dei gesti della vita quotidiana, la Milano fragile e frenetica di oggi, che ci appare come un sogno e insieme un incubo plausibile».

 La mostra a Palazzo Reale. Sono circa 200 le opere esposte a Palazzo Reale, con una ricca selezione dall’Archivio Basilico con i più importanti lavori dell’artista nel corso della carriera. Lo spazio del Lucernario sarà occupato da “Sezioni del paesaggio italiano”, un’indagine seminale sulla trasformazione del paesaggio nazionale realizzata per la VI Biennale di architettura di Venezia del 1996, in collaborazione con Stefano Boeri. Lo studio si sviluppa lungo sei sezioni del territorio, da nord a sud dell’Italia, con un esercizio documentaristico che permette al fotografo milanese di sperimentare un linguaggio che troviamo poi compiuto nelle fotografie delle metropoli del mondo.

Nella Sala delle Cariatidi sono esposte 100 fotografie di oltre 40 città realizzate in occasione di prestigiosi incarichi internazionali, fra cui Shanghai, Rio de Janeiro, San Francisco, Mosca, Londra, Parigi, Istanbul, Tel Aviv, Boston, Liverpool, Roma, Berlino, Lisbona, Valencia, Gerusalemme, Beirut, Amman, Montecarlo, Hong Kong e altre ancora. La veduta panoramica o sezionata di un pezzo di città diventa uno studio anatomico: la pratica fotografica di Basilico è sempre la somma di un’esperienza, di un insieme di informazioni che il fotografo ha raccolto e trasformato in immagini.

L’allestimento, progettato da Umberto Zanetti, ZDA Zanetti Design Architettura, con la sponsorizzazione tecnica di UniFor per gli allestimenti e di Viabizzuno per l’impianto illuminotecnico, è pensato come un tracciato urbano composto da vie e piazze dove lo spettatore incontra le fotografie di Basilico come se fossero affisse sui muri delle strade della propria città.

 «Gli imponenti e raffinati spazi di Palazzo Reale con le loro straordinarie dimensioni e la ricchezza decorativa costituiscono una cornice suggestiva per una esposizione e al contempo, un vuoto che richiede necessariamente di essere interpretato, organizzato, attrezzato. Le pareti perimetrali, architettoniche e scultoree, rimangono appena percettibili, in penombra nel loro ruolo di confini storici e lasciando che l’attenzione sia attratta dalla nuova architettura e dalle opere», ha dichiarato Umberto Zanetti, Zda Zanetti Design Architettura.

In copertina: mostra Gabriele Basilico. Le mie città © Alessandro Saletta 

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