Lo studio Carlo Ratti Associati ha realizzato un prototipo che utilizza le parti di scarto del frutto per creare il bicchiere in cui è versato il succo
Ordina, osserva, bevi. Rifiuti zero per “Feel the peel”, il prototipo realizzato da CRA-Carlo Ratti Associati per Eni che porta l’economia circolare nella vita di tutti i giorni. Lo studio ha presentato il suo Circular Juice Bar al Meeting di Rimini e sarà presto a Milano per mostrarne le funzionalità durante il Singularity University Summit (8/9 ottobre), prima di tornare nella cittadina romagnola in occasione di Ecomondo (5-8 novembre). Prima tappa di un tour nelle città italiane che permetterà di sperimentare le possibilità d’utilizzo di quanto fino ad oggi diventa “scarto”.
Il sistema automatizzato utilizza infatti buccia e filamenti delle arance per la creazione dei bicchieri, diminuendo sensibilmente i rifiuti organici.
Un bar monoprodotto che non produce scarti, quindi. Alla messa in funzione della macchina, le arance vengono tagliate in due e se ne spreme il succo; la buccia, invece, viene inviata ad un apposito contenitore dove, dopo l’essiccatura, vi si mescola l’acido polilattico per trasformarle in bioplastica. Il resto lo fa una stampante 3D integrata nella macchina. Il prodotto scaldato diventa filamento e crea davanti agli occhi del futuro “cliente” il bicchiere in cui sarà versato il succo. La tazza usa e getta può essere buttata via senza impatti sull’ambiente.
«Lavorando con Eni abbiamo cercato di mostrare tangibilmente il concetto di circolarità – spiega Carlo Ratti, founding partner di CRA e direttore del Senseable City Lab al the Massachusetts Institute of Technology – Il prossimo passaggio sarà includere nuove funzioni, per esempio la stampa dei tessuti».
La spremiagrumi, alta 3,10 metri, contiene circa 1500 arance nella cupola in vetro.
Nel team di sviluppo per lo studio sono entrati Saverio Panata, Alessandro Tassinari, Oliver Kazimir, Luca Bussolino, con Pasquale Milieri, Gary di Silvio, Gianluca Zimbardi attivi sui profili grafici. L’azienda italiana Wasp ha partecipato come sponsor tecnico al progetto.
Il connubio tra economia circolare e design è un leit motiv per lo studio Carlo Ratti Associati. Nei mesi scorsi il suo Circular Garden nell’Orto Botanico di Brera – sviluppato sempre in collaborazione con Eni – è stato protagonista durante la Milano Design Week 2019. La radice fibrosa dei funghi è stata utilizzata come materiale costruttivo per creare degli archi alti circa 4 metri e, ispirandosi al simbolismo dei giardini recintati, costruire delle stanze modulari smantellate alla fine della kermesse.
Circolare è stato anche il ristorante che nel 2018 è stato ospitato alla fiera Maker Faire di Roma: l’esempio di come il corretto conferimento permetta il riutilizzo. I rifiuti organici diventavano biocarburante di seconda generazione, il polistirene si trasformava in espandibile per il settore dell’isolamento termico e gli olii di frittura tornavano a vivere come biodiesel. «Una grande tavolata – diceva Carlo Ratti – dove sedersi per mangiare insieme e al contempo scoprire le possibilità di riutilizzo dei materiali usati, come piatti e posate, e degli scarti alimentari, anche a partire da semplici gesti quali riconsegnare le bucce della frutta».
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