Short list di 28 città per il titolo tra due anni. Intanto Parma scommette sugli under35
Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha reso note le 28 città in corsa per il titolo di “Capitale della cultura italiana 2022”: Ancona, Arezzo, Arpino, Bari, Carbonia, Castellammare di Stabia, Cerveteri, Fano, Isernia, L’Aquila, Modica, Molfetta, Padula, Palma di Montechiaro, Pieve di Soligo, Pisa, Procida, San Severo, Scicli, Taranto, Trani, Trapani, Tropea, Venosa, Verbania, Verona, Vigevano, Volterra. La short list con le dieci finaliste verrà definita entro il 12 ottobre 2020. La procedura si concluderà invece entro il 12 novembre 2020.
Premio di un milione di euro da considerarsi come base per un piano di iniziative che dovrà mettere sotto i riflettori la creatività e la cultura.
Contestualmente la capitale di quest’anno – e causa pandemia anche per il 2021 – Parma, ha annunciato i vincitori dell’open call Temporary Signs, promossa dal Comune di Parma in collaborazione con GAI – Giovani Artisti Italiani e Bjcem, Association Internationale pour la Biennale des Jeunes Créateurs d’Europe et de la Méditerranée. Il progetto di riscrittura ambientale era rivolto ad artisti under 35, che hanno presentato sculture, installazioni e architetture temporanee per la reinterpretazione dei luoghi e degli spazi della città.
Il bando ha puntato alla promozione della presenza del contemporaneo nel tessuto urbano, utilizzando appunto temporary signs che diano non solo un volto nuovo ai posti che li ospitano, ma che creino anche nuove forme di fruizione e inediti punti di vista. Un’occasione di dialogo fra i giovani artisti e il tessuto socio-culturale.
Sono 50 gli artisti che hanno risposto, provenienti dall’Italia ma anche da Malta, Spagna, Regno Unito, Egitto, Cipro, Francia e Montenegro, sia in collettivi che singolarmente. Per un totale di 27 progetti che toccano tutte le forme dell’arte contemporanea: visual art, stencil art, scultura, videoinstallazioni, fotografia, arte muraria, arti performative, sound design, videoarte e architettura.
I cinque vincitori riceveranno un premio fra i 6mila e i 23mila euro, oltre a trascorrere un periodo di residenza d’artista a Parma.
Al primo posto Alessandro Tricarico dell’Associazione Rizoma con un progetto a metà strada tra street art e fotogiornalismo dal titolo De d’la da l’acqua – Gente d’Oltretorrente, una “ricognizione antropologica” all’interno della comunità del quartiere dal quale il progetto prende il nome, ascoltando e trascrivendo le storie, i metaforici “mattoni” che ne definiscono l’identità. Gli scatti più significativi saranno posti sulle pareti cittadine in un percorso che dal centro conduce il visitatore alla scoperta degli scorci del quartiere.
Al secondo posto ex aequo Giacomo Gerboni con la scultura Le migliori intenzioni e Giordano Magnani del collettivo Studio Tonnato con l’installazione luminosa Resteranno le fiamme. La prima è una grande catapulta non azionabile in legno posta nel parco del quartiere San Lazzaro. Il collettivo invece esplora le possibilità di creazione di luoghi del ricordo con una scenografia di neon, nell’ex cinema Trento.
Quarto posto per Francesca Giannini del gruppo informale FDA&FG con il progetto Parma qua e là, pensato per reinterpretare il Ponte di Mezzo. Un’installazione di cartelli con una stazione di registrazione e un binocolo, che rende il transito sul ponte una vera e propria esperienza.
La quinta classificata è Beatrice Ciacchella del collettivo Domani, Fiume che con Transumanza celebra un fenomeno semplice e radicato nella tradizione parmense che ogni anno desta stupore, curiosità e una leggera malinconia. Un piccolo gregge di pecore dorate sarà posizionato nell’alveo del torrente, in prossimità del Ponte Verdi, in dialogo per contrasto con la cultura cittadina delle strutture dalle quali è circondata.
A questi si aggiunge la premiazione di un’artista appartenente al network Bjcem, Chinyanga Munotida, dal Regno Unito, con la sua performance sonora What’s on your mind? Munotida lavorerà con il pubblico attraverso workshop e la tecnologia silent-disco, per creare un’esperienza sonora interattiva e sociale.
Fil rouge dell’intera call e dei lavori il tema del tempo. Ogni opera sarà «segno che marca la città per un periodo circoscritto e ponte tra l’esperienza degli artisti e dei cittadini» auspica Michele Guerra, assessore alla cultura di Parma. Per la coordinatrice Francesca Velani, il bando è stato una «grande opportunità di costruire attraverso la cultura una comunità che sta bene, che guarda alla qualità della vita, portando gli artisti a risiedere nel territorio per costruire un rapporto con i quartieri e la collettività». Un augurio rivolto anche a tutte le altre città in questi mesi di ripartenza affinché possano ridefinirsi «come scene creative e di reinterpretazione della vita che si ricostruisce» conclude Velani.
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