All’archivio di rulli incisi e stampi si affianca un open space luminoso e adatto ad ospitare meeting ed eventi
Ambiente polifunzionale, archivio d’impresa, polo culturale sui mestieri d’arte. Tre indizi, come diceva Agatha Christie, fanno una prova. E se stringiamo il campo a Milano, c’è solo un luogo in grado di ospitare sotto lo stesso tetto eventi, workshop ed esposizioni in un contesto innovativo e carico di un’atmosfera e di uno stile industriale. Stiamo parlando dell’Attrezzeria Negroni, spazio a poca distanza dal Politecnico e situato in un’area del capoluogo lombardo che nel secondo dopoguerra vide nascere decine di fabbriche e opifici. Fu qui che, nel 1958, Edoardo Negroni aprì una piccola impresa destinata a dar vita a vere e proprie meraviglie miniate a bulino. Oggi, persa la sua vecchia funzione, l’Attrezzeria si ripresenta al pubblico sotto una nuova e duplice veste: quella di Archivio e Spazio. Inoltre, grazie ad una sapiente lavorazione degli interni, la location è oggi in grado di accogliere shooting, convegni e mostre. E per presentare la sua nuova veste al pubblico è previsto un open day il prossimo 2 marzo.
Lo Spazio è un ampio e luminoso open space ricavato da quello che era l’ingresso ed è caratterizzato dalla presenza della rampa utilizzata un tempo dai dipendenti per accedere all’attrezzeria. Lo stile industriale è garantito da elementi come gli impianti di aerazione a vista, la pavimentazione in resina e gli infissi di metallo scuro. Ad illuminare il volume sono dei faretti su binario a tre metri di altezza, scelta finalizzata a consentire la flessibilità d’uso della sala in particolare in occasione di allestimenti museali. L’assenza di strutture fisse consente una notevole duttilità dell’ambiente, permettendo di disporre fino a 60 posti a sedere, 30 per workgroup e 60 in piedi. In questo modo lo spazio è adatto ad ospitare gli eventi più disparati: da presentazioni a meeting aziendali, da lecture a showroom.
L’Archivio è la seconda anima dell’Attrezzeria Negroni e si trova alle spalle dell’open space, dietro un’ampia vetrata che permette di scorgere gli stampi, i laminatoi e gli utensili dell’opificio storico. In questo modo costituisce una presenza discreta ma evocativa e che fornisce carattere, fungendo allo stesso tempo da trait d’union fra le vecchie e le nuove funzioni. Scopo del riallestimento di quest’area è stato quello di rilanciarlo come una sorta di “serbatoio” dei mestieri d’arte a Milano. È tutt’ora in corso un progetto di valorizzazione del patrimonio contenuto nell’archivio e teso a renderlo fruibile ad un pubblico di specialisti e appassionati.
Un viaggio fra punzoni, stampi per l’argenteria e rulli incisi utilizzati nel corso degli anni per creare oggetti che, ancora oggi, ispirano l’artigianato di origine araba, africana e dell’America latina.
Già oggi, in realtà, è possibile visitare questa sezione dell’attrezzeria su prenotazione. Un viaggio fra punzoni, stampi per l’argenteria e rulli incisi utilizzati nel corso degli anni per creare oggetti che, ancora oggi, ispirano l’artigianato di origine araba, africana e dell’America latina. Non mancano poi i riferimenti alla storia dell’industria italiana del XX secolo. Fra le tante targhette in metallo realizzate nel corso degli anni, spiccano quelle per brand nostrani del mondo dei motori come Iveco, Bianchi, Alfa Romeo, Fiat e Piaggio. Non mancano poi marchi internazionali, come Telefunken e Westinghouse.
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