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Lanciato il razzo Artemis, preludio al ritorno sulla luna

Sul mezzo presente anche il cubesat Argomoon della torinese Argotec


© ESA-S. Corvaja

Riportare l’uomo e, per la prima volta, una donna sulla luna. Entra nel vivo il programma Artemis con il lancio del razzo numero uno a 53 anni da Apollo 11, la storica missione spaziale che il 20 luglio del 1969 portò gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin per la prima volta sul satellite della Terra.

Dopo una serie di rinvii dal mese di agosto – dovuti a problemi tecnici e avverse condizioni meteo – lo Space Launch System della Nasa è finalmente decollato dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida. A bordo tre manichini per il test preliminare attorno all’orbita lunare che durerà tre settimane: il rientro della capsula – con un ammaraggio nel Pacifico – è previsto a dicembre. Dopodiché si passerà alla fase che punta al volo “umano” con due step: nel 2024 quattro astronauti saranno impegnati nella missione attorno all’orbita e nel 2025 ci sarà lo sbarco vero e proprio.

L’Italia giocherà un ruolo da protagonista in questa nuova avventura: il programma Artemis sviluppato dalla Nasa vanta la collaborazione dell’Agenzia spaziale europea (Esa) e una forte partecipazione dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Nell’ambito della missione Artemis 1 in volo anche il cubesat Argomoon della torinese Argotec. «Orgoglioso che ci siano anche industria e tecnologia italiane a bordo dello Space launch system – commenta il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso –. Oltre al contributo industriale fondamentale al modulo di servizio europeo per la capsula Orion, l’unico nanosatellite europeo a bordo è di una piccola azienda di Torino. La filiera dello spazio italiana, composta da grandi e piccole aziende, si conferma un’eccellenza mondiale, grazie anche al ruolo di coordinamento dell’agenzia italiana». E l’Asi ricorda che il coinvolgimento dell’industria tricolore parte da Leonardo e Thales alenia space che hanno realizzato alcuni componenti del modulo di servizio europeo Esm (European service module) di Orion. «È l’inizio di una nuova grande collaborazione internazionale che vede ancora una volta l’Italia e l’intera filiera industriale tra i protagonisti, continuando un percorso che ci ha resi nel tempo partner di eccellenza nella sfida dell’esplorazione spaziale», commenta il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia.

In dettaglio il colosso italiano dell’aerospazio Leonardo vede in campo 50 dei suoi esperti. E grazie alle joint venture Thales alenia space (67% Thales, 33% Leonardo) e Telespazio (67% Leonardo, 33% Thales), nella missione vengono messe in campo competenze di altissimo profilo nell’ambito delle infrastrutture spaziali ma anche dell’intelligenza artificiale, della connettività e della robotica, nonché una serie di servizi e attività che saranno strategiche nell’ambito delle varie fasi e dei progetti legati al programma.

Credit: NASA/Kim Shiflett⁣

Sono a firma di Leonardo i pannelli fotovoltaici (Pva) – realizzati presso lo stabilimento di Nerviano, in provincia di Milano – che compongono le quattro “ali” da sette metri ciascuna del modulo di servizio, in grado di erogare circa 11 kW complessivi per l’alimentazione dell’elettronica di bordo. Sempre in Lombardia sono prodotte le unità elettroniche (Pcdu) che servono per il controllo e la distribuzione di energia al veicolo spaziale.

A firma di Thales Alenia Space la struttura del modulo Esm e dei sottosistemi critici, compreso quello per la protezione dai micrometeoriti e il controllo termico. Thales alenia space realizza a Torino anche il modulo abitativo internazionale I-Hab, quello per le comunicazioni e il rifornimento, Esprit e la struttura primaria di Halo, il modulo abitativo e logistico. Thales alenia space sta anche lavorando a un “lunar shelter’, avamposto pressurizzato che ospiterà gli astronauti sulla superficie e in fase di studio il veicolo di trasferimento cislunare (Cltv) e lo European lunar lander (El3) che potranno offrire supporto alle missioni Artemis per la fornitura di merci e servizi.

Riguardo a Telespazio la società è alla guida di un consorzio internazionale per lo studio di un’infrastruttura per le telecomunicazioni e navigazione lunare nell’ambito del Lunar communications and navigation services (Lcns) del programma Moonlight.

Il programma Artemis oltre a riportare l’essere umano sulla luna punta acquisire conoscenze utili anche alla vita sulla Terra attraverso un ambizioso programma di ricerca sull’Earth observation che mira anche e soprattutto a contrastare il cambiamento climatico. Diversi i moduli pressurizzati, dove gli astronauti potranno vivere e condurre le loro attività sul Lunar gateway, la stazione spaziale che orbiterà intorno alla Luna. E già si guarda al futuro: le agenzie spaziali sono al lavoro per la creazione di un “base camp”, un villaggio con infrastrutture e servizi per i futuri “abitanti lunari”. Trivelle robotiche comandate da algoritmi e intelligenza artificiale supporteranno nelle attività di scavo e costruzione di strutture, ma anche per coltivare piante, estrarre e trasformare le sostanze in acqua e ossigeno o in propellente per lanci dal suolo lunare. L’obiettivo è creare le migliori condizioni per chi viaggerà sulla luna per lavoro o svago, e per chi dalla luna si imbarcherà per nuove missioni esplorative, in primis verso Marte.

In copertina: © NASA/Bill Ingalls

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