Glamping, resort, spa e sport sull’acqua. Una nuova meta del turismo lento
L’estate 2020 sarà per molti tutta italiana, alla riscoperta delle meraviglie che il Bel Paese ha da offrire, e soprattutto all’insegna della tranquillità e del contatto con la natura. Proprio da questi presupposti parte anche Nabi Resort e Glamping, che lo scorso 18 maggio – in concomitanza con la cosiddetta “Fase due” – ha aperto la sua oasi naturale in Campania, a pochi chilometri dalle città di Caserta e Napoli.
Con un’estensione di 150 ettari e 3 laghi balneabili, il Nabi è il glamping più grande del Sud Italia: si campeggia sull’acqua, in lodge e tende glamour, con tutte le comodità di un hotel di lusso. Con il termine “glamping” si richiama la fusione di “glamour” e “camping” per indicare una tipologia di alloggio che è in grado di trasformare la tradizionale attività di attendamento in una soluzione innovativa che permette di godersi un soggiorno in campeggio nella sua forma più confortevole, senza rinunciare allo stretto contatto con l’ambiente.
Nell’oasi Laghi Nabi c’è spazio per l’ozio e la slow vacation, ma anche per l’avventura: al relax nel resort, alla spa vista lago e al ristorante panoramico (a chilometro 0), si aggiungono le esperienze sull’acqua o sulla terraferma, grazie a un’ampia offerta di opportunità sportive: dall’equitazione al wakeboard, passando per la vela e il kayak.
Qui, dove l’auto rimane ferma, ci si sposta in bici anche di sera, grazie alla pista luminescente più lunga del mondo. Ricoperta da sassolini di vetro borosilicato di recupero in grado di assorbire la luce del sole e di “restituirla” per quasi otto ore dopo il tramonto, la pista si avvale di un sistema di illuminazione autosufficiente, all’insegna del risparmio energetico.
Questo sentiero consente di girare per i laghi e ammirare un luogo che valorizza la memoria storica e l’architettura industriale del territorio. Nabi Resort e Glamping è infatti un progetto che nasce dalla rigenerazione di cave di sabbia, prima quasi totalmente prive di vegetazione:
«Nabi Resort e Glamping permette di conoscere la storia di questo territorio che, da spazio destinato all’abbandono, è diventato un’oasi naturale; bonificando e rivalorizzando il territorio è stato riportato alla luce il passato»
Le tende e i lodge removibili del glamping, galleggianti sull’acqua, sono ideati per fondersi con l’ambiente, dando vita a strutture sostenibili che danno un valore aggiunto al paesaggio, pur senza perdere il filo diretto con la natura che lo circonda. Gli interventi dell’uomo sono tutti reversibili, eco-compatibili, nel pieno rispetto di flora e fauna locali. Il progetto architettonico è dello studio salernitano Centola & Associati, coordinato dall’architetto Gino Pellegrino (committente dell’operazione); lo studio paesaggistico, invece, è opera di Claudia Landi, Daniel Gómez de Zamora ed Eleonora Capriotti. Un team multidisciplinare, quello del Nabi, che ha visto lavorare fianco a fianco architetti e biologi, con una missione ben precisa: creare un’area che contribuisse a rigenerare il patrimonio sociale, agricolo, turistico e naturalistico di tutto il Litorale Domizio.
«La piantumazione di 270 alberi e la stessa perimetrazione del territorio hanno reso un non-luogo, dove c’erano solo scavi, un fulcro per la rinascita della vegetazione e del paesaggio. Uno spazio nuovo e ospitale che consente anche un ritorno della fauna che riconosce questo territorio come un luogo anche a loro dedicato»
La struttura, integrando il mondo della natura con quello della bioarchitettura, permette di concedersi momenti di benessere e libertà, in un rifugio che sembra essere fuori dal tempo e dallo spazio.
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