Dal Mit, una soluzione per programmare le sostanze liquide e comandarle tramite un’interfaccia computerizzata
Immaginate che sullo specchio del bagno coperto dal vapore appaia la scritta “Ti amo”. Magicamente, mentre ve ne state lì a lavarvi i denti. E immaginate che quel messaggio provenga dritto dritto dal vostro telefonino. Immaginate sì, ma nemmeno troppo. Perché un gruppo di ricercatori americani è riuscito a sviluppare una tecnologia in grado di riprodurre i messaggi che arrivano sullo smartphone su superfici “acquose”, come quella di uno specchio appannato dal vapore creato dall’acqua calda della doccia.
La tecnologia in questione si chiama “Programmable Droplets” e permette di programmare digitalmente una comune goccia d’acqua e di “manipolarla”, ossia di plasmarla e comandarla a piacimento all’azione, tramite un’interfaccia computerizzata. Il progetto mira a dimostrare che persino l’acqua può diventare uno strumento interattivo, basta solo avere a disposizione una tecnologia che può esploderne le potenzialità.
Al progetto lavora un gruppo di ricercatori del Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, quelli del “Tangible Media Group” dell’università americana capitanato dal professor Hiroshi Ishii e dal ricercatore Udayan Umapathi. “L’essere umano interagisce continuamente con l’acqua – sottolinea Umapathi – .Da qui abbiamo cominciato a interrogarci per cercare di capire se un materiale così bello e stimolante, omnipresente nella vita umana, potesse essere utilizzato in maniera digitale. E così è nata la tecnologia Programmable Droplets, che rende l’acqua interattiva”.
Scopo iniziale del progetto era in realtà trovare un modo per utilizzare l’acqua a scopo “scientifico”. L’idea dell’entertainment è venuta dopo. In dettaglio, i ricercatori del Mit hanno sviluppato una piattaforma hardware che utilizza campi elettrici per spostare goccioline di soluzioni chimiche o biologiche su una superficie, mescolandole in modi che potrebbero essere utilizzati per testare migliaia di reazioni in parallelo.
Il sistema si pone come un’alternativa ai dispositivi microfluidici ora comunemente usati nella ricerca biologica che consentono alle soluzioni di essere pompate attraverso canali microscopici collegati da valvole meccaniche. Il sistema include anche un software “intelligente” che consente di programmare esperimenti
“L’utente specifica genericamente i requisiti per l’esperimento, ad esempio, che il reagente A e il reagente B debbano essere miscelati in tot volumi e incubati per uno specifico intervallo di tempo per poi essere miscelati con il reagente C. A quel punto è il software ad elaborare modalità e tempi di miscela”, spiega Umapathi. Il team d’Oltreoceano è convinto che la microfluidica digitale potrebbe ridurre drasticamente il costo delle procedure sperimentali nel campo della biologia industriale. Le aziende farmaceutiche, ad esempio, potrebbero condurre molti esperimenti in parallelo, utilizzando robot dotati di dozzine o addirittura centinaia di pipette.
Ma il sistema è stato anche già testato per una serie di applicazioni di “entertainment”, ad esempio per creare tavolozze iperpersonalizzate di acquarelli: si scatta una foto ad un oggetto, si invia la foto al software ed ecco che le gocce d’acqua presenti sul circuito mixano le particelle di colore necessarie per ottenere quella o quelle tonalità specifiche. E la lista delle possibili applicazioni è già variegata, al punto che i ricercatori americani hanno deciso di realizzare un video in cui si mostrano i tanti usi dell’acqua “digitalizzata”.
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