Buon cibo, design, ma anche yoga nella struttura per l’ospitalità di Simone Galligani
Per chi è in cerca di una giornata di relax o di una vacanza più ampia all’insegna del benessere, del buon cibo e di un’accoglienza genuina, un indirizzo da annotare è certamente quello di palazzo BelVedere e del suo Bistrot No|More a Montecatini, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nelle grandi città termali d’Europa. Dopo l’accurata ristrutturazione dell’architetto Giancarlo Galassi, il palazzo ha riaperto i battenti con una formula che tiene insieme viaggiatori e comunità locale, attività mirate al benessere e proposte culturali, piatti della tradizione toscana e altri di sperimentazione. Lo scenario è quello di un ambiente a vocazione internazionale, sia per la scelta del personale sia per la provenienza degli ospiti. Contaminazione, in questo senso, è una delle parole chiave del posto, uno spaccato vibrante di interazioni fra culture diverse.
Palazzo BelVedere si presenta come uno “scrigno” multi-proposta in un’atmosfera calda e avvolgente, informale e attenta. La sensazione è quella di sentirsi a casa e allo stesso tempo in un ambiente nuovo, dove l’esplorazione è auspicata perché fin dal primo momento appare chiaro che la soddisfazione più grande di chi ha dato vita a questo luogo consiste nel vedere gli ospiti a proprio agio, esattamente come nella propria dimora.
L’investimento di Simone Galligani, proprietario della struttura, è stato notevole, e non soltanto in termini economici.
Montecatini, infatti, dopo il felice periodo legato al turismo delle cure termali che fra gli anni ’70 e gli ’80 ha cominciato a subire un lento declino, vive oggi un momento difficile dal quale occorre riemergere con idee alternative, passione, coraggio e determinazione, oltre che mezzi.
«Il modello di business di Palazzo BelVedere si basa sull’offerta di un’esperienza olistica che unisce l’ospitalità di lusso, la buona cucina e la valorizzazione del patrimonio culturale legato alla gloriosa storia di Montecatini Terme e della Toscana – racconta Galligani a Pantografo Magazine -. Le proposte alimentari sono aperte anche agli ospiti esterni, con l’obiettivo di condividere gli spazi del palazzo con un pubblico più ampio. Per creare un clima vissuto, pieno di gente e di energia. Un tutt’uno di ospitalità che faccia bene allo spirito, con la ricerca costante del buono e del bello».
Una cena negli ambienti eclettici della longue o in terrazza, quando la stagione lo consente, è una buona occasione per iniziare a conoscere il posto.
Accolti dal garbo del personale che indossa una divisa originale, priva di ingessature, potrete scegliere l’angolo più congeniale ai vostri gusti, ognuno diverso dall’altro e illuminato da una teoria di lampade Pipistrello di Gae Aulenti e dalla lampada Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, con piani e librerie che ospitano volumi di design e riviste nelle quali il tema del cibo dialoga con quello dell’arte, della fotografia e del territorio. Il regno della cucina è in mano a Daniele Ciofi: «La filosofia della nostra cucina si basa sulla valorizzazione dei prodotti locali, la creatività personale nell’interpretazione dei piatti e l’attenzione alla stagionalità», spiega lo chef toscano. Nel menu autunnale ci sono piatti quali Budino al parmigiano stravecchio e porri, Risotto acqua di salvia, Blu di Maremma e nocciole, Pluma di Cinta, cipolla rossa e burro al limone, Cioccolato, pistacchi, salsa di cachi e rosmarino.
Se poi, trovandovi in Toscana, non volete mancare all’appuntamento con la Bistecca alla fiorentina, non perdetevi d’animo, perché c’è anche quella ed è ottima. Da non perdere è la fragrante schiacciata dello chef: è la dimostrazione che anche la pietanza più semplice, se preparata a regola d’arte, diventa un pasto superbo. Particolare attenzione è posta anche al rapporto fra tradizione e contemporaneità: «La concretizzazione più attuale di questo rapporto è portare tutto o quasi tutto sul vegetale – racconta lo chef a Pantografo -: gli spaghetti integrali al cavolo nero sono un piatto di questo autunno, dove si toglie il ragù ai tre pomodori per diminuire le proteine animali e, all’arrivo dell’inverno, lo si sostituisce con una verdura simbolo della stagione». Durante la serata sarete consigliati, anche nella scelta dei vini, dalle competenze e dalla cortesia di Mahmoud, capace di riservare un’accoglienza sartoriale anche a tavola insieme al resto del personale.
Agli ospiti interni, poi, è dedicata la dispensa, un angolo delizioso nel cuore del Palazzo dove in qualsiasi momento della giornata potrete liberamente accedere per consumare uno spuntino a base di verdure coltivate nell’orto del Palazzo, pane e olio extravergine biologico, specialità di piccoli produttori locali, frutta di stagione, vini naturali e molto altro.
Prima o dopo cena potrete chiedere informazioni a Oxana per scoprire che ai piaceri della tavola si aggiunge un ventaglio di attività aperte sia agli ospiti interni sia a quelli esterni. Fra queste non potevano mancare i trattamenti spa, considerato che, in una città sinonimo di cura del corpo fin dall’Ottocento, il concetto di benessere acquista una centralità di vitale importanza. E così, in sinergia con le cure idropiniche, Palazzo BelVedere ha voluto mettere a punto una sua proposta wellness ispirata al concetto olistico di circolarità, creando trattamenti e programmi capaci di accompagnare gli ospiti alla riconquista del proprio equilibrio attraverso il bilanciamento dei quattro elementi della medicina ippocratica: caldo, freddo, umido e secco.
Roberta e la sua squadra vi introdurranno ai benefici di questi trattamenti, orientandovi verso quello più efficace per voi. Ci sono poi le lezioni di Ginnastica ormonale tibetana che si svolgono nello splendido contesto del Porticato bianco: era l’ex passaggio per le carrozze che si recavano a palazzo, oggi coperto da una successione di capriate di legno tinte di bianco alle quali fanno eco le candide pareti. In questo ambiente minimalista Daisy vi insegnerà con garbo una serie di esercizi mirati a migliorare la circolazione e la concentrazione, la vista e la memoria, la digestione e il sistema linfatico. In questo stesso spazio è possibile praticare lo yoga con Annu che, con la sua gentilezza, vi guiderà nella corretta esecuzione degli esercizi.
Per gli appassionati di architettura, poi, c’è una sorpresa: palazzo BelVedere ospita, fra le altre, una camera dedicata a Giovanni Michelucci, l’architetto di natali pistoiesi che ha realizzato alcune delle opere più significative del Novecento in Toscana, come la stazione di Firenze Santa Maria Novella e la Chiesa sull’Autostrada del Sole, a pochi chilometri da Firenze. Quando non è occupata, la camera è sempre aperta per essere visitata. Proprio come un piccolo museo, ospita gli arredi disegnati dal maestro toscano, come la famosa sedia Scapolare. Sempre rimanendo in tema, la struttura organizza visite alla Fondazione Michelucci di Fiesole con l’obiettivo di contribuire alla diffusione della conoscenza dell’eredità di Michelucci.
In copertina: Un angolo della longue. Progetto: Giancarlo Galassi. ©Stefano Butturini
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