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La tecnologia salverà l’acqua

Oltre 150mila applicazioni in Italia dedicate all’oro blu. Di cui il paese è ricco, ma anche ai primi posti per spreco, dice l’Osservatorio Proger


Stato dei distretti ©Ispra

In Italia sono oltre 150mila le applicazioni tecnologiche, basate soprattutto sull’intelligenza artificiale, per il monitoraggio e la gestione dell’acqua per tutti gli utilizzi, di cui 110mila nell’irrigazione “virtuosa”. È quanto emerge dal report Water Intelligence dell’Osservatorio Proger, la prima ricognizione nazionale sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione nella gestione del ciclo dell’acqua. Dai supercalcolatori con apprendimento automatico alle applicazioni che utilizzano sensoristica e robotica per innovare stoccaggio, prelievo, distribuzione, consumo e depurazione, dai software per la gestione dei processi di desalinizzazione e di depurazione, rigenerazione e riuso delle acque di scarico alla modellazione predittiva e data mining per anticipare eventi catastrofici e aumentare le difese: numerose le tecnologie disponibili che puntano a invertire la rotta nazionale in tema di sprechi. Sebbene l’Italia sia dotata di abbondante acqua dolce teoricamente prelevabile (140 miliardi di mc) – come evidenzia il report – le infrastrutture idriche, concepite sulle necessità degli anni ’50, non sono adatte per gestire le nuove sfide.


Nella Ue l’Italia è il Paese che preleva più acqua potabile ed è anche in testa alla classifica che riguarda le dispersioni: dei 9,1 miliardi di mc immessi ogni anno lungo i circa 400mila km di rete ne arrivano a destinazione solo 4,6 miliardi.


Osservatorio Proger ©Proger

Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha pubblicato nelle scorse settimane il decreto direttoriale per l’assegnazione di un miliardo di euro di fondi aggiuntivi (rispetto ai 900 milioni già disponibili e ai 482 previsti dal programma europeo React Eu) nell’ambito della rimodulazione del Pnrr. Fondi da utilizzare proprio per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, nonché per la digitalizzazione e il monitoraggio delle infrastrutture.  Il piano punta a dotare con strumentazioni innovative circa 45.500 km di condotte a uso potabile entro il 31 dicembre di quest’anno per arrivare a circa 72mila km entro marzo 2026. Ma l’Osservatorio Proger evidenzia che negli ultimi 20 anni lo Stato ha investito tra l’1 e il 2% della spesa pubblica nazionale, «quasi zero rispetto ad altri settori di servizi a rete. Un’ irrilevanza che viene confermata anche nel Pnrr con investimenti pari a 4,3 miliardi sul totale di 238 miliardi».

Il percorso dunque sarà lungo e tortuoso. Le principali utility si stanno intanto già da tempo organizzando con propri piani: dal cloud all’edge computing, dall’intelligenza artificiale ai digital twin, dall’Internet of things al 5G, molte le tecnologie su cui fare leva per accelerare la roadmap. Fra i progetti annunciati di recente l’ambizioso programma di Gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano: 133 i Comuni del Milanese che grazie a un investimento di 80 milioni (42 quelli Pnrr) puntano a sostituire 18 km di tubature (che si aggiungono ai 46 km del biennio 2020-2022) adottando tecnologie digitali all’avanguardia per il monitoraggio in tempo reale e per l’analisi predittiva dei guasti. In campo l’uso di radar in grado di scattare vere e proprie radiografie del territorio scandagliando il terreno fino a una profondità di 4 metri per riuscire a individuare anche perdite occulte e pianificare al meglio e più velocemente gli interventi di riparazione. E saranno utilizzati anche noise logger, sensori acustici che rilevano il rumore proveniente dalle condotte idriche e digital twin per riprodurre il modello delle reti. Bel biennio 2024-2025 saranno inoltre installati 40mila smart meter (contatori intelligenti) di cui 22mila finanziati con fondi europei. Gruppo Cap ha inoltre siglato un accordo con Bludigit, la digital company del Gruppo Italgas, per sviluppare progetti e soluzioni per la riduzione delle perdite idriche.

In Basilicata, l’Acquedotto Lucano ha affidato a un raggruppamento temporaneo di imprese – composto da Pietro Fiorentini, Eurisko e Unidata – l’appalto per gli interventi finalizzati alla riduzione delle perdite idriche. La società Ict Unidata si occuperà di realizzate l’innovativa rete di telelettura LoRaWan per gli oltre 72mila contatori e della fornitura degli smart meter digitali per la misurazione dei consumi delle utenze nei 21 comuni della Regione oggetto dell’intervento. Unidata si è anche aggiudicata altri tre appalti: per la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti di tutti i Comuni del Molise che fa leva su smart meter e piattaforme Internet of things in grado di mappare e ridurre gli sprechi; per l’implementazione di un sistema di gestione data driven, anche tramite intelligenza artificiale, per le reti di Acqua Pubblica Sabina; per il servizio di connettività dei contatori di Publiacqua (società del gruppo Acea).

Si fa strada anche il fronte delle startup: PipeIn, società che sviluppa soluzioni innovative per la manutenzione predittiva delle condotte, ha chiuso il suo primo aumento di capitale da 725mila euro finalizzato all’incremento dello sviluppo hardware e software. L’operazione è stata sottoscritta da RoboIT, polo nazionale di trasferimento tecnologico per la robotica e l’automazione Industriale e le risorse consentiranno a PipeIn di accelerare il lancio sul mercato della prima  versione commerciale di Shark4, un robot dotato di sensori in grado di monitorare l’evoluzione dello stato di salute di tubature.

In copertina: ©Unidata

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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