Search for content, post, videos

World press photo 2023, protagonisti il cambiamento climatico e la guerra

La mostra a Roma fino al 5 giugno, tra gli italiani vincitori Simone Tramonte e Alessandro Cinque


Negli scatti premiati al World Press Photo 2023 la sintesi di un anno denso e drammatico: la guerra in Ucraina, le proteste in Iran, l’Afghanistan tornato sotto il controllo dei talebani e gli effetti del cambiamento climatico. La mostra va in scena a Roma fino al 4 giugno con le 120 foto finaliste del prestigioso concorso internazionale di fotogiornalismo che dal 1955 premia ogni anno i migliori fotografi professionisti.

Per questa 66esima edizione, le giurie globali e regionali, formate da esperti internazionali, hanno esaminato 60mila foto e progetti inviati da 3.752 fotografi provenienti da 127 paesi.
La foto dell’anno è andata al fotografo dell’Associated Press Evgeniy Maloletka per la sua immagine straziante scattata il 9 marzo 2022 durante l’assedio di Mariupol: lo scatto ritrae una donna incinta trasportata in barella fuori dal reparto maternità di un ospedale danneggiato da un attacco aereo russo. La donna gravemente ferita è deceduta mezz’ora dopo aver dato alla luce il corpo senza vita di suo figlio. Il presidente della giuria globale, il photo editor del New York Times e co-fondatore di Diversify photo Brent Lewis, ha dichiarato: «Con il voto dato nel primo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina, la giuria ha premiato il potere di questa immagine e la storia che c’è dietro. La morte della donna incinta e di suo figlio riassume gran parte della guerra».

Ad aggiudicarsi il premio World Press Photo Story of the Year è stato invece Mads Nissen, fotografo danese, con la sua storia The Price of Peace in Afghanistan, realizzata per Politiken/Panos Pictures. Il lavoro, attraverso nove inquietanti ma bellissime foto, vuole ricordare le difficoltà quotidiane del popolo afghano che vive ora sotto il regime dei talebani in assenza di aiuti internazionali.

A conquistare il World Press Photo Long-Term Project Award, è stato Battered Waters della fotografa armena Anush Babajanyan, per VII Photo/National Geographic Society. Quattro paesi dell’Asia centrale, Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Kazakistan sono alle prese con la crisi climatica e con la mancanza di coordinamento nell’utilizzo delle risorse idriche che condividono. Il progetto mette in luce l’impatto della siccità e della gestione dell’acqua dopo la caduta dell’Unione Sovietica e mostra il potente spirito di resilienza delle popolazioni costrette ad adattarsi alla nuova realtà.

Il vincitore della categoria World Press Photo Open Format Award, dedicata a progetti che utilizzano diversi media (dal video al documentario interattivo, alle foto disegnate), è il fotografo egiziano Mohamed Madhy. Attraverso il suo lavoro, Here, The doors don’t know me, l’autore narra in modo inedito la storia di una comunità di pescatori che sta scomparendo nel quartiere di Al Max ad Alessandria d’Egitto. Il lavoro è il risultato di una collaborazione con gli stessi protagonisti del progetto, strutturato in più livelli, che si compone di un approccio fotografico, di materiale d’archivio dei residenti, di lettere, disegni scritti a mano, video e suoni.

Anche gli italiani sono stati premiati: Il primo, Simone Tramonte, vincitore nella categoria Long-term projects per l’Europa con il suo lavoro Net-zero transition, che vuol mostrare le proposte più innovative che potranno permettere all’Europa di diventare il primo continente a impatto zero. Il progetto esplora il rapporto tra uomo, ambiente e innovazione mostrando le nuove soluzioni tecnologiche in grado di guidare il passaggio a una “nuova era”. Il secondo italiano, tra i vincitori regionali. Alessandro Cinque per il suo progetto Alpaqueros, che racconta storie di vita di donne allevatrici peruviane che rischiano la vita portando gli alpaca sempre più in alto per combattere il cambiamento climatico e mantenere il commercio che sostiene le loro famiglie, in bilico tra sopravvivenza, tradizione e sostenibilità.

L’esposizione è ideata dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography.

In copertina: © World Press Photo of the Year, Simone Tramonte, Transizione a emissioni zero nette

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Accedendo a questo sito, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi