ivan con i suoi versi per strada riporta l’attenzione sui problemi sociali.
Solo nel mese di marzo sono tantissime le iniziative sulla poesia di strada di ivan, ma non c’è da meravigliarsi considerando che si tratta del mese dedicato a quest’arte.
Ivan Tresoldi, in arte ivan, milanese classe 1981, nasce nel quartiere periferico della Barona, a sud-ovest della città. Nel 2002 inizia a farsi conoscere grazie a un particolare modo di scrivere sui muri, richiamando l’attenzione dei media e dei cittadini. Nel suo “Manifesto per l’assalto poesia”, descrive il suo metodo e le sue intenzioni: la sua aspirazione più grande, fin dall’inizio della sua carriera, è stata quella di portare i suoi componimenti in strada, renderli pubblici, vivi, farne un gesto sociale. Tra i suoi primi e più famosi versi si legge: «chi getta semi al vento farà fiorire il cielo». Lentamente diviene caposcuola della poesia di strada italiana contemporanea, lavora in Italia e nel mondo, fino ad affermarsi con la co-produzione e la cura della mostra allestita nel 2007 al Pac di Milano: Street Art, Sweet Art. Questo movimento, di cui è pioniere, parte dall’assunto che il segno sia parte costituente della dimensione comune. E se la socialità e la comunità sono fatte di segni condivisi, fare arte per l’autore significa rendersi strumento per arrivare agli altri.
Secondo l’autore, l’opera riesce ad acquisire davvero potere e importanza quando si distacca dal nome del suo creatore per diventare della collettività.
La scelta dei luoghi deriva anche da queste premesse iniziali: si punta all’intervento su aree con un’alta concentrazione di significato, di urgenza o di fragilità. Secondo ivan, l’ambiente popolare non è scelto solo per la connotazione di povertà a cui è legato, ma anche per l’alto grado di socialità. Nel 2021 collabora con “Non Una Di Meno”, il movimento femminista, lgbtqi+ e antifascista, dipingendo di fucsia l’unghia del dito medio della scultura di Maurizio Cattelan “L.O.V.E.” in piazza Affari a Milano. Intitolata “L.O.V.E. Assai”, l’opera punta a portare l’attenzione sul fatto che più del 90% delle persone che hanno perso il lavoro durante la pandemia erano donne. Il secondo tema riguarda la provocazione se si possa stratificare arte su arte.
Tra le sue opere più importanti sicuramente In:Seme nel 2022, presso gli Horti Borromaici dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia, la poesia in murale più grande d’Europa su oltre mille metri quadrati, ispirata alla storia del parco, e che crea idealmente un legame tra quest’ultima e il suo contesto boschivo. O ancora più recentemente, nel 2023, l’inaugurazione della sua opera fonda.menti, realizzata presso l’area di Malga Costa ad Arte Sella: un ragionamento sui luoghi originali dello stare insieme, un richiamo all’unione, all’umanità coesa in luoghi in cui può plasmare a sua immagine le forme della natura, creando comunità.
E durante il mese di marzo, ivan sarà protagonista di diverse iniziative: dallo spazio Dolomiti hub di Feltre, con un evento di arte pubblica, ad eventi di carattere sociale, come il corteo per Dax (per l’anniversario dell’omicidio di Davide Cesare, ucciso per mano di tre estremisti di destra), fino alla conferenza con Emilio Isgrò alla Fondazione Alfonso Gatto, in calendario dal 19 al 24, per lavorare nuovamente al rione delle Fornelle, un quartiere molto popolare di Salerno.
In copertina: Borromeo ©Almo Collegio Borromeo
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