Una mostra a Firenze. Una storia che si intreccia con la Divina Commedia di Dante
Un viaggio multisensoriale della durata di 35 minuti, una vera e propria esperienza onirica, una prima assoluta nella storia dell’arte: apre i battenti alla Cattedrale dell’Immagine di Firenze il 16 settembre – in première mondiale – “Inside Dalì”, una delle mostre più innovative del 2021. Il titolo della mostra è già un programma: si punta ad accompagnare i visitatori “dentro” il pittore icona del surrealismo, attraverso la messa in campo di tecnologie all’avanguardia che permetteranno una full immersion senza precedenti “in bilico fra immaginazione e realtà” spiega Crossmedia Group, che ha realizzato e prodotto l’installazione con la direzione creativa di Monogrid e il supporto della Gala Salvador Dalì Foundation. La suggestiva creazione artistica e multimediale fa leva su un mix di tecnologie all’avanguardia, immagini, artefatti, illusioni e allusioni. Il tutto – spiegano gli ideatori – in perfetta simbiosi con l’universo unico dell’artista catalano.
Nel cuore della mostra lo spazio multimediale da 400 metri quadrati: “Il visitatore è trasportato dentro il mondo del genio in una completa e ‘Daliniana’ immersione di oltre mezz’ora, un tempo che emozionerà gli spettatori come niente prima d’ora. Grazie alle tecnologie digitali, l’evento offre al suo pubblico la possibilità di entrare dentro l’arte del padre del surrealismo”.
Lo spazio immersivo è preceduto da un’ampia area museale, in cui il pubblico entrerà a contatto con le produzioni meno note del maestro surrealista: dischi, libri, poster, una campagna pubblicitaria per le ferrovie francesi. E, soprattutto, 100 xilografie ricavate dagli acquerelli disegnati dal pittore catalano per la Divina Commedia di Dante – voluti, questi ultimi, a celebrazione dei 700 anni della morte del sommo poeta che ricorre quest’anno.
In dettaglio, Inside Dalí ospiterà le xilografie originali dell’Edizione Salani del 1963 della Divina Commedia – sul sito della mostra è possibile visualizzare in anteprima quelle dei nove Canti di ogni Cantica (Inferno, Purgatorio e Paradiso).
Era il 1950, quando in vista della commemorazione del 700mo anniversario della nascita di Dante Alighieri, l’Istituto Poligrafico dello Stato, sotto l’egida del governo italiano, commissionava a Dalí un ciclo di illustrazioni della Divina Commedia: l’artista vi lavorò per quasi nove anni, dando vita a 100 acquerelli che nel 1960 furono esposti al Musée Galliera di Parigi.
Ma l’opera, come era stata inizialmente pensata, non vide mai la luce, a causa delle polemiche che riguardarono l’assegnazione della commissione ad un artista straniero. Nel 1962 però l’editore fiorentino Mario Salani ripropose l’idea, progettando in sinergia con la casa editrice Arti e Scienza di Roma un’edizione della Commedia in sei libri, due per ogni cantica, corredati dalle tavole di Dalí. Per trasporre gli acquerelli in xilografie furono impiegati 3000 legni, fino a 35 colori per ogni tavola. E all’opera parteciparono il maestro incisore Raymond Jacquet di Parigi, il maestro tipografo Giovanni Mardersteig della Stamperia Valdonega di Verona, le Cartiere Enrico Magnani di Pescia e le Cartiere francesi di Rives. La supervisione scientifica dell’opera fu affidata a Giovanni Nencioni, riconosciuto al tempo come il più autorevole tra gli studiosi della lingua italiana.
Video tratto dal video trailer della mostra “Inside Dalì” disponibile su YouTube
Immagine di copertina: immagine tratta dal video trailer della mostra “Inside Dalì” disponibile su YouTube
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