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Il ruolo dell’acqua nel futuro delle città

A Copenaghen in mostra esempi, proposte e soluzioni innovative per rendere i centri urbani più resilienti


Acqua: un bene primario per le attività dell’uomo e degli animali quanto per la sopravvivenza di tutti gli ecosistemi. Si stima che ogni anno circa 505mila km3 di acqua cadano sul nostro Pianeta, ma non in modo uniforme. Fenomeni discontinui, con aree interessate da frequenti precipitazioni o zone colpite da siccità nelle differenti zone della Terra. È noto l’impatto dei cambiamenti climatici sull’intero ciclo idrologico, che sta avendo conseguenze sull’innalzamento del livello dei mari, sullo scioglimento dei Poli e dei ghiacciai, con una intensificazione degli eventi meteorologici estremi. Ma sono questi eventi che, allo stesso tempo, stimolano la ricerca di nuove soluzioni progettuali di adattamento per l’ambiente e per le aree urbanizzate. In città come Venezia, Jakarta o Copenaghen, queste iniziative sono già una realtà, concretizzandosi in progetti pensati per rispondere a esigenze locali.


E proprio a Copenaghen, negli spazi espositivi del Danish Architecture Center, ha aperto Water is Coming: un percorso espositivo che vuole esplorare la relazione tra persone, natura e le risorse idriche in un mondo che muta rapidamente.


«Siamo a un bivio – spiega la curatrice Pernille Stockmarr –. L’acqua è sia una risorsa vitale che una minaccia per il nostro stile di vita. In questa mostra vogliamo dimostrare che le nostre capacità di gestione dell’acqua disegneranno il futuro delle città e della vita di molte persone. Possiamo adattarci, ma dobbiamo pensare in modo diverso, lavorare insieme e partire dalla natura. Questo produrrà soluzioni radicali che, facilmente, potranno essere replicabili».

Filo conduttore dell’esposizione è quella di un futuro caratterizzato dall’innalzamento del livello dei mari in tutte le zone della Terra. Un’occasione per immergersi nella storia, nelle conoscenze del presente, nei progetti che si sono concretizzati e nelle analisi approfondite sul tema. In primo piano il modo in cui le variazioni del settore idrico hanno avuto effetti sulla vita quotidiana, e di come i team di scienziati, architetti, urbanisti e paesaggisti collaborino con organizzazioni e pubbliche amministrazioni per dar vita a modelli e soluzioni per l’avvenire.


In mostra progetti locali e internazionali che illustrano come gli elementi della biodiversità, dello sviluppo urbano e dell’innovazione possano essere un mezzo per progredire verso soluzioni all’avanguardia.


Tra gli esempi danesi, il contributo dei paesaggisti dello studio Schønherr nell’opera di Copenaghen Islands. Una visione sulla Capitale del domani, dove gli spazi urbani emergono naturalmente dal tessuto preesistente e dal flusso naturale dell’acqua. Firmato da Sla, Third Nature and Lytt Architecture è l’intervento di Østerbro, presentato come il primo progetto per un “climate resilient neighborhood” per trasformare un’area di Copenaghen in un quartiere resiliente al clima, con strade e piazze a verde studiate per tenere lontana l’acqua piovana dal sito ed evitare così alluvioni. Principi di riuso e conservazione di aree del parco preesistente sono i driver di Enghaveparken, progettato originariamente da Arne Jacobsen nel 1927 e rinnovato per diventare il più esteso intervento climatico per la città. Un nuovo capitolo per la struttura urbana, dotata di un nuovo bacino d’acqua sotterraneo di 22.600 m3, connesso funzionalmente alla Reflecting Pool e al serbatoio del Rose Garden, insieme a nuovi ambiti di ricreazione per la comunità. Sempre nella capitale è la costruzione dell’isola artificiale di Lynetteholm, al largo della costa. Un intervento a grande scala pensato per proteggere il porto della città dall’innalzamento delle acque e alloggiare 35mila persone.

Oltre i confini danesi, l’attenzione si sposta verso la costruzione del Niederhafen River Promenade di Amburgo, in Germania. Uno schema lungo il fiume Elba, studiato come opera integrata ai lavori di modernizzazione e supporto per il sistema di protezione dalle inondazioni del centro urbano. Interventi a scala diversa, accomunati da un filo conduttore, che rivelano come l’adattamento al clima possa essere affrontato in modi diversi.

Accanto ai disegni urbani la mostra espone installazioni scenografiche che fluttuano dal soffitto ad accogliere i visitatori. Tra queste: Water Drops, l’esperienza sensoriale che riprende l’arrivo delle piogge; Sky & Sea, la rappresentazione tessile che esorta il pubblico a guardare verso l’alto riproponendo giochi di colore e onde organiche. Un invito ai visitatori a riflettere sulle problematiche di oggi e a formare un’idea personale per promuovere il dialogo e il confronto sul tema dell’adattamento climatico.

Water is Coming sarà al Danish Architecture Center fino al 23 marzo 2025.

In copertina: Dansk Arkitektur Center Udstilling Vandet kommer ©Anders Sune Berg

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