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Da geni creativi a inventori pragmatici, il nuovo ruolo di designer e architetti

Mascherine hi-tech, dispositivi individuali di sanificazione e nuove piattaforme di gestione dello spazio urbano


Dopo 41 giorni di lockdown e l’avvio della cosiddetta Fase 2 in vista, l’attenzione dell’opinione pubblica si sta sempre più spostando sul “dopo”. Come affrontare l’imminente crisi dell’economia globale? Qual è il migliore modello da seguire per evitare che ciò che è accaduto si ripeta? E come cambierà il modo di vivere nei prossimi anni? Trattandosi di un’emergenza dalla portata globale, in molti si aspettano che le risposte dovranno arrivare necessariamente dal mondo della politica, di chi amministra stati, regioni e città.


Allo stesso tempo, però, l’emergenza ha attirato l’attenzione di professionalità estranee al mondo sanitario e della ricerca scientifica.


Designer, progettisti, architetti e ingegneri rientrano in categorie che non devono necessariamente ragionare su macrosistemi socio-economici e che, grazie alle proprie conoscenze, sono in grado di fornire soluzioni a misura d’uomo per far fronte ai prossimi mesi di lento ritorno alla normalità.

© Studio C+S Architetti

Competenze di cui si parla meno, ma è grazie a loro se, ad esempio, è stato possibile riadattare le maschere per lo snorkeling prodotte dalla Decathlon in attrezzature utili a far fronte alla carenza di ventilatori polmonari negli ospedali di tutto il mondo.

Ma fra tutti quelli utilizzati, il dispositivo che simboleggerà il 2020 e la pandemia di Covid 19 è senza dubbio la mascherina protettiva. Uno strumento fino a pochi mesi fa appannaggio del personale sanitario e che oggi è letteralmente sulla bocca di tutti. Vista la sua importanza nella lotta alla diffusione del contagio e la necessità di utilizzarle ancora per lungo tempo, è proprio su questo mezzo protettivo che si è concentrata gran parte delle attenzioni degli innovatori.

Mascherine. Se i casi più noti sono quelli delle case di moda come Prada, Louis Vitton e Armani, che hanno riconvertito parte dei propri stabilimenti per consentire la produzione su larga scala di camici e mascherine, sono centinaia le proposte nate con l’obiettivo di facilitare il corretto utilizzo di questi dispositivi o di ridurne l’impatto visivo.

Ed è proprio questo il caso del progetto pensato per i bambini dal designer Oliver Perretta. Utilizzando un tessuto industriale ha dato vita a protezioni che imitano il muso di alcuni fra gli animali preferiti dei più piccoli, come ad esempio i conigli.

Mascherina © Danielle Baskin

Danielle Baskin, progettista statunitense, ha proposto un dispositivo protettivo su cui viene stampata un’immagine del volto di chi lo indossa. Il motivo? Permettere agli smartphone di ultima generazione il riconoscimento facciale e mostrare agli altri il proprio aspetto “normale”.

Più hi-tech, invece, la mascherina Nanobreeze. Pensata inizialmente per far fronte ai crescenti livelli di smog, grazie ad un piccolo ventilatore elettrico incorporato è in grado di rispondere anche alle esigenze di chi vuole fare attività fisica all’aperto evitando qualsiasi rischio di contagio.

Viene invece dall’Italia, dallo studio C+S Architetti, un piccolo manuale stampabile con istruzioni e illustrazioni che simulano le mascherine e i punti dove l’utente deve ritagliare e piegare il foglio, al pari di un origami. In questo modo sarà possibile realizzare mascherine con filtro intercambiabile utilizzando materiali presenti in ogni casa: carta, cotone e garze.

Isola. Schizzo di progetto © Faram

Interior design. Sempre dall’Italia, dall’azienda Faram, arriva Isola. Il dispositivo va incontro ad un’altra esigenza del prossimo futuro, ovvero quella di garantire la sanificazione di oggetti e persone prima dell’accesso nei luoghi pubblici e privati. Si tratta di un portale in vetro a ingresso controllato, che permette agli utenti di dotarsi di tutti i presidi di protezione individuale in un ambiente al riparo da qualsiasi tipo di contaminazione.

L’interno della struttura, dotata di dispositivi come guanti e mascherine posizionati in appositi dispenser, viene costantemente sanificato da una ventilazione meccanica. Il pavimento igienizzante permette allo stesso tempo di eliminare gli agenti patogeni presenti sulle suole delle scarpe.

Piattaforme. Viene da due architetti siciliani la proposta che più di tutte le altre raccontate fin’ora, rivolge il suo sguardo non tanto ai singoli e al prossimo futuro, quanto alle città e ad una visione di lungo periodo. Si tratta di Kassandra, un innovativo strumento di pianificazione urbana e gestione delle risorse pensato per rispettare l’ambiente e migliorare la qualità della vita, elementi centrali già prima della crisi attuale.

Mappa indice di resilienza © Kassandra

Mark Cannata e Antonio Stornello, i due progettisti che l’hanno ideata, sono partiti dalla volontà di realizzare uno strumento di supporto decisionale diretto a istituzioni pubbliche e private, fattore importante per ripartire dopo l’emergenza sanitaria attuale.

«La crisi Covid 19 ci ha insegnato tre cose» raccontano i due architetti. «La prima è che è necessario ottenere un gran numero di informazioni da analizzare, interpretare e trasmettere a chi deve prendere le decisioni. La seconda? Abbiamo visto che si possono chiedere sforzi immani alle persone, l’importante è dar loro un obiettivo, una prospettiva. La terza è la consapevolezza dell’effetto sciame, infatti abbiamo visto come l’azione positiva di un individuo serva da spinta sociale verso gli altri e sia fondamentale per ottenere risultati concreti nel breve termine».

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