Creato da Giulia Ubaldi, il laboratorio di antropologia del cibo offre ogni sera lezioni di cucina in un clima conviviale
Nel quartiere del Giambellino, a Milano, c’è un luogo dove ogni sera accade qualcosa di speciale: siamo al Lac– Laboratorio di antropologia del cibo, dove persone provenienti da ogni parte del mondo raccontano il loro legame con il territorio di provenienza attraverso i piatti di casa propria. Una teoria di figure accomunate dalla passione per la cucina – che nella vita di tutti i giorni sono musicisti, fotografi, videomaker, esperti di food marketing, ingegneri, grafici e anche chef – tiene una lezione di cucina di due ore per un pubblico costituito da una quindicina di persone che spesso non si conoscono fra loro. Il prossimo 11 gennaio Gabriel, per esempio, intratterrà i suoi ospiti, con un viaggio culinario nel suo Paese, il Messico: sorseggiando un bicchiere di vino, gli avventori assisteranno alla preparazione dei suoi piatti, a partire dai tacos. Rispetto a questi ultimi, ogni regione del Centro America nei secoli ha sviluppato una propria versione, così Gabriel ha deciso di inventarsi la sua, omaggio a quella doppia appartenenza tra Italia e Messico che lo accompagna da tutta la vita: nasce così il Taco con brasato di guancia alla piemontese. Una contaminazione che richiama la sua storia.
In generale l’atmosfera è di grande convivialità e condivisione, il format è molto libero.
C’è chi segue lo chef mentre prepara la sua ricetta, chi cucina, chi prende appunti, chi con curiosità pone domande, chi si rilassa e semplicemente si gode il pasto sorseggiando un calice di vino in una cornice briosa e vivace.
Il prossimo 23 gennaio, poi, è di scena Murielle con i suoi menu regionali francesi. Per quella sera, in particolare, ne è previsto uno dedicato alla Bretagna, con Toast con burro di gamberetti e Gallettes di grano saraceno da comporre al momento a piacere con vari ingredienti, fra gli altri piatti. E se è la Borgogna che vi incuriosisce, l’appuntamento è per il 6 febbraio con Gougeres au fromage e Oeufs en meurette, fra le altre pietanze.
Protagonisti di queste effervescenti serate sono anche il Vietnam con Thao e i suoi Involtini, il Venezuela con Maria e Juan e le loro Arepas colorate, la Turchia con Selin e il suo Meze di pasta fillo, l’Iran con Shaghayegh e il suo Zereshk polo, il Libano con Yara e il suo Tabbouleh, per citarne alcuni. Non manca la cucina italiana, la trovate nei corsi “Cucina bianca ligure” di Davide e “La mia Milano” di Daniela, in programma rispettivamente per il 19 e il 27 gennaio. Fra i piatti delle loro cucine di casa ci sono il Coniglio alla ligure e il Risotto allo zafferano con ossobuco in gremolada.
Lo spazio nel quale prende anima questo scenario variopinto di storie, idee e interazione è un fondo che un tempo ospitava uno studio di grafica e che oggi accoglie un ambiente dall’atmosfera domestica, allestito con personalità all’insegna del recupero. All’ingresso del Lac c’è anche una piccola biblioteca di quartiere ricavata in un container dove ogni tanto vengono allestiti dei piccoli mercati con prodotti locali.
A volere tutto questo è stata Giulia Ubaldi che, durante il suo corso di laurea in Antropologia Culturale, ha scelto il Cilento come territorio per la sua ricerca, patria della Dieta mediterranea, inserita nella lista dei beni del Patrimonio Immateriale, oltre che sede dell’omonimo Parco nazionale riconosciuto come Patrimonio mondiale dell’Unesco per i suoi caratteri di biodiversità.
Lavorando per alcune aziende agricole, conoscendo le materie prime del territorio e la comunità locale, Giulia ha maturato l’interesse per il mondo del cibo e ha deciso di coniugare i suoi studi con quest’ultimo. Ha scritto e insegnato, ha viaggiato molto raccogliendo le storie delle persone comuni, della loro cucina di casa e dei loro costumi, fino a restituire il frutto dei suoi viaggi in Zammù, il libro che si presenta come un viaggio attraverso molteplici culture legate ai territori visitati, alle persone conosciute e alle loro ricette. «L’antropologia cerca sempre di portare il punto di vista singolo delle persone e quindi al Lac non c’è mai una cucina generalizzata – come la cucina vietnamita o la cucina tunisina -, ma è il cuoco che esprime il suo punto di vista, la sua cucina di casa, la sua esperienza, la sua storia», racconta Giulia a Pantografo.
Rientrata a Milano ha ideato il Lac, che oggi ospita venticinque corsi, altrettanti chef e venti Paesi del mondo. Nel frattempo è appena stato pubblicato Good Lac!, il secondo volume di Giulia che, oltre a ripercorrere la storia del Laboratorio, contiene 250 ricette da tutto il mondo, indissolubilmente legate alle storie dei cuochi.
INGREDIENTI PER 1 FETTA
20g farina grano tenero tipo 00
10ml acqua
10g lievito
1g sale
4g uovo intero
2g burro
2g zucchero
20g prosciutto cotto
3g bacon pancetta
4g olive ripiene
3g uvetta
PREPARAZIONE
Iniziare l’impasto con tutti gli ingredienti in planetaria tranne il sale, che va aggiunto dopo. Impastare con il gancio per 5 minuti circa. Quando l’impasto è omogeneo aggiungere il sale.
Lasciare lievitare fino a che l’impasto raddoppia di volume. Stendere l’impasto a forma di rettangolo. Distribuire le olive nella parte superiore dell’impasto, aggiungere il prosciutto, la pancetta e l’uvetta in maniera omogenea, lasciando approssimativamente 5 cm di impasto per chiudere.
Arrotolare il tutto formando un gran cilindro. Lasciar lievitare per circa un’ora.
Riscaldare il forno a 180 gradi. Prima di mettere in forno, fare dei buchi sulla superficie con un coltellino.
Infornare per 40/45min. Lasciar raffreddare prima di servire.
ALLERGENI
Contiene: glutine, latte e derivati, uova e derivati
In copertina: LAC, Laboratorio di Antropologia del Cibo. Foto di Francesco Bedini © LAC
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