L’arte va in scena. L’artista diventa protagonista dei nuovi media digital
Tipologie che mutano e si allineano ai trend più recenti della cultura e dello spettacolo. Accanto ai musei e ai teatri tradizionali nascono ambiti innovativi in cui gli spettatori possono inoltrarsi in coinvolgenti esperienze multimediali. Eventi che ai loro albori venivano allestiti all’interno di effimere strutture temporanee e che oggi si materializzano in manufatti permanenti, realizzati ad hoc per l’uso di tecnologie digitali all’avanguardia. Fa scuola l’esempio di Londra, già segnata negli scorsi anni dalle realizzazioni di Frameless e del distretto immersivo di Outernet Global e in questi ultimi giorni dall’inaugurazione di Lightroom.
David Hockney: Bigger & Closer (not smaller & further away) è il titolo del primo spettacolo multisensoriale che animerà il teatro proponendo l’opera del grande pittore dello Yorkshire. Un nome noto per i suoi celebri lavori d’arte e in particolar modo per la sua passione verso i nuovi media e le tecnologie digitali.
In scena, le opere di Hockney sono rappresentate in modo rivoluzionario. Artista britannico, classe 1937, capace di emozionare i visitatori attraverso il racconto della sua esperienza personale nel mondo dell’arte. Un viaggio accompagnato da una colonna sonora firmata dal compositore americano Nico Muhly e dalla voce di Hockney che svela i suoi esperimenti con la prospettiva e i suoi collage con le polaroid, presenta la fotografia come un mezzo “per dipingere con la macchina” e illustra insolite potenzialità per l’uso dell’Ipad.
In un periodo segnato dal boom di spettacoli immersivi che hanno riportato in prima linea i lavori di artisti famosi del passato quali Van Gogh, Frieda Khalo e Gustav Klimt è evidente come David Hockney: Bigger & Closer (not smaller & further away) sia il primo dedicato ad una figura vivente, partecipe nella sua preparazione e narrazione.
Organizzata in sei capitoli tematici principali, l’esposizione proietta opere iconiche del passato insieme a lavori inediti e a nuove realizzazioni.
Capolavori che riprendono i sessant’anni di successo di Hockney, vissuti nello Yorkshire, sua terra natale, seguiti dalla California e dalla Normandia, dove attualmente risiede. Uno show che si trasforma in un’esclusiva opportunità per trascorrere tempo con il caro artista che all’età di 85 anni rivela la sua capacità di innovare, sbalordire e creare ancora bellezza.
«Il mondo è bellissimo se ti fermi a osservarlo – commenta David Hockney – ma la maggioranza della gente non lo guarda molto attentamente. Scrutano solo il terreno che sta di fronte a loro in modo da poter proseguire a camminare, ma in realtà non osservano le cose nella maniera corretta, con intensità. Io sì».
Risultato di tre anni di intensa collaborazione tra David Hockney e gli autori di Lightroom, l’evento sarà il primo di una lunga lista di spettacoli che aspirano ad essere visualmente strabilianti con altrettanto avanzate tecnologie per il suono.
Nato da una joint venture tra gli specialisti del design di rappresentazioni di 59 Productions e la London Theatre Company, Lightroom porta la firma dello studio londinese degli architetti di Haworth Tompkins, esperti nel design di teatri.
Luogo d’intervento il distretto creativo di King’s Cross, qualificato da importanti e significativi interventi di rigenerazione urbana.
Accanto ai grandi progetti per le infrastrutture, la cultura e il residenziale appare in via di ultimazione anche la nuova sede di Google, non lontana da Coal Drops Yard e dalla Central Saint Martins.
«Il progetto – spiegano i designers di Haworth Tompkins – ha richiesto un livello molto alto di coordinamento tecnico insieme ad un attento studio per l’acustica, per assicurare che lo spazio sia in grado di rispondere con successo a future immaginazioni artistiche e consentire in futuro la massima possibilità creativa al suo interno». Con una capacità per 380 spettatori, la struttura si organizza in un ampio volume centrale sotterraneo anticipato da una galleria e da un foyer e un bar con calde finiture in legno. Esteso lo sviluppo verticale dell’ambito per gli spettacoli, che con un’altezza di 12 metri, pari a quattro piani, accoglie uno dei più sofisticati sistemi di proiezione che consentiranno agli artisti di trasformare lo spazio, mostrando e stimolando opere digitali innovative.
«Abbiamo lavorato con David Hockney per riunire proiezioni di immagini a grande scala, animazioni, interviste d’archivio ed altre fatte ad hoc per l’evento e con una colonna sonora commissionata per dar vita a un nuovo tipo di spettacolo che deve molto alle scenografie teatrale di Hockney come alla sua pittura, ai suoi disegni e alle sue fotografie», commenta Mark Grimmer, direttore della mostra.
«È stato emozionante lavorare insieme negli ultimi tre anni e speriamo che questo show introduca la sua arte ad un pubblico interamente nuovo».
In copertina: David Hockney Bigger & Closer (not smaller & further away) Photo by Justin Sutcliffe
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