Le informazioni che arrivano dallo spazio saranno sempre più usate per strategie di pianificazione urbana
Dalle smart city alle space city: la partita della riqualificazione delle città in chiave digital & green passa anche e soprattutto dai dati satellitari. Le informazioni disponibili nell’ambito dei progetti di osservazione della Terra, su cui stanno investendo i principali governi a livello mondiale, rappresentano già un patrimonio prezioso da indagare per elaborare, come mai prima d’ora, strategie di pianificazione urbana votate al benessere ambientale, economico e sociale dei territori. L’analisi dei dati consente non solo di mappare lo status quo in termini di livelli di inquinamento, situazione del traffico, dispersioni di risorse energetiche e idriche ma soprattutto di simulare scenari andando a individuare criticità e opportunità. E grazie a intelligenza artificiale e machine learning le informazioni diventano ancora più accurate e “personalizzabili” sulla base delle specifiche caratteristiche anche di minime porzioni di territorio.
In Europa si prepara a entrare nella fase pre-commerciale il progetto Space4Cities finanziato dall’Euspa, l’agenzia Ue per il programma spaziale, nell’ambito di Horizon Europe, che punta all’utilizzo dei dati provenienti dai programmi spaziali Copernicus e Galileo per progettare soluzioni innovative a servizio delle città: se è vero che i dati satellitari sono già in parte utilizzati in ambito urbano, proof of concept e standard non sono ancora disponibili e a questo mira il progetto Space4Cities. A fine giugno è stata avviata la consultazione pubblica, aperta fino a fine ottobre, preliminare al bando di gara da 2,87 milioni previsto per il primo trimestre 2025.
Cinque le soluzioni che saranno selezionate e implementate nelle città “pilota” di Helsinki (Norvegia), Amsterdam (Olanda), Atene (Grecia), Gand (Belgio) e Guimarães (Portogallo) e che poi saranno estese ad altre 10 città.
Sostenuto dall’Euspa e finanziato nell’ambito di Horizon Europe anche il progetto Udene, specificamente tarato sull’Obiettivo 11 della strategia “green” 2030 elaborata dalle Nazioni Unite, che punta a rendere le città sicure, resilienti e sostenibili. La mission del progetto Udene è dare vita a un laboratorio virtuale a disposizione di urbanisti e amministrazioni, università e imprese, dove poter testare gli impatti specifici di singoli progetti grazie ai dati disponibili tramite il programma Copernicus, integrati con quelli provenienti dai sistemi di telerilevamento locali. Tre i casi d’uso che saranno validati e che vedranno protagoniste le città di Istanbul (Turchia), Tunisi (Tunisia) e Novi Sad (Serbia). A Istanbul si testerà l’uso dei dati satellitari per valutare l’impatto di eventi sismici su quartieri in cui sono presenti grattacieli. A Tunisi l’obiettivo è classificare singole zone climatiche locali coinvolgendo i cittadini nel processo di raccolta dati per valutare come gli spazi verdi possano contribuire a ridurre le isole di calore. A Novi Sad si sfrutteranno le metriche del traffico locale per analizzare gli effetti della realizzazione di una tangenziale sulla congestione e sulla qualità dell’aria.
In Italia Roma è fra le città protagoniste del progetto Malibu, cofinanziato dall’Agenzia Spaziale Europea nell’ambito del programma Artes 4.0. Del consorzio Malibu fanno parte le aziende Nais – nel ruolo di capofila – Mac, YetItMoves, Urby et Orbit, Eurelettronica Icas e Avr. L’iniziativa punta allo sviluppo di una serie di servizi per l’efficientamento del sistema di sorveglianza e monitoraggio di buche e crepe stradali lungo le tratte percorse dai mezzi pubblici di Atac attraverso l’installazione di sensori dedicati. Lo scorso aprile WindTre Business ha annunciato un progetto in collaborazione con il consorzio che mira allo sfruttamento della rete 5G: la società di telecomunicazioni abiliterà il servizio Malibu Rcm (Road Condition Monitoring), facendo leva su strumenti di machine learning e trasmissione dati ad alta velocità e livello di precisione.
In copertina: Solar panel revolve over Earth atmosphere ©goinyk
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