Il concept: a Riva degli Etruschi un piccolo borgo italiano, diffuso, inserito nella foresta toscana
La Toscana è spesso simbolo di paesaggi incontaminati, di antiche tradizioni gastronomiche e culinarie, di borghi medievali, nonché di arte e cultura. In realtà è anche un paesaggio profondamente antropizzato e modificato da secoli di lavoro dell’uomo, dove oggi troviamo campi coltivati, vigne e uliveti. Meta indiscussa del turismo internazionale – i dati della Regione Toscana parlano di oltre 48 milioni di presenze nel 2019 –, è anche una delle regioni che potrebbe prestarsi a nuovi esperimenti per rendere l’attività turistica più sostenibile. E questo è anche il fine dell’associazione Hospitaliter, che raccoglie un gruppo di imprese guidate dalla famiglia Lisi, e che mira a creare un nuovo modello di accoglienza, che coniughi agricoltura, ristorazione ed energia, in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale, con ricadute positive anche sul territorio.
«Il nostro modello è quello di integrare ospitalità e filiera agricola, inserire il tema dell’energia – noi abbiamo una società che produce energia elettrica da biomasse – e creare una potente integrazione» racconta a Pantografo Magazine Iacopo Lisi, anima di Hospitaliter, in occasione del convegno “Architettura del turismo sostenibile”, tenutosi alla Fondazione Zeffirelli di Firenze nei giorni scorsi, che si è costituito come evento di lancio del progetto dell’associazione.
Ecco quindi che, oltre alle strutture ricettive, tra cui compare lo storico resort di Riva degli Etruschi, sulla costa a nord di Piombino, si affiancano il podere Biolotto di Bagno a Ripoli e l’azienda agricola di Tenuta Guardamare, che fornisce ortaggi e il vino che poi vanno ad arricchire le tavole degli ospiti della stessa Riva degli Etruschi. E sulle attività agricole di Hospitaliter è in campo anche Slow Food, sia con la sua rete di piccoli produttori, sia con un progetto di affiancamento al consorzio toscano, sviluppato dall’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo.
Sostenibilità, kmzero e rete agricola sono gli ingredienti di questo modello, che nel caso del resort maremmano si traducono anche in un progetto di architettura green, con un nuovo masterplan affidato allo studio newyorkese Asymptote Architecture, fondato da Hani Rashid e Lise Anne Couture e nel quale è coinvolto anche il paesaggista italiano Paolo Pejrone.
«Abbiamo fatto un concorso a inviti, ma alla fine ci siamo fermati alla prima proposta – continua Lisi –. La richiesta era di realizzare questa sostenibilità in tutti gli aspetti, per esempio togliendo l’asfalto e le macchine dal resort, utilizzare la ventilazione naturale e così via. E loro hanno dimostrato una sensibilità particolare, con un masterplan straordinario per la ristrutturazione, per il quale ora siamo in fase autorizzativa».
In tutti i nostri progetti, la coerenza per noi è la prima cosa.
Iacopo Lisi
Costruito negli anni ‘60, Riva degli Etruschi si estende in un’oasi naturalistica di 33 ettari, con 1 km di spiaggia e che arriva ad ospitare fino a 2mila persone al giorno in diverse unità abitative indipendenti. Ora il progetto di Hospitaliter, oltre al restyling delle strutture esistenti, prevede di aggiungere altri 30 ettari di parco agricolo. «Il nostro obiettivo è quello di riprodurre quell’atmosfera naturalistica degli anni ‘60, riportando nella foresta una nuova modernità, utilizzando però materiali contemporanei, come legno, pietra e con un richiamo al ferro, elemento tipico di quest’area». Avviato il primo step della costituzione dell’azienda agricola, dove già si producono olio, prodotti ortofrutticoli, grani antichi «dalle cui farine facciamo pane e pasta, che poi utilizziamo nei nostri ristoranti. Tutto a kmzero».
Un processo che sarà fatto per gradi, a struttura aperta, e che si prevede possa essere consegnato nel 2025. «Sarà un piccolo borgo italiano diffuso nella foresta», conclude Lisi.
In copertina: Riva degli Etruschi © Hospitaliter
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