Un nuovo museo, mostre itineranti, ma anche floor art per celebrare il centenario dello scrittore amato da bambini e adulti
Da Omegna, suggestiva cittadina che si affaccia sul Lago d’Orta, nella provincia piemontese del Verbano Cusio Ossola, alle principali città italiane, a partire da Roma e Milano. E poi: da Parigi a Shanghai, da Buenos Aires a Helsinki, da Mosca a San Francisco. È così che, dopo aver tracciato, con i suoi pensieri e le sue parole in rima, un «girotondo di tutto il mondo», ad unire il mondo – a cent’anni dalla sua nascita – è stato proprio lui, superando ogni confine, fisico, politico o ideologico che fosse.
Lui è Gianni Rodari, scrittore che come pochi altri ha saputo parlare ai bambini come agli «adulti», tenendo insieme – con un linguaggio universale – invenzioni di fantasia, umorismo e pedagogia. La sua Grammatica della Fantasia è stata definita da Tullio De Mauro, già all’epoca della sua pubblicazione, nel 1973, «un classico» che ha saputo stimolare e mettere alla prova l’immaginazione di grandi e piccini. E intanto – sulla scia dei tanti eventi programmati a partire dallo scorso anno in occasione del «centenario rodariano» (diventato 100+1, viste le limitazioni causa Covid19 dello scorso anno) – continuano ad essere lanciate nuove iniziative – musei permanenti, mostre, eventi, street art – animando non solo centri storici e periferie delle città italiane, ma approdando anche all’estero.
Partiamo dall’Italia, anzi da Omegna, paese natale di Gianni Rodari, nello spicchio di Piemonte che si incunea tra Val d’Aosta, Lombardia e Svizzera. Qui, in pieno centro, è appena nato il Museo Rodari (curatore: Pino Boero), con sottotitolo «Una fantastica storia». Il logo scelto è una matita bicolore, simbolo – in pieno spirito rodariano – dell’errore creativo, «scintilla» di fantasia e creatività. E sono proprio questi due concetti che ispirano l’allestimento che accoglie i visitatori: dalle «cornette» dei telefoni a disco sparse tra le sale – da cui riascoltate le famose «Favole al telefono» – al racconto della vita di Rodari, accompagnati dagli ambienti e dai personaggi inventati dall’autore. Lo spazio è stato progettato con l’obiettivo di coinvolgere attivamente (e interattivamente) i visitatori: dalla creazione di storie «al rovescio» alla biblioteca della fantasia, con libri illuminati che si attivano con un tocco, scandendo i «pensieri» del pedagogista e scrittore piemontese. Il nuovo museo si affianca, ad Omegna, al Parco della Fantasia, parco letterario diffuso alla scoperta – tra città, lago, ludoteca, spazi dedicati – di luoghi, angoli e «facce» pensati per stimolare l’immaginazione.
Ha invece debuttato a Parigi, alla fine di novembre – e resterà aperta fino al 31 dicembre –, la mostra «Figure per Gianni Rodari. Eccellenze Italiane» (curata da Cooperativa Giannino Stoppani/Accademia Drosselmeier), ultima tappa del tour partito lo scorso anno da Bologna, in occasione della Children’s Book Fair, e che ha toccato 18 diverse destinazioni in Italia e nel mondo: dopo la prima tappa inaugurale presso l’Art Museum di Portland, negli Stati Uniti, seguita da San Francisco, l’itinerario ha raggiunto (in ordine cronologico) città come Mosca, Helsinki, Tokyo, Berlino, Buenos Aires, Londra, Praga, Shanghai, Lione, Daegu.
Nella capitale francese, la mostra – visitabile presso l’Istituto italiano di Cultura, a pochi passi dal Musée d’Orsay – offre una panoramica dell’illustrazione italiana che ha accompagnato i testi di Rodari negli ultimi cinquant’anni, con lavori di designer e illustratori – da Emanuele Luzzati a Bruno Munari – e artisti contemporanei.
Una menzione a parte lo merita l’approdo di Gianni Rodari negli Stati Uniti: la prima edizione nordamericana delle «Favole al telefono», infatti, è arrivata nelle librerie statunitensi solo lo scorso anno, a un sessantennio dalla prima pubblicazione in Italia: i motivi di questo ritardo sono molteplici ma legati soprattutto – come chiarisce sin dal titolo un articolo del New York Times uscito lo scorso anno (5 settembre) – «a causa dei suoi legami con il Partito Comunista». Il libro è stato edito da Enchanted Lion, con le illustrazioni di Valerio Vidali e la traduzione di Anthony Shugaar. E la notizia è che tra meno di un anno lo stesso editore pubblicherà anche «The Grammar of Fantasy: An Introduction to the Art of Inventing Stories» – riedizione del celebre volume del 1973, con la traduzione di Jack Zipes e i disegni di Matthew Forsythe –: uscita prevista nell’ottobre 2022 e pre-ordinabile online.
In Italia, Rodari è stato celebrato un po’ ovunque: città grandi e piccole, musei, biblioteche, associazioni hanno organizzato – nonostante le difficoltà connesse alla pandemia da Covid19 – un fitto programma di eventi. E se a Roma gli è stata dedicata, tra l’altro, una mostra al Palazzo delle Esposizioni («Tra Munari e Rodari», proposta da Comitato promotore per le celebrazioni dell’anno rodariano istituito da Biblioteche di Roma, in collaborazione con Corraini Edizioni) mirata a celebrare l’incontro – umano e intellettuale – tra l’autore piemontese e Bruno Munari, protagonista dell’arte, del design e della grafica del Novecento (oltre che illustratore di tanti libri di Rodari). A Milano, invece, l’anniversario è stato motore di rigenerazione di uno spazio pubblico: Piazzale Tripoli, per anni in stato di degrado, è diventato il palcoscenico di un’opera di «floor art», completata lo scorso marzo dall’artista Smoe. Sulla pavimentazione della piazza, con l’obiettivo di trasformarla in luogo di gioco e socialità, creando una sorta di playground interattivo, è stata disegnata una bambina (lunga circa 100 metri) che si emoziona guardando il cielo. L’opera – che è rientrata nel progetto “Piazze aperte” del Comune di Milano proposto dall’Associazione Tripoli Talks – si ispira ancora una volta al libero «Favole al telefono», in cui il padre pendolare racconta favole alla figlia lontana attraverso la cornetta telefonica.
In copertina: Museo Rodari © Comune di Omegna
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