Architettura e algoritmo in un progetto firmato ecoLogicStudio in mostra al Centro Pompidou di Parigi
E se a guidare lo sviluppo delle città del futuro fosse un algoritmo in grado di catturare e riprodurre in modo automatico le scelte di un organismo vivente, come una muffa melmosa?
Uno slime mold in grado di sopravvivere, trovare strategie e vie di fuga, esercitare capacità di apprendimento e una sorta di intelligenza collettiva pur non avendo un cervello o qualsiasi altra cosa che somigli a un sistema nervoso. Sembra un racconto di fantascienza o il trailer di una pellicola cult, stile “Blob”, invece, è l’idea alla base del progetto firmato da due architetti italiani, che hanno immaginato, e messo alla prova, la pianificazione delle infrastrutture urbane come se fosse il dipanarsi di una rete vivente – coevolutiva – in cui coniugare intelligenza biologica e artificiale.
Il progetto si chiama “GAN-Physarum: la dérive numérique” ed è composto da un video di artificial intelligence (Ai) e da un bio-pittura commissionati dal Centre Pompidou di Parigi, dove resterà visibile, fino al prossimo 25 aprile 2022, all’interno della mostra Réseaux-Mondes (Worlds of Networks) inaugurata a fine febbraio. A realizzarlo sono stati Claudia Pasquero e Marco Poletto, fondatori di ecoLogicStudio, studio di innovazione di architettura e design con base a Londra, addestrando un algoritmo di apprendimento automatico a comportarsi come una slime mold vivente e chiedendogli di rappresentare, sul fronte dell’infrastruttura blu-verde, il futuro di una Parigi bio-digitale autonoma.
Una delle caratteristiche principali della Physarum Polycephalum, la muffa melmosa unicellulare protagonista del progetto, spiegano i due architetti, «È la capacità di muoversi in base a una specie di intelligenza collettiva presente anche nel comportamento di altre specie viventi, come le api o le formiche, in cui ciascun singolo organismo non possiede un cervello ma, tutti insieme, si muovono in modo intelligente. Nel caso dello slime mold ci sono milioni di nuclei in grado di interagire tra loro per ottimizzare le risorse». Per queste sue peculiarità la muffa è stata già studiata in chiave computazionale, in passato, da computer scientist, matematici ed esperti di programmazione, ma anche, a partire da filoni già intrapresi in Giappone e in Inghilterra, come esempio per modelli di costruzione di reti infrastrutturali urbane, come quella dei trasporti.
Lo slime mold, sottolineano Pasquero e Poletto, si comporta «Come una sorta di infrastruttura biologica che si sviluppa secondo uno schema bottom up. Come architetti abbiamo pensato di applicare tale modello in urbanistica e architettura, guardando direttamente alla morfogenesi urbana in una chiave emergente biologica e immaginando le bio-città del futuro. Nella fase in cui cresce e cerca fonti di nutrimento il Physarum Polycephalum crea una rete, un network per la connessione delle risorse a disposizione.
Nel caso delle città, possono essere presi in considerazione, di volta in volta, elementi diversi. Nel progetto su Parigi, ad esempio, i ‘nutrienti’ sono rappresentati dai nodi fotosintetici, snodi per un piano blu-verde della città. In questo modo, attraverso il movimento autonomo della muffa, tradotto in forma digitale tramite un algoritmo ad hoc, la pianificazione urbana – in contrapposizione ideale alla razionalità che ha segnato lo sviluppo della Capitale francese – avviene attraverso una rete intelligente, che cresce e si evolve in base a un elemento biologico. E che, soprattutto, può essere in grado di adattarsi, rispondendo alle trasformazioni: si pensi ai cambiamenti climatici, ambientali, sociali o economici». Il video presenta una visione accelerata dello sviluppo green-blu di Parigi nei prossimi 200 anni.
Il video “GAN-Physarum: la deriva numerica” – in cui GAN (Generative Adversarial Network) indica un’architettura algoritmica che crea nuovi modelli generativi utilizzando metodi di deep learning – è accompagnato da una corrispondente bio-pittura (di dimensioni 1×0,8 metri), in cui un Physarum Polycephalum vivente allunga il suo corpo in rete per cibarsi di una griglia di nutrienti, distribuiti sulla tela per mappare in modo accurato le attuali risorse biotiche parigine: le tracce risultanti «sono l’incarnazione del sistema cognitivo dello slime mould e, forse, una visione non umana del cervello biotecnologico in evoluzione di Parigi».
Il nuovo progetto viene esposto insieme a un secondo video “DeepGreen: Urbansphere” che mostra l’applicazione dell’algoritmo GAN-Physarum a una serie di progetti avviati nel 2019 da ecoLogicStudio con l’agenzia Undp (United Nations Development Programme) delle Nazioni Unite sull’applicazione dell’intelligenza artificiale per sviluppare nuovi masterplan blu-verdi per le città contemporanee (in particolare, con il caso di Città del Guatemala). Entrambe le opere fanno parte della serie “Mutations/Créations” – curata da Marie-Ange Brayer e Olivier Zeitoun – e sono stati acquisiti dal Centre Pompidou come parte della collezione permanente.
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