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Marcin Rusak Studio - Klara Czerniewska-Andryszczyk

Fuorisalone 2025: Alcova si conferma laboratorio di creatività e sperimentazione

Nei quattro siti di Varedo in mostra il connubio tra design, natura e architettura. L’ex Snia l’highlight di questa edizione


Alcova si dimostra come una delle idee che più funzionano nella caotica settimana del Fuorisalone 2025, in corso questa settimana a Milano. La piattaforma itinerante, fondata da Valentina Ciuffi (Studio Vedèt) e Joseph Grima (Space Caviar) nel 2018, conferma l’intuizione iniziale di esplorare il futuro del design attraverso la ricerca e lo scouting di giovani artisti, soprattutto internazionali, e continua il suo itinerario in Brianza, esplorando nuovamente le due location del 2024 – Villa Borsani e Villa Bagatti Valsecchi – alle quali quest’anno affianca l’ex sito industriale della fabbrica Snia e le serre di Pasino, sempre a Varedo.


Oltre cento i designer da tutto il mondo le cui opere sono esposte negli spazi dei quattro siti, diversi per architettura, costruzione e stato di conservazione, in un ideale dialogo tra passato, presente e futuro


Come spiegano da Alcova, «queste due ultime location ampliano la conversazione sul design oltre gli ambienti domestici, focalizzandosi sulla relazione tra materiali, processi industriali e il reclamare della natura di spazi architettonici abbandonati». Un modo, hanno scritto ancora i fondatori, «per rinforzare l’idea di Milano come di una città in continua crescita, espansione e mutamento».3

Ed è sicuramente l’ex Snia Viscosa il sito più iconico di questa edizione di Alcova. Una fabbrica di oltre 500mila mq degli anni Trenta progettata da Giuseppe de Min, esempio di razionalismo milanese, dove si producevano filati sintetici e poliestere, chiusa definitivamente nel 2003 e oggi stato di degrado e abbandono. Qui i designer che lavorano con materiali e prodotti innovativi: dalla sostenibilità dei finlandesi di Habitare al richiamo alle piante ornamentali attraverso i grandi fogli di alluminio colorati di Spread, fino alla grande installazione Under the volcano con le opere di Quayola, Francesco Meda & David Lopez Quincoces per Ranieri, e la performance live del violinista Rodrigo D’Erasmo. Suoni e rumori duri e grezzi, che ben si sposano con la decadenza della ex Snia, restituendo quasi un soffio di vitalità a questo enorme lascito di archeologia industriale.

Più domestico il setting di Villa Borsani, progettata e realizzata in stile moderno tra il 1943 e il 1945 da Orazio Borsani, fondatore di Tecno. Nei due piani della villa, oggi sede dell’Archivio Borsani, sono esposti oggetti e prodotti che vanno dalle lampade giapponesi di Yamagiwa alla riedizione di mobili iconici degli anni ’50 e ’70 dei francesi di Source Edition. A Villa Bagatti Valsecchi, sono invece i colori, i tessuti e il dialogo con le tradizioni locali, tra gli altri, del Guatemala e a Studio Lugo della Turchia, a creare contrasto con il legno e i colori della villa settecentesca.

Infine, le serre di Pasino, di fianco a Villa Bagatti Valsecchi, una volta sede di una delle più grandi coltivazioni di orchidee in Europa, dove i visitatori sono invitati a esplorare il rapporto tra natura e oggetti di design.

Alcova Milano rimarrà aperta al pubblico fino al 13 aprile. L’ingresso è gratuito, a parte Villa Borsani per la quale da quest’anno è stato introdotto un biglietto di 25 euro.

In copertina: © Marcin Rusak Studio – Klara Czerniewska-Andryszczyk

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