Search for content, post, videos

Food policy, per Roma dieci obiettivi e una proposta

Un team per proporre una fotografia del sistema agroalimentare capitolino e stimolare l’azione politica delle amministrazioni


Quattrocentomila tonnellate, un peso pari a sette volte e mezzo quello del Titanic. Una cifra difficile da immaginare e che corrisponde alla quantità di cibo che ogni anno viene gettato dalla sola filiera della distribuzione organizzata in Italia. Una pratica insostenibile considerando che migliaia di queste tonnellate potrebbero avere una seconda vita, con il plus di andare a sfamare la fascia della popolazione più povera e indigente. Un ulteriore elemento di riflessione sull’urgenza di riorganizzare le politiche alimentari arriva direttamente dalla Fao: secondo le stime delle Nazioni Unite, entro il 2050 il 70% della popolazione globale vivrà nelle aree urbane.

Convinti dalla necessità di fornire un contributo concreto e dalla volontà di mettere a sistema l’operato di persone e realtà inerenti ambiti che vanno dalla formazione universitaria all’attivismo green, un team di otto donne e uomini ha realizzato una ricerca dal titolo esplicativo: “Una food policy per Roma. Perché alla Capitale d’Italia serve una politica del cibo”. Obiettivo dichiarato, quello di offrire ai decisori politici una fotografia del sistema agroalimentare mettendo in luce potenzialità, criticità e offrendo spunti pratici. Ma non solo. Focus anche sul miglioramento della connessione fra produttori, commercianti e consumatori dell’area metropolitana.


La proposta sarà presentata all’Ipseoa Gioberti mercoledì 16 ottobre, alle ore 11


«Abbiamo scelto un istituto alberghiero per presentare questa iniziativa perché è dal mondo della formazione che bisogna ripartire», ha affermato Davide Marino, docente di Economia del Gusto all’Università del Molise e di Made in Italy Agrolimentare a Roma Tre, presentando l’idea durante la terza giornata di SPAM – Settimana del Progetto Architettonico nel Mondo organizzata dall’Ordine degli architetti di Roma. Al centro il diritto al cibo locale e di qualità, la promozione dell’equa remunerazione del lavoro agricolo e l’accesso al mercato delle piccole imprese.
Invitando alla presentazione i presenti al confronto con l’architetto Andreas Kipar (Land) sul tema delle nature urbane, Marino – che da tempo studia il sistema agroalimentare dell’area metropolitane di Roma – ha ribadito l’opportunità di azioni bottom up in materia di food policy: «Importante è lanciare l’idea e costruire un movimento di cittadini che chieda alla politica di agire» per integrare lo sviluppo sostenibile all’interno delle politiche cittadine.

© Mercato Centrale Roma

Le priorità per Roma – L’analisi del contesto laziale e nello specifico romano, restituisce un quadro che necessita di azioni tese a rafforzare e sorreggere le piccole e medie imprese che popolano il settore primario. Da un lato per assicurare un’alimentazione sana a tutti i cittadini, dall’altro per tutelare le risorse naturali e la biodiversità del territorio. Un esempio viene dalla gestione delle mense scolastiche. Nella sola Capitale, ogni giorno il servizio offre 144mila pasti, per una quota che, dal 2007 al 2017, tocca i 138,6 milioni. Plasmando i capitolati di appalto dei bandi attraverso criteri di sostenibilità e stagionalità, si potrebbero ottenere ricadute molto importanti sul tessuto economico primario urbano e rurale, oltre che su quello educativo.

L’esempio milanese – Sulla scia di Expo 2015 è stata Milano a fare da apripista nel campo delle “food policy” cittadine. A partire da questa esperienza, riconosciuta e formalizzata dal Comune meneghino, molte altre realtà urbane si sono mosse nella stessa direzione e con diverse modalità. Da politiche legate alla sicurezza alimentare all’approvazione di incentivi, normative e progetti mirati ad armonizzare la filiera del cibo dalla sua produzione allo smaltimento. Il tutto in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Le 10 priorità contenute nella “Food Policy per Roma”

Accesso alle risorse attraverso la pubblicazione da parte del Comune di un nuovo bando per le terre pubbliche

Agricoltura sostenibile e biodiversità da promuovere tramite modelli di agricoltura sostenibile e sostenendo l’agricoltura biologica

Filiere corte e mercati locali

Rapporto città – campagna da sviluppare integrando le diverse fasi della filiera

Cibo e territorio, ovvero rafforzare i sistemi di etichettatura territoriale e la tracciabilità degli alimenti

Sprechi e distribuzione con l’efficientamento della filiera e il sostegno alle iniziative di recupero e redistribuzione

Multifunzionalità del settore, con la costruzione di un’offerta turistica specifica e l’adozione di menù nei ristoranti del centro storico che valorizzino le vere specificità gastronomiche locali

Consapevolezza dei cittadini rispetto alle questioni del cibo e dell’agricoltura

Paesaggio come la prevenzione del consumo di suolo e altri fenomeni di degrado della terra

Pianificazione della resilienza con la quantificazione dei servizi forniti dal sistema agro-silvo-pastorale metropolitano e la gestione delle aree protette

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Accedendo a questo sito, chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi