Installazione partecipativa con l’artista Olafur Eliasson
Non siamo ancora nel 2020 ma già i preparativi per le più importanti manifestazioni internazionali sono entrati nel vivo. Non fa eccezione l’Art Week milanese, kermesse che attraverso un ricco programma di eventi, inaugurazioni ed aperture straordinarie di musei e collezioni private, funge da palcoscenico per i principali attori del settore nel panorama meneghino. E anche il prossimo anno fra i protagonisti ci sarà la Fondazione Nicola Trussardi che per il 2020 ha attivato una collaborazione con l’artista Olafur Eliasson. L’opera, intitolata “The collectivity project” e a cura di Massimiliano Gioni, è un’installazione partecipativa composta da migliaia di mattoncini LEGO® con i quali i visitatori daranno vita ad un paesaggio urbano immaginario.
Ancora nessuna notizia su dove verrà realizzata, anche se dalla Fondazione Trussardi fanno sapere che troverà spazio in un luogo simbolo del centro di Milano.
Progetto site specific promosso dalla Fondazione che negli ultimi anni ha dato vita a interessanti e suggestivi interventi artistici in grado di cambiare il volto di porzioni del tessuto urbano del capoluogo lombardo, seppur in modo temporaneo. Tra gli altri “Sacrilege”: gigantesca installazione gonfiabile dell’artista inglese Jeremy Deller che nel 2018 ha portato il sito archeologico di Stonehenge nel parco delle sculture di CityLife. Nel 2019, invece, la Fondazione ha collaborato con l’autore ghanese Ibrahim Mahama che ha dato vita all’opera su scala urbana “A Friend”, composta da centinaia di sacchi di juta e concepita per i due caselli daziari di Porta Venezia.
Con The collectivity project, da martedì 14 aprile a domenica 3 maggio 2020, il pubblico sarà invitato a progettare, costruire e ridisegnare un grande paesaggio immaginario.
Una sorta di città in continua evoluzione trasformata ogni giorno dai passanti che, per dare forma alla propria immaginazione, avranno a disposizione due tonnellate di LEGO® bianchi distribuiti su grandi tavoli che fungeranno da base per questa metropoli in miniatura. Realizzato per la prima volta a Tirana nel 2005, in occasione della terza biennale della capitale albanese, The collectivity project è sbarcato ad Oslo nel 2006, poi a Copenaghen nel 2008 e, infine, a New York nel 2015, in occasione di un evento sulla High Line, il parco lineare sopraelevato forse più famoso al mondo.
Scopo del progetto di Eliasson è quello di generare un luogo dove la conversazione e lo scambio fra le persone possa dar vita ad una grande opera collettiva: ognuno fa la sua parte senza che ci sia qualcuno a coordinarne lo sviluppo. Un qualcosa di molto simile a quanto sta accadendo nelle metropoli moderne, come la stessa Milano, dove sempre più interventi di rigenerazione stanno cambiano il volto dello spazio urbano. Un parallelo non casuale, se è vero che Eliasson è autore di una continua ricerca artistica che spazia fra scultura, pittura, fotografia e architettura, tutte declinate secondo le urgenze del presente come la sostenibilità e il cambiamento climatico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA