A Londra, nel mese di ottobre, nella serra monumentale dei giardini botanici di Kew Gardens
Londra rifiorisce: nei giardini botanici di Kew Gardens un incontro privilegiato con la natura e la cultura nipponica. Nei maestosi interni della vittoriana Temperate House va in scena (fino al 31 ottobre) la poetica installazione d’arte a grande scala, intitolata One Thousand Springs, ospitata in occasione del Festival del Giappone insieme ad altri allestimenti paesaggistici legati alla flora del Sol Levante.
Firmata dall’artista di Osaka Chiharu Shiota, celebre per le sue opere con suggestive trame tessili, attraverso le quali esplora l’esistenza degli esseri umani, l’istallazione accosta più di 5mila foglietti con altrettanti haiku redatti dai visitatori. Gli haiku sono brevi componimenti a carattere lirico che qui fluttuano nell’infinito spazio ricco di vegetazione, sospesi ad altezze diverse dal colmo della copertura dell’ottocentesca Temperate House, mediante un’eterea orditura di fili rossi. Un intervento caratterizzato da una componente visiva forte e coinvolgente e determinato nel voler evidenziare il valore e l’importanza della condivisione tra gli esseri umani e la natura.
Armonico il rapporto di One Thousand Springs con il contesto, dove la leggera rete in tessuto si libera nel volume vitreo della grande serra, dimora di ben 1500 specie arboree per un totale di diecimila piante provenienti da cinque continenti e sedici isole e punto focale per studi scientifici sull’ambiente e sulla biodiversità.
«La lingua giapponese nasce da una cultura che adora il mondo naturale. Molte pratiche culturali quali l’ikebana, il bonsai e l’hanami si basano sulla ammirazione e sul godimento della natura. Per One Thousand Springs – racconta Chiharu Shiota – ho scelto di concentrarmi sull’haiku. Quello tradizionale fa riferimento a una sola stagione mentre molti haiku si basano su osservazioni della natura. Gli haiku introdotti in questa istallazione sono stati presentati da visitatori di tutto il mondo».
Il rapporto con l’ambiente viene enfatizzato attraverso un’altra esperienza sensoriale: il suono. Accanto ai seducenti intrecci tessili, anche il suono della natura orchestrato in una esperienza immersiva dall’artista di musica elettronica Yosi Horikawa. Effetti acustici capaci di riflettere e proporre le particolarità dei luoghi e del paesaggio del Giappone, quali i rumori dei fiumi e delle cascate di Kagoshima piuttosto che il cinguettio dei volatili tra le onde del mare delle Filippine.
Protagonisti i colori tipici dell’autunno nell’esposizione dedicata ai crisantemi, fiore emblematico del Giappone e simbolo di longevità, benevolenza e rinnovamento, raffigurato sulle banconote e sui passaporti locali.
Allestita all’interno della sala ottagonale sud, l’istallazione enfatizza gli spazi interni con i toni accesi dei boccioli dei fiori, presentati in sei varianti differenti dove i toni del giallo e dell’arancione rievocano il sole nascente d’autunno, in Oriente. Ancora, Kiku Matsuri è il noto festival dedicato ai crisantemi che si ripete annualmente sempre il nono giorno del nono mese in Giappone e vede la premiazione delle coltivazioni più ricercate secondo criteri ben precisi per le diverse classi di appartenenza con forme, sviluppi e colori distinti.
Chalk Garden è l’evento protagonista della sala ottagonale nord dove il tipico giardino giapponese viene rivisto in chiave contemporanea introducendo essenze locali che spaziano dalle erbe, agli arbusti e agli alberi.
Fonte d’ispirazione dell’intervento paesaggistico le scogliere dell’area più a sud del Paese e autori dell’opera i professionisti di Otis Landscape Associates e Kodai and associates. Calma e riflessione, le sensazioni che scaturiscono dalla sovrapposizione di un giardino nipponico all’interno dell’architettura classica della britannica Temperate House del 1863, la più estesa serra vittoriana ancor oggi esistente.
La rassegna prosegue oltre il perimetro della Temperate House riproponendo strutture preesistenti negli estesi Royal Botanic Gardens di Kew e dedicate alla terra del Sol Levante. Momijigari, il termine giapponese che riprende la tradizione di visitare i luoghi con ambienti spettacolari caratterizzati da un fogliame rosso e giallo; un percorso che in questo contesto si estende per oltre 1,5 miglia dove si ritrova il Giardino Giapponese, la Porta nipponica di Chokushi-Mon e la Minka House. “Minka” è il termine che descrive una semplice residenza rurale, una tipologia di casa per il popolo della nazione, comune fino alla metà del ventesimo secolo.
«Kew ha una forte connessione con il Giappone sia attraverso le caratteristiche architettoniche che per la vegetazione dei Giardini. La bellezza e l’armonia del Giappone è ricca e affascinante e la natura è intrecciata nella cultura giapponese in un modo unico e tangibile. Un onore – ha detto Paul Denton, Head of Visitor Programmes and Exhibitions at RBG Kew – celebrare la ricca connessione del Paese con la natura attraverso l’arte contemporanea, l’esposizione di piante iconiche, insieme al cibo e all’artigianato in un nuovo festival in scena quest’autunno».
Il Japan Festival sarà ai Royal Botanic Gardens di Kew fino al 31 ottobre 2021. Durante il fine settimana e dopo gli orari di apertura al pubblico, un programma denso di rappresentazioni dedicate alla danza, al teatro e alla musica dal vivo, senza perdere l’occasione di un incontro con il food e qualche assaggio di sake. Sotto la guida di esperti di Kew e dell’artista Hanako Matoya sono previste dimostrazioni sui riti di ikebana, l’arte nipponica per la disposizione dei fiori.
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