Ultravioletto per la Fondazione Carla Fendi ha creato un’installazione che interpreta le informazioni emanate dalla figura umana
Uno “specchio” neurale, un vero e proprio alter ego digitale che prende “corpo” ma soprattutto “anima” restituendo un’immagine diversa del sè, fatta di “fisicità” e di emozioni e sensazioni, di stati d’animo e di vissuto. È questo l’esperimento “interattivo” – unico nel suo genere – a cui potranno prendere parte i visitatori del Festival dei 2Mondi di Spoleto. Dal 30 giugno al 14 luglio prossimo l’ex Chiesa della Manna D’Oro ospiterà infatti “Neural Mirror”, installazione a cura dello studio di interaction design Ultravioletto per la Fondazione Carla Fendi, che consentirà di toccare con mano il potenziale “artistico” dell’intelligenza artificiale.
«In un ambiente immersivo in continua evoluzione – spiegano gli organizzatori – il visitatore diventa un flusso d’informazioni interpretato e messo in scena dalla AI che ne rielabora l’immagine in tempo reale, trasformandola in un Alter Ego digitale».
Una volta entrati nella location ciascuna figura umana viene scansionata e trasformata in una nuvola di punti tramite un algoritmo di Face Recognition (riconoscimento facciale).
L’immagine viene dunque rielaborata sulla base di una serie di dati: dal sesso ai riferimenti demografici fino allo stato emozionale. È l’intelligenza artificiale a percepire l’ambiente che circonda ciascuno, a decodificare le emozioni, a riconoscere le generalità delle persone. E a restituire, dunque, un riflesso virtuale, che va oltre la distinzione tra artificiale e naturale e che torna ad essere concreto attraverso la tangibilità di un segno grafico stampato.
«Quello che vediamo nell’interfaccia specchiante è l’interpretazione di noi stessi da parte della macchina, il nostro corpo reinventato, da essere biologico ad avatar digitale», spiegano ancora gli organizzatori evidenziando che «la percezione è uno degli aspetti fondanti nell’ambito di ricerca dell’interazione uomo-robot» e che grazie a calcolatori sempre più performanti si ha la possibilità di “comprendere” persino il nostro mondo interiore e di capire dove sono e quali sono le caratteristiche degli oggetti animati e inanimati presenti nello spazio, come interagiscono e quali relazioni semantiche scaturiscono.
Per la Fondazione Carla Fendi, il progetto Neural Mirror rappresenta un tassello importante nell’ambito del percorso nel mondo della scienza battezzato nel 2018.
«La Fondazione esplora quest’anno le astrazioni scientifiche dell’Intelligenza Artificiale e le applicazioni pratiche della robotica. Non c’è aspetto del nostro quotidiano, infatti, che non sia toccato dall’Intelligenza Artificiale e affollato da presenze robotiche, anche se non ne abbiamo ancora la totale consapevolezza», sottolinea la Presidente della Fondazione, Maria Teresa Venturini Fendi.
Nella giornata di apertura dell’installazione il pubblico potrà assistere al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi alla performance Ecce Robot, una narrazione integrata tra arte e scienza che vedrà protagonisti il guru della Silicon Valley Jaron Lanier, ideatore della definizione di realtà virtuale e le attrici Valeria Golino e Valentina Cervi che leggeranno il racconto Sogni di Robot di Isaac Asimov. La performance sarà accompagnata dalla proiezione di due video a firma del musicista Nigel Stanford e del regista Gabriele Gianni. A seguire sarà conferito il Premio Carla Fendi, giunto quest’anno all’ottava edizione, a due eccellenze femminili della Soft Robotica italiana: Cecilia Laschi, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna di Pisa, e Barbara Mazzolai, direttrice del centro di Micro-BioRobotica dell’IIT di Pontedera.
Immagini di Cristina Vatielli per Ultravioletto
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