Sardegna, Piemonte, Alto Adige: luoghi, ristoranti e accoglienza da scoprire
Se foste al mare e voleste comunque fare un’esperienza in montagna, dalla costa est della Sardegna non è difficile raggiungere il Ristorante Tipico del Su Gologone Hotel Experience a Oliena, nel Supramonte. Vi attende un’esperienza che non dimenticherete: il posto è un tripudio di arte e creatività, di tradizione e di storia. Il colore regna sovrano e dialoga nelle sue diverse declinazioni con la natura e il paesaggio nel quale è immersa la struttura.
La proprietaria Giovanna Palimodde, del resto, è un artista, oltre che una collezionista d’arte, e lo si percepisce ovunque: dai cuscini alle tovaglie fino ai tappeti e molto altro ancora. Animata da uno spirito visionario e da una naturale propensione all’accoglienza, ogni anno aggiunge qualcosa di nuovo per raccontare altrettante storie ai suoi ospiti. Fra le ultime novità c’è il “Menu dei Centenari”, che prevede salumi di Barbagia, selezione di formaggi con ricotta di capra e caprini alle erbette di campo, frughe con pomodori, verdure selvatiche saltate con panedda’s, sott’oli dell’orto, minestra di frughe e patate di Gavoi, capra in umido con erbe selvatiche, brasato al Cannonau, verdure in cassola, dolci al formaggio freso e mosto. Un menu che racconta la storia delle tradizioni barbaricine a tavola e che testimonia la longevità degli abitanti della Barbagia e dell’intera Sardegna. Non perdetevi i Filindeu (la minestra dei racconti di Grazia Deledda) e le Alisangias integrali alle melanzane: difficilmente troverete questi tipi di pasta – peraltro fatta a mano – altrove. Perché purtroppo alcune tradizioni si stanno perdendo, ma non al Ristorante Tipico di Su Gologone. E se per caso vi fermaste a soggiornare in hotel, recatevi alla Terrazza dei Desideri, un luogo privilegiato dove esprimere le vostre aspirazioni più care affidandole alla bellezza del Supramonte. Una volta in zona è interessante visitare Le Sorgenti di Su Gologone (da cui prende il nome l’hotel), una risorgiva carsica che si presenta come un piccolo lago incastonato tra due alte pareti di roccia dolomitica, dove l’acqua cristallina assume un ventaglio di sfumature che vanno dal verde smeraldo al turchese fino al blu in funzione dell’inclinazione del sole.
In Piemonte Pantografo suggerisce l’esperienza al borgo recuperato de La Bursch a Campiglia Cervo, nel biellese. Che vi fermiate in hotel o solo al ristorante, conoscerete un progetto di economia etica e di turismo responsabile dove natura e cultura si incontrano nel tema del viaggio. Le antiche tecniche di costruzione legate alla tradizione della valle, il riutilizzo degli antichi arredi, la reinterpretazione delle antiche ricette legate al territorio sono gli elementi chiave della coerenza del progetto. Il ristorante propone i sapori del territorio attraverso una cucina piemontese improntata alla tradizione e rivisitata con una nota di creatività. La chef Erika Gotta propone un menu che segue la stagionalità ed è sensibile alla filiera corta, variando secondo la reperibilità degli ingredienti. Tra le proposte icone ci sono Il coniglio maldestro (riso carnaroli classico, mantecato al burro affumicato al fieno di montagna, coniglio e vermouth), Ti fidi di me? (maccheroncini, fragole, aglio orsino, cetriolo), e poi ancora Cervo Rosso (tartare di filetto di cervo, crema di mais, melone giallo in agrodolce, nocciola, erbe dell’orto, olio piccante). Il viaggio tra i sapori e i piaceri del gusto continua con lo chef Pietro Cinti nella cantina “St’Orto“, un luogo raccolto per raffinate degustazioni di vini del territorio, prelibatezze vegetali freschissime, formaggi e salumi locali.
Siamo in Valle Cervo, un territorio di confine tra la Svizzera e la Francia, dove Pantografo segnala le passeggiate fra paesini e borghi con le caratteristiche case in pietra di sienite e boschi di faggi e castagni.
I due chef Gotta e Cinti hanno proposto a Pantografo le ricette presenti alla in fondo all’articolo.
In Alto Adige Pantografo suggerisce due mete, la prima raggiungibile in macchina o in biciletta, dipende da dove vi trovate, la seconda a piedi. Il Ristorante Pobitzer dell’Hotel Garberhof a Malles Venosta offre un concept gastronomico che esalta le ricette tradizionali altoatesine, strizzando l’occhio alla cucina mediterranea e internazionale. Lo chef Christian Lechthaler lavora fianco a fianco con il proprietario Klaus, un tempo alla guida della cucina del Garberhof, proponendo piatti sempre nuovi grazie alla sua innata capacità di sperimentare, utilizzando soprattutto prodotti regionali e di stagione, le erbe e i profumi del proprio orto. Provate la Tartare di Manzo e il Risotto ai finferli con mirtilli.
Se invece il pasto volete conquistarlo proprio come le vette delle cime delle montagne, solo se siete degli abili escursionisti e comunque con la luce del giorno, mirate al Rifugio Plan di Cengia, sulle dolomiti altoatesine, in Val Pusteria. Iniziando la salita da Moso o dal parcheggio del Rifugio Auronzo, attraverserete il Parco Naturale Tre Cime, un paesaggio decisamente unico, capace di rapire il cuore per sempre. L’escursione è un po’ faticosa, ma una volta arrivati mangerete i più buoni Canederli pressati della zona. Lasciate comunque un po’ di spazio per un trionfale Kaiserschmarrn come dessert. E poi con ogni probabilità sarete contenti non solo per i sapori che allieteranno il vostro palato, ma anche per il paesaggio – a tratti lunare – che avrete ammirato durante il percorso. Stanchi, fermatevi a dormire al rifugio e ad ammirare le stelle nel buio prima di andare a letto.
In copertina: I laghi lungo il percorso per arrivare al Rifugio Plan di Cengia dal Rifugio Locatelli ©Francesca Oddo
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