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Dove la mela regna, storie e itinerari nel territorio del Trentino-Alto Adige

Tour nelle valli ed esperienze per diventare “contadini per un giorno”, la regione maggior produttrice in Italia del frutto dà al via la campagna di raccolta


Insignita del prestigioso premio europeo “Most youth. Friendly european region” (Myfer) con il progetto “Schools beyond regions and borders” per essere una delle regioni del continente più a misura di giovani e la sua incredibile storia contadina, che è ora anche al centro del documentario “Contadini di confine” di Michele Trentini e Marco Romano, il Trentino Alto-Adige è territorio ricco ed eterogeneo con grandi storie da raccontare.

Scambio di saperi millenari con una grande attenzione accordata alla dimensione partecipativa ed educativa, alla condivisione di conoscenze e buone prassi, con la sua dimensione multilinguistica e interculturale, la sua buona architettura. Qui il paesaggio ha un ruolo essenziale, un paesaggio diversificato che è altro rispetto alla monocoltura sia turistica che agricola, che da sempre è vittima dello spettro dell’abbandono, grande debolezza della montagna. Una montagna che soffre sempre di più con l’agonia dei ghiacciai. Basta pensare che quest’estate a 3.400 metri di altezza in Val Ridanna per la prima volta in 25 anni non ci sono state gelate. Un territorio che si trasforma, che perisce a causa della crisi climatica e lo fa inesorabilmente. A resistere un’economia fiorente grazie al turismo, all’allevamento, e anche alla solita e blasonata mela.

La regione è nota per la sua offerta diversificata che unisce ogni tipo di esigenza o interesse: montagna e valle, natura e cultura, fascino rurale e urbano, tradizione e modernità. C’è però un elemento che accomuna tutta la regione, caratterizzandola profondamente: la mela.


Questo frutto, infatti, gioca un ruolo fondamentale dal punto di vista paesaggistico e culturale, dalla fioritura degli alberi in primavera fino alla raccolta in autunno.


Il 29 agosto è iniziata la campagna della raccolta in Val di Non e in Val di Sole. Una raccolta che rappresenta circa i due terzi della produzione nazionale, anche se quest’anno sconterà una produzione in calo più che altrove a causa del meteo avverso (-7% in Trentino e -9% in Alto Adige). Un prodotto che ha molti utilizzi se pensiamo che l’Associazione turistica di Lana e dintorni, ormai da anni utilizza gli scarti per realizzare brochure in cartamela e gadget da distribuire ai turisti. Insomma, il frutto della mela, oltre a d essere simbolo di un territorio, racchiude in sé un vero e proprio mondo da scoprire: le varietà, gli utilizzi, la coltivazione, la storia.

Proprio in questi mesi, dunque, sono in programma numerose iniziative. A Lana “Cogli la prima mela”, in programma mercoledì 11 e lunedì 23 settembre, consentirà di cogliere il frutto direttamente dall’albero per provare l’esperienza di essere contadino per un giorno. Nel corso di una semplice passeggiata nei meleti del maso Vettererhof di Lana, verranno raccontate tante curiosità sulla coltivazione. Una “Guida ai frutteti con degustazione di mele”, sarà organizzata per mercoledì 2 e 16 e giovedì 31 ottobre, con visita al Museo sudtirolese della frutticoltura con circa 1.000 metri di area espositiva nell’edificio medievale Larchgut sempre a Lana. “MelaColgo” è invece l’iniziativa della Val di Non dove dopo la raccolta si potrà portare via una cassetta di mele.


Agricoltori e raccoglitori sono protagonisti di questi luoghi e di un’esperienza profonda e unica che si ripete anno dopo anno.


Già, perché la raccolta, ovviamente, è fatta soprattutto di storie. Piccole e grandi epopee umane, capaci di costruire ponti, creare legami nuovi e rafforzare quelli esistenti. Lo sanno bene le famiglie delle cooperative dell’Associazione Produttori ortofrutticoli trentini che da anni hanno saputo trasformare questi momenti in un’opportunità di accoglienza. Sono gli stessi nuclei familiari, del resto, ad aprire le porte delle proprie case alle migliaia di raccoglitori stagionali che giungono nella valle trovando ospitalità, rispetto, lavoro dignitoso e familiarità. Condizioni essenziali per rafforzare quello spirito cooperativo che caratterizza un territorio tanto orgoglioso della propria identità locale quanto aperto all’interscambio umano e culturale.

In copertina: ©lanaregion.it: Maike Wittreck

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