Visione ma anche un piano per rinnovare la reputation. In pillole il nuovo progetto della galassia Facebook
Un universo parallelo, in cui il virtuale assume sembianze reali al punto da trasmettere la sensazione persino della presenza fisica di persone. E in cui si potranno “vivere” esperienze impossibili nel mondo al di là – o al di qua che dir si voglia – dello schermo: è questa la nuova sfida annunciata da Mark Zuckerberg.
Sempre più con le spalle al muro – travolto dai numerosi dossier antitrust e da alcune settimane balzato ai disonori della cronaca per le 10mila pagine di documenti messi in rete nell’ambito dell’inchiesta scoppiata a seguito delle accuse di una ex dipendente sulle policy relative a fake news ed hate speech – Zuckerberg prova a uscire dal guado e tenta la mossa estrema: “oscurare” la popolarità del brand Facebook virando attenzione e investimenti su “Meta”, questo il nome scelto a rappresentare il colossale progetto del cosiddetto metaverso «un insieme di ambienti digitali interconnessi che permetterà di fare ciò che nel mondo reale non sarebbe possibile», spiega l’azienda in una nota e che «sarà caratterizzato, innanzitutto, dalla percezione della presenza, la sensazione di essere fisicamente con un’altra persona, indipendentemente da dove ci si trovi nel mondo».
Meta non è solo una visione, è anche una vera e propria azienda creata ad hoc per uscire dal “pantano”. Per semplificare Meta sta a Facebook come Alphabet a Google. Ma Google non ha mai smesso di “brillare” e probabilmente sarà difficilissimo scardinare anche la popolarità di un brand come Facebook.
Lo stesso Zuckerberg nell’annunciare la novità ha ammesso che «con tutto lo scrutinio a cui siamo sottoposti e il pubblico dibattito che sta avvenendo, alcuni di voi si chiederanno perché lo stiamo facendo proprio ora». Per l’appunto. «La risposta è che credo che veniamo al mondo per creare. Credo che la tecnologia possa migliorare le nostre vite», ha puntualizzato Zuckerberg. «Qualcuno dirà che questo non è il momento di concentrarci sul futuro. E riconosco che abbiamo questioni importanti nel presente di cui occuparci. Esisteranno sempre. Quindi per molti potrebbe non arrivare mai il momento giusto di concentrarsi sul futuro». Zuckerberg, dunque, non si perde d’animo e rilancia, come del resto è abituato a fare ogni qual volta si trovi il dito puntato contro.
Meta è un capitolo «nuovo ed entusiasmante», così lo definisce Zuckerberg. Anche se taluni commentatori non hanno celato una certa inquietudine per l’evoluzione che va prendendo piede, quel tutt’uno virtuale-reale in cui il virtuale addirittura rischia di prendere il sopravvento. Certo, quel che ha in testa Zuckerberg non lo toccheremo con mano domani mattina: «Ci vorrà ancora un po’ di tempo a realizzarlo, ma in parte esiste già e all’orizzonte c’è molto altro», annuncia l’azienda.
«Mentre pensiamo già agli occhiali AR (augmented reality, ndr) di domani, con un assistente sempre a disposizione, le ricerche del team di Michael Abrash sugli avatar fotorealistici e sulla ricostruzione 3D in tempo reale dei luoghi di tutto il mondo ci offrono uno sguardo alle sfide che ci aspettano. Abbiamo, inoltre, parlato di alcune delle tecnologie che consentiranno alle persone di interagire nel metaverso. Stiamo realizzando tecnologie di input elettromiografiche da polso che riteniamo fondamentali per il controllo dei dispositivi di domani: consentiranno infatti di selezionare, digitare alla massima velocità e molto altro, tramite gesti più ridotti e intuitivi. Abbiamo anche mostrato i nostri progressi relativi alla capacità dell’intelligenza artificiale di comprendere i contesti e, sulla base di quei contesti, offrire un insieme semplice di scelte».
In attesa del domani intanto è stata tenuta a battesimo Horizon Home, la casa declinata in nome del metaverso. Una casa che cambia sembianze indossando il visore Quest: «presto sarà possibile invitare gli amici nella Horizon Home con i quali stare in compagnia, guardare video e tuffarsi nei giochi e nelle app».
Fresca di nascita anche Horizon Venues per vivere in maniera tridimensionale concerti, eventi sportivi e culturali. Ed entro fine anno debuttano su Messenger le chiamate in virtual reality.
Oltre all’intrattenimento e alle esperienze social, il metaverso punta a cambiare radicalmente anche il mondo dell’apprendimento. «Stiamo già assistendo alla trasformazione dei contenuti formativi e ai corsi immersivi nei settori dell’assistenza sanitaria, automotive e altri ancora. La progettazione di queste esperienze richiede tempo, fatica e, soprattutto, persone di talento. Annunciamo un nuovo fondo da 150 milioni di dollari per preparare la prossima generazione di creator alla progettazione di contenuti formativi immersivi».
immagini tratte dal video Facebook Connect 2021
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