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Dall’Enea un progetto per mappare la qualità dell’aria 

Finanziato con 4 milioni di euro riuscirà ad analizzare le strade edificio per edificio 


Mappe stradali della qualità dell’aria. In grado di verificare edificio per edificio, con un dettaglio fino al singolo numero civico, il livello di inquinamento. Parte dal comune di Portici, in provincia di Napoli, il progetto che vede protagonista l’Enea – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – nell’ambito del programma europeo Air heritage finanziato con circa 4 milioni di euro.  

Il progetto dell’Enea, oltre ad essere l’unico italiano selezionato tra 60 candidati, è stato anche annoverato come best practice tra tutti quelli finanziati. L’Agenzia, nel ruolo di coordinatore scientifico, è affiancata da Arpac, Legambiente Campania, Università “Federico II” di Napoli, dall’azienda TerrAria e, naturalmente, dal Comune campano per la gestione del territorio.   

È su una rete fissa di monitoraggio in mix con una flotta di sensori “annusa-smog” che fa leva la piattaforma per la messa a punto di mappe ad altissima risoluzione a servizio sia della pubblica amministrazione, per lo sviluppo di politiche di smart mobility sulla base degli scenari realizzati grazie ai dati meteorologici satellitari e a quelli emessi dai sensori, sia dei cittadini, i quali potranno avere accesso alle informazioni per programmare i propri spostamenti sulla base delle previsioni sulla qualità dell’aria. È stato inoltre sviluppato un algoritmo basato su machine learning e intelligenza artificiale che permetta di correggere eventuali anomalie o sfasamenti dei sensori in modo da poter intervenire tempestivamente con la sostituzione o il riallineamento dei parametri. 


La raccolta di dati e informazioni sta diventando dirimente nella lotta al cambiamento climatico e fondamentale per raggiungere gli obiettivi net zero.


Stando ai risultati di uno studio appena pubblicato dal Capgemini research institute – su un campione di 900 aziende a livello mondiale – l’integrazione dei dati sulle emissioni nei processi decisionali aiuta a ottenere una riduzione delle emissioni annue del 4,6%. Un risparmio non da poco di cui anche le amministrazioni pubbliche dovrebbero tener conto nell’ambito delle politiche ambientali urbane. 

La raccolta di dati atmosferici per il monitoraggio ambientale attraverso sensori è l’obiettivo anche del progetto europeo I-change che punta a dare vita a otto “Living lab” in altrettante città, per l’Italia sono state selezionate Bologna e Genova (12 i Paesi rappresentati per 16 organizzazioni coinvolte). 

Il Living lab di Bologna, coordinato dall’Università insieme con il Comune e l’Arpae, è impegnato nel monitoraggio della qualità dell’aria (inquinamento), ma anche dell’efficienza energetica degli edifici e dei trasporti sostenibili nonché sulla tutela della biodiversità in città. Le attività si basano sull’utilizzo di sistemi innovativi di monitoraggio meteorologico, sulla co-progettazione e sull’adozione di strumenti di mobilità intelligente. Alla base del Living lab ci sono le iniziative di citizen science, che vanno dalla piantumazione di alberi e verde urbano alla valutazione dell’inquinamento atmosferico urbano. 

Il Living lab di Genova – realizzato da Cima, Arpal e Comune –  è un laboratorio a cielo aperto per cittadini e stakeholder che punta a rafforzare la consapevolezza sui cambiamenti climatici e sui rischi ambientali correlati (ad esempio alluvioni improvvise, tempeste marine, frane, vento). L’iniziativa passa attraverso la raccolta di dati ambientali con sensori fissi e mobili, l’analisi di dati raccolti attraverso app, corsi di formazione e percorsi partecipativi. Le attività sono iniziate quest’anno e saranno portate avanti almeno fino al 2025.  

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