Da Zaha Hadid Architects a Foster&Partner, grandi nomi per l’ospitalità che attrae
Un viaggio attraverso le città e gli angoli paesaggistici del mondo per scoprire le ultime destinazioni dell’hotellerie d’autore. Protagonisti sono l’architettura e il design negli edifici pronti a tagliare il nastro nel 2024, siano nuove costruzioni o rigenerazioni di edifici preesistenti. E senza dubbio gli interventi di adpative reuse si confermano un fenomeno di grande tendenza nelle storiche capitali europee. Primo esempio tra tutti Romeo Roma: la nuova struttura firmata da Zaha Hadid Architects che aprirà all’interno di un palazzo del sedicesimo secolo a pochi passi da Palazzo del Popolo nella Capitale. Seconda realizzazione del brand italiano di The Romeo Collection, accosterà il design contemporaneo dello studio alle caratteristiche storiche dell’edificio legato ai nobili Serroberti-Capponi. Al suo interno 76 stanze e suite, con piscine, terrazza in copertura, centro benessere e uno spazio aperto introdotto come “Il Cortile” con il ristorante stellato di Alain Ducasse. Il tutto a due passi dal nuovo Baylon.
Luoghi con la propria identità, uniti dalle linee inconfondibili del linguaggio progettuale e materializzati da artigiani locali, esperti nella lavorazione di legni e marmi pregiati.
“Qui – spiega il gruppo – lo studio Hadid ha esplorato una nuova relazione tra il palazzo storico e gli interni contemporanei attraverso linee progettuali definite dalle costruzioni a volta della nota architettura rinascimentale e barocca della Città Eterna. Questo, reinterpretando le classiche geometrie strutturali della storia della capitale attraverso un nuovo idioma compositivo che permea nella totalità dell’edificio mentre crea un’ambiente unico per ogni spazio dell’hotel”.
Riuso di struttura esistente anche per l’Hôtel du Couvent a Nizza dove quello che è stato un convento accoglierà 88 tra camere e suite, con ristoranti, piscine, giardino e un centro benessere ispirato dagli antichi bagni termali romani. Firmato da Valéry Grégo, fondatore di Perseus, l’immaginario è quello di un tranquillo santuario per viaggiatori colti. A distanza di più di quattro secoli dalla costruzione del convento, fabbricato dalle Clarisse nel 1604 e occupato dalle Visitandines tra il 1803 e 1980, riappare come un luogo sacro al di là delle sue mura grazie ad un attento restauro conservativo che consente di calarsi nella storia del sito e conoscere la sua architettura, affiancata da recenti introduzioni semplici e raffinate. Nuova vita anche nel quartiere di Bayswater a Londra per lo storico Department Store The Whiteley, dal nome del visionario imprenditore William Whiteley, oggetto di un intervento di rigenerazione firmato da Foster + Partners.
Un’opera a grande scala studiata secondo i principi della sostenibilità, che diverrà punto catalitico per i quartieri circostanti
grazie agli usi recenti, all’ottimizzazione del nuovo costruito e congiuntamente all’introduzione di una corte interna per la comunità locale. Al di là della facciata Art Deco, ripristinata secondo un attento piano di restauro, si attiva un’esperienza mixed-use dinamica dove vicino agli usi commerciali e ludici convivono ristoranti, residenze esclusive e un hotel. Primo hotel del gruppo Six Senses nel Regno Unito, lega il disegno degli interni al gruppo AvroKO e agli architetti esecutivi di EPR. Ambiti dove il concept progettuale si riavvicina a dettagli nostalgici legati alle origini di The Whiteley, affiancati da tematiche Art Deco e contemporanee. Design ispirato dalla connettività tra umani e natura per i grandi spazi del piano terra dove insieme al verde della vegetazione coesistono le decorazioni delle finiture materiche. Qui lo sviluppo scultoreo della grande scalinata esistente, elemento centrale tra le funzioni ricettive a livello strada. Oltre le 110 camere e suites, funzioni comuni includono un innovativo wellness club, una spa e 14 appartamenti del brand.
Convivenza di camere per ospiti e appartamenti del brand anche per il Mandarin Oriental di Mayfair, secondo hotel del gruppo asiatico nella capitale. Un progetto firmato da Rogers Stirk Harbour+ Partners il cui disegno fu ispirato dalle tipologie delle Georgian Terraces su Hanover Square. Un complesso mixed use, proprietà di Clivedale London, organizzato in due padiglioni interconessi da un vano scala, che ospitano 77 residenze e 50 camere e suite, progettate da Studio Indigo; corte interna a doppia altezza, ristorante, bar, palestra e centro benessere con piscina per l’hotel. Autore degli interni, ispirati dai temi di natura e arte è il gruppo Curiosity di Tokyo. Contemporaneo il disegno di facciata composto da una intelaiatura strutturale “Vierendeel” in verticale che esprime l’orditura di pilastri e travi tamponate con panelli in mattoni e finestrature vetrate.
Work in progress anche per The Emory, quarto albergo del Maybourne Hotel Group a Londra. Facciate dove vetro e metallo sono protagoniste, sormontate dalla struttura a vela in copertura che materializza il linguaggio compositivo dell’indimenticabile Richard Rogers e di Ivan Harbour di RSHP. Nel complesso, 60 suites esclusive e un attico spettacolare disegnato da Rigby & Rigby. Forte identità per ognuna delle suite con interni progettati da noti designers tra i quali troviamo Patricia Urquiola, Alexandra Champalimaud, André Fu, Pierre-Yves Rochon e Rémi Tessier.
Nuovi hotel con un estremo sviluppo verticale a Dubai dove si attende l’inaugurazione di One&Only One Za’abeel, primo resort del gruppo con questo modello di tipologia, concretizzato in due grattacieli intersecati da The Link. Pensata come lunga componente orizzontale a sbalzo, elevata a 100 metri dal piano stradale, si sviluppa come un futuristico boulevard ospitando al suo interno spazi per la sosta e ristorazione e una piscina infinita. Autore dell’opera la big giapponese di Nikken Sekkei mentre gli interni sono firmati Jean-Michel Gathy e ispirati dal tema della “sabbia bianca”, traduzione di Za’abeel, a cui si lega la palette di colori e materiali chiari e la scelta di giochi di luce scultorei.
Architettura e design guidano anche il disegno di luoghi per il relax e wellbeing. Gundari dello studio Block 722, il materico intervento per l’isola di Folegandros nelle Cicladi, esteso su un’area di 80 acri con 27 suite e ville private dove l’ispirazione del costruito è guidata dalla natura dell’intorno con cui si fonde. “Gundari è un’estensione organica delle scogliere di Folegandros – spiegano i designer di Block 722 – e una cornice per l’inestimabile opera d’arte che è l’ininterrotta vista verso il mare. I giochi d’acqua portano il blu brillante dell’Egeo più vicino ed ogni materiale, prescelto con grande attenzione, partecipa come un ritmo inerente dell’orchestra della natura”. Firmato da Frida Escobedo, attualmente impegnata nel ridisegno delle gallerie di arte moderna e contemporanea del MET di NY, il resort Boca de Agua nella Penisola dello Yucatan in Mexico. Un intervento che conta 26 “treehouse”, sospese su pilastri e fluttuanti sull’intorno per ridurre l’impatto ambientale. Uno schema, nel magico contesto di Laguna de los Siete Colores, dove il legno, la luce naturale e i toni neutri di finiture e arredi sono protagonisti e si fondono con l’intorno.
In copertina: BuildingView di One&Only One Za’abeel © Nikken Sekkei
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