Lazio, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Dove camminare per scoprire un’altra Italia
Un percorso archeologico da oltre 400 chilometri. Per scoprire e riscoprire borghi, chiese, palazzi nobiliari, antiche taverne e stazioni postali, sorgenti e capolavori sconosciuti ai più. È questo l’obiettivo dell’Archeocammino Strada Regia delle Calabrie, ambizioso progetto portato avanti dall’Archeoclub d’Italia, con il patrocinio delle Regioni Campania, Basilicata e Calabria e il coinvolgimento di 44 Comuni da Napoli a Castrovillari.
Dopo otto anni di studi e ricerche e la rielaborazione delle cartografie storiche che hanno portato alla luce siti e reperti inediti, si punta ora a passare all’azione dando vita ad un cammino del Sud, «un progetto di promozione turistica del territorio, forse unico in Italia e raro in Europa», sottolinea l’architetto Luca Esposito, referente dell’Archeoclub D’Italia per la riqualificazione della Via Regia delle Calabrie e autore del lavoro-studio.
Fra le scoperte più importanti l’individuazione di numerosi punti in cui la Via Regia delle Calabrie – la più lunga e importante via di comunicazione dell’Italia meridionale – incrocia la Consolare Romana Via Popilia costruita 2200 anni fa, la Fontana della Regina Margherita, le sorgenti di Cicerone, ponti del 1700 con cappelle antiche, 14 stazioni postali del 1800. «Questa strada, insieme ai borghi che sorgono lungo il suo cammino, è stata letteralmente attraversata dalla storia, fino a quando, nel 1962, non venne completamente tagliata fuori a seguito della realizzazione della prima autostrada meridionale, la A3 Salerno-Reggio Calabria – spiega Esposito –. Di colpo vennero isolati tutti i borghi sedi delle antiche stazioni di posta restando incastonati in un paesaggio straordinario, aspro e incontaminato. Oggi Archeoclub d’Italia vuole riscoprire queste meraviglie e la loro storia, per farle conoscere in Italia ed all’estero. Si tratta di capolavori dell’arte italiana, sconosciuti. E soprattutto vuole coinvolgere i giovani nel recupero della memoria e dell’identità storica, formando nuove figure che sappiano valorizzare e promuovere il proprio territorio, con l’importante obiettivo di contrastare il fenomeno dello spopolamento dei piccoli borghi del Sud».
In attesa che il progetto prenda corpo c’è un altro importante progetto che riguarda il Sud: in Sicilia sono partiti i lavori di recupero, valorizzazione e fruizione dell’area archeologica di Akrai con il restauro conservativo del complesso scultoreo dei Santoni e il recupero dell’area pertinente ai Templi Ferali, a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa.
Il sito sarà riportato a nuova vita entro un anno e il progetto conta su un finanziamento di 654mila euro grazie alle risorse del Po Fesr 2014-2020 della Regione Siciliana. L’intervento include anche la creazione di un centro visitatori con tanto di centro multimediale divulgativo-informativo. A completamento del progetto è previsto uno scavo archeologico nell’area, per verificare l’eventuale esistenza di reperti da restaurare.
A Pompei è stato avviato un maxiprogetto di monitoraggio e schedatura delle strutture archeologiche che fa leva sulle tecnologie digitali. «Per tutelare il patrimonio bisogna fare manutenzione programmata, che a Pompei già si fa da quasi un decennio. Ma per farlo in maniera sempre più efficace bisogna sapere dove intervenire in maniera preventiva – sottolinea il direttore generale Gabriel Zuchtriegel – In un sito con più di 10mila ambienti, molti con affreschi e mosaici, non si può fare a meno di piattaforme e tecnologie digitali. Vogliamo dotare Pompei di un sistema di monitoraggio che sarà strettamente legato alle attività di manutenzione programmata e agli interventi quotidiani di cura del patrimonio». Già concluso il primo cantiere pilota di presso la Domus della Caccia Antica, che ha coinvolto sul campo un gruppo di studenti dell’Università di Torino del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali e dottorandi del Corso di Archeologia e Storia antica.
Nel Lazio, nei pressi di Fiano Romano, ha riaperto il sito archeologico di Villa dei Volusii Saturnini – il complesso residenziale extraurbano appartenente alla colonia romana di Lucus Feroniae, rinvenuta nel 1961 durante i lavori di costruzione dell’Autostrada del Sole Roma-Firenze – grazie al progetto portato avanti da Aspi (Autostrade per l’Italia) in collaborazione con il Touring Club italiano, Wwf, Slow Food Italia e la Commissione nazionale italiana per l’Unesco. Il sito è raggiungibile direttamente dall’area di servizio Feronia Ovest sull’A1 nei pressi di Fiano Romano: attraverso touch point presso l’area di servizio e con il supporto di strumenti digitali, i visitatori vengono accompagnati nel tour archeologico con un’audioguida scaricabile via Qr code. Il complesso è visitabile dal martedì al sabato dalle 9 alle 17 e la domenica e i festivi dalle 9 alle 14.
In copertina: area archeologica di Akrai, Sicilia
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