Una sintesi voluta dallo chef Sergio Herman che nasce da un binomio insolito, con pietanze della nostra tradizione che si sposano con ostriche e aragoste in un ambiente attuale e raffinato
Le Pristine, il nuovo ristorante di Sergio Herman ad Anversa, è un progetto inclusivo, ricco di contaminazioni e di interazioni. Lo è perché come partner coinvolge Verso, uno dei più quotati brand di abbigliamento del Belgio, Space Copenhagen, studio di architettura attivo nella capitale danese, oltre ad artisti e designer, SH 19 (lo studio creativo di Herman) e un team pronto a tradurre le sue nuove idee in piatti di primo livello. Un esperimento, quello dello chef pluristellato proprietario di altri quattro ristoranti (The Jane ad Anversa, Pure C, AIRrepublic e Blueness a Cadzan), che punta sulla coralità di un insieme di voci capaci di generare un risultato poliedrico e sinergico.
Food, moda, design e arte sono i punti forti del concept gastronomico di Le Pristine, che prevede un ristorante à la carte e un bar-caffetteria.
La proposta è incentrata sul dialogo fra la cucina italiana e quella della Zelanda, provincia olandese a sud del Paese dove Herman ha lavorato per venticinque anni nel ristorante di famiglia Oud Sluis. E così il menu prevede piatti come Cozze della Zelanda, gnocchi, nduja, carciofi, Ostrica estiva con stracciatella, pompelmo, granita di spritz, ravioli alla lavanda di mare, astice, stracciatella e dragoncello, strozzapreti, anatra confit, funghi e tartufo estivo, per citarne alcuni.
Quale il motivo che ha portato Herman a scegliere la cucina italiana come protagonista dell’incontro con quella zelandese? «Apprezzo molto la cucina italiana e, in particolare, la qualità dei suoi prodotti. E senza mancare di rispetto alla tradizione, ho voluto che il cibo di Le Pristine fosse diverso. Come? Dandogli il mio tocco personale e utilizzando i migliori prodotti della Zelanda come ostriche, aragoste, granchi e alghe abbiamo creato qualcos’altro, onorando comunque la genialità delle tradizioni culinarie della penisola». Partner e finanziatore del progetto, fra l’altro, è la famiglia Dheedene di Fashionclub70, agente indipendente per diversi marchi nostrani di moda di fascia alta.
Non a caso Le Pristine si colloca proprio accanto a Verso, uno dei negozi dei Dheedene. I due commercializzano insieme anche una gamma di prodotti tra cui essenze per la casa e candele profumate, in vendita in entrambe le attività. Lo stesso team di Le Pristine porta abiti di Verso. In particolare, gli chef indossano scarpe e magliette disegnate da Herman con il team creativo di Verso. Attento a ogni dettaglio del suo progetto, per la realizzazione degli interni, lo chef nonché proprietario si è rivolto a Space Copenhagen, studio di architettura danese. Il locale si trova al piano terra di un edificio modernista degli anni ’60 in parte demolito, con alcuni elementi strutturali a vista. Anche il cortile di un vicino palazzo barocco del XVII secolo fa parte di Le Pristine, fornendo uno spazio all’aperto al ristorante oltre che un collegamento diretto con la boutique Verso.
La volontà dei progettisti è stata quella di recuperare il filo della memoria creando allo stesso tempo un ambiente contemporaneo.
E così, fra inserti di pareti in laterizio a vista, colonne e volte, Space Copenhagen ha introdotto un linguaggio attuale, caratterizzato da una raffinatezza minimalista contenuta in un’atmosfera raccolta e dai cromatismi bruni, tendenti al grigio e al nero, che ricordano i colori della tavolozza dei maestri fiamminghi. All’ingresso si trova Le Pristine Café, ambiente che ospita un tradizionale forno a legna utilizzato per produrre il pane. Qui Signe Bindslev Henriksen e Peter Bundgaard Rützou (soci di Space Copenhagen) hanno utilizzato un pavimento con motivi in pietra belga e falegnameria in rovere affumicato per contrastare le travi in acciaio industriale e l’impronta in cemento di una scala che conduce all’edificio residenziale soprastante. Oltre ai libri di cucina e alla pasta secca di Herman, Le Pristine Café offre anche prodotti con la propria etichetta alimentare “Maison Le Pristine”, tra i quali le olive nere taggiasche italiane, la passata di pomodori e i vasetti di verdure sott’aceto.
Il ristorante, che dispone di una cucina a vista, presenta soffitti alti sei metri ed è arricchito con piante locali, oltre a essere illuminato dalla grande vetrata a tutta altezza che guarda ad un ampio giardino. Per l’arredo, Space Copenhagen ha creato una collezione di tavoli e sedute su misura come la Antwerp Chair, sedia progettata appositamente per Le Pristine e realizzata da Fredericia, azienda danese fra le più quotate fra quelle produttrici di mobili.
Ma la forte attenzione al design è in grado di influenzare il business del ristorante? «Il nostro lavoro – sottolineano gli architetti – si basa su un dialogo sincero e su un confronto continuo con il nostro cliente, con una mentalità aperta ai suggerimenti. L’ispirazione, quindi, il più delle volte agisce reciprocamente, e anche nel caso in cui una linea di pensiero sia più forte dell’altra, il design e il modello di business si cristallizzano nella loro forma finale lungo il processo di creazione dello spazio».
Le tovaglie e i tovaglioli di lino belga, disegnati da SH19 e prodotti dall’azienda fiamminga Verilin, si legano alla tradizione locale aggiungendo un tocco medievale all’ambiente. In questo contesto sono distribuite le opere di diversi artisti con i quali il Sergio Herman Hospitality Group ha già collaborato in diverse occasioni: su tutti spicca “As Much as You Are Forever Connecting” di Rinus Van De Velde, un monumentale carboncino su tela di 3 x 3,60 metri, metafora dell’energia creativa che si crea all’interno di un ristorante.
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immagine di copertina © Peter-Paul de Meijer. Cortesia: Le Pristine