L’edificio che ospita lo spazio espositivo rigenerato dall’architetto Mario Botta
Debutto all’insegna del metaverso per E.ART.H. lo spazio espositivo di Eataly Verona tenuto a battesimo il 5 ottobre.
Nell’edificio di 13mila metri quadrati che sorge nell’ex Stazione frigorifera specializzata, riportato a nuova vita dall’architetto Mario Botta – il progetto è stato fortemente voluto dal fondatore di Eataly Oscar Farinetti nonché dal presidente di Green Pea Francesco Farinetti e dalla manager culturale Chiara Ventura – sono due gli appuntamenti che inaugurano la stagione: Staged, la personale di Anton Corbijn, tra i più celebri fotografi al mondo che torna in mostra in Italia dopo oltre vent’anni; Voli-Ni, la personale di Ibrahim Mahama, l’artista noto al grande pubblico per aver “impacchettato” con la juta i bastioni di Porta Venezia a Milano.
A cura di Eva Brioschi la mostra Voli-Ni – aperta al pubblico fino al 29 gennaio del prossimo anno – fa leva sull’adozione delle tecnologie di ultimissima generazione – a partire proprio dal Metaverso – per consentire ai visitatori di vivere la doppia esperienza fisico-digitale e di sperimentare sul campo il futuro che ci attende. È la tecnologia 5G a fare da motore: la rete è stata progettata per tutto il complesso di Eataly art house da Vodafone, in qualità di partner tecnologico del progetto.
Vodafone arricchisce l’esperienza della mostra permettendo a tutti un momento unico, intenso e connesso, con l’evento e l’artista. Apriamo così la strada a una visita museale e artistica connessa e sostenibile
Donato Di Nella, Head of corporate sales di Vodafone business
Grazie alla banda ultralarga mobile sarà possibile utilizzare i visori di ultimissima generazione HoloLens 2 di Microsoft combinati con device portatili forniti all’ingresso, per un’esperienza immersiva in realtà aumentata, un viaggio nel mondo parallelo del Metaverso messo a punto da Vodafone insieme con Hevolus Innovation. Grazie ai visori si potrà ammirare un’inedita installazione tridimensionale sotto forma di ologramma. E si potrà continuare a farlo anche al di fuori dell’area espositiva. Al termine della mostra i visitatori potranno infatti accedere via smartphone a una serie di contenuti tramite due QR-code: il primo consentirà di visualizzare il “gemello digitale” dell’installazione olografica “proiettandolo” in qualsiasi spazio, il secondo permetterà di proseguire l’esperienza immersiva a casa propria e condividerla con amici e familiari. Sarà infatti possibile accedere con il proprio avatar al metaverso dell’artista per toccare con mano (virtuale) il lavoro di Mahama e i progetti che sta realizzando nella sua città di origine, Tamale (in Ghana).
«Nel metaverso e nelle visite di tipo phygital l’impatto emozionale dell’esperienza gioca un ruolo determinante – sottolinea Antonio Squeo, chief information officer di Hevolus innovation – Rendendo fruibili i contenuti in realtà aumentata anche al di fuori del contesto museale permettiamo al visitatore di “portarsi un pezzo d’arte a casa». Così promuoviamo la diffusione della bellezza e della cultura, in modo sostenibile, agile e intuitivo”.
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